Ieri, dopo che abbiamo pubblicato questo articolo, un’amica ci ha scritto questa frase che sembra banale, ma è la pura verità: “la vera rivoluzione è e sarà sempre il voto” …e come darle torto.
Ogni quattro o cinque anni infatti, le piazze si riempiono, i social media si infiammano e le discussioni politiche diventano il nostro pane quotidiano.
Si parla tanto di cambiamento, di rovesciare il sistema, di dare una scossa a chi ci governa per il bene di tutti.
Ma spesso, il momento della vera azione, quello decisivo, viene dimenticato il giorno dopo le elezioni.
Molti si sentono disillusi. “Tanto sono tutti uguali,” “Il mio voto non conta,” “La politica non mi rappresenta.”
Queste frasi, che sentiamo regolarmente, sono frasi che esprimono una certa disillusione comprensibile.
Tuttavia, c’è una verità importante che spesso viene trascurata: il voto non è solo un diritto, ma è l’unico strumento reale e pacifico che abbiamo per determinare il nostro futuro.
Non andare a votare o votare scheda bianca non è un gesto di protesta, è una rinuncia e diventa solo un’occasione persa.
Così facendo, lasciamo che siano gli altri a decidere per noi, delegando il potere a chi ha interessi, spesso diversi dai nostri e a chi magari non condivide le speranze e le paure della maggioranza dei cittadini.
Il voto è il meccanismo che fa funzionare la democrazia, il non usarlo significa negare l’essenza stessa della partecipazione. È il fondamento della nostra società civile, senza la partecipazione attiva di tutti, la democrazia perde vitalità e la rappresentanza si svuota di ogni significato.
La storia ci insegna che le rivoluzioni violente, pur portando a cambiamenti immediati e radicali, spesso lasciano ferite profonde e, non di rado, si risolvono in nuove forme di oppressione.
La vera rivoluzione, quella duratura e sostenibile, si realizza un voto alla volta, un gesto silenzioso ma potente.
Ogni voto è un mattone per costruire la società che desideriamo. Votare significa scegliere chi gestirà la sanità, l’istruzione, l’economia e la giustizia; significa dare un mandato chiaro a chi ci rappresenta.
Se non ci si sente rappresentati, si ha il potere di votare per chi si ritiene possa fare meglio, oppure di sostenere nuove voci e partiti che incarnano certi ideali.
Certo, protestare, manifestare e dibattere sono tutti segnali importanti di una società sana e vivace, ma senza un voto consapevole, dato al candidato o alla persona che poi risponde ai cittadini, tutte le energie spese rimangono azioni incomplete.
Il voto è la conclusione logica di ogni protesta, il suo coronamento.
Quindi, la prossima volta che si presenterà l’occasione, ricordate che la matita è l’arma più potente che si possiede.
Non dobbiamo delegare a nessuno la possibilità di scrivere il nostro futuro e quello dei nostri figli.
Siamo noi stessi gli artefici del cambiamento che desideriamo vedere. Perché il voto non è solo un diritto, ma la vera e unica rivoluzione possibile. Ad Maiora
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