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Il ruolo dell’opposizione a Caltanissetta. Di Sergio Cirlinci

Last updated: 26/10/2025 13:31
By Sergio Cirlinci 291 Views 10 Min Read
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In qualsiasi sistema democratico, l’opposizione ricopre un ruolo fondamentale che va ben oltre la semplice critica su quanto produce la maggioranza

Le sue funzioni principali includono, giusto ricordarle, controllo e vigilanza, monitoraggio dell’operato della maggioranza e dell’amministrazione, assicurando trasparenza e correttezza nell’uso delle risorse pubbliche, proporre alternative e presentare mozioni con nuove visioni, programmi e soluzioni diverse o migliorative rispetto a quelle della maggioranza..

Rappresenta anche il “dissenso”, dando voce a quei cittadini che non si riconoscono nell’attuale governo locale, fungere da cassa di risonanza per le loro istanze e preoccupazioni, ed infine stimolare il miglioramento, spingere cioè la maggioranza a lavorare con maggiore impegno.

Quando l’opposizione è forte, coerente, costruttiva e compatta a beneficiarne è l’intera comunità, poiché il confronto tra idee porta a decisioni più ponderate e a una gestione più responsabile.

A Caltanissetta però, come in altri contesti, l’efficacia dell’opposizione sembra essere frenata da una serie di fattori, quasi tutti interni ad essa, che ne indeboliscono l’efficacia.

Nel Consiglio Comunale di Caltanissetta, l’opposizione è composta da 8 consiglieri.

I componenti dell’opposizione che siedono in consiglio, eletti nelle elezioni del 2024 sono espressione di:

–Movimento 5 Stelle – Avanti così che ha sostenuto l’ex Sindaco Roberto Gambino, rispenttivamente rappresentate in aula con un consigliere ciascuno, Federica Scalia e Roberto Gambino.

–Liste Civiche di stampo civico o progressista che hanno fatto capo alla candidatura a sindaca di Annalisa Petitto, liste come CL tutta la vita – Petitto Sindaco, Fare Centro con Totò Licata – Petitto Sindaco, Orgoglio Nisseno – Petitto Sindaco, che hanno portato in consiglio 5 consiglieri, Annalisa Petitto, Felice Dierna, Calogero Palermo, Vincenzo Cancelleri e Luigi Bellavia .

–Altri come il Pd e Futura – costruiamo insieme la città che hanno unito le forze, ottenendo un consigliere ciascuno rispettivamente con Carlo Vagginelli e Armando Turturici.

Questa eterogeneità si traduce in un’opposizione numericamente significativa ma spesso politicamente frammentata.

La frammentazione interna tra i gruppi dell’opposizione, che spaziano da forze civiche a partiti nazionali con identità politiche molto diverse, non dovrebbe ostacolare però la formazione di un fronte unito e chiaro su cui i cittadini possano identificarsi.

Ma a questa frammentazione “naturale” si sono aggiunte situazioni nuove e, per certi versi, inaspettate, alcune lampanti e altre ancora da ben definire, che hanno sicuramente indebolito l’opposizione.

I casi che sono più evidenti sono principalmente due.

Il primo, manifestatosi sin da subito è quello del M5S, quando al momento di eleggere il presidente del consiglio comunale la consigliera Scalia ha votato per il collega Bruzzaniti, FdI, per poi essere “ricambiata” venendo eletta sua volta vice.

Elezioni, è inutile far finta di non saperlo, essere state concordate preventivamente, nelle famose “segrete stanze”, in questo caso non tanto segrete, e lo dimostra il fatto che i discorsi di ringraziamento erano già belli e pronti, tirati fuori dalla tasca e pronunciati… nessuno prepara un discorso di ringraziamento se non ne ha certezza.

Nella votazione sull’aumento dei gettoni di presenza, la consigliera Scalia ha votato a favore, unico voto dell’opposizione a sostegno della mozione, presentata e poi approvata, dalla maggioranza.

Questi due episodi, come altri, hanno creato un evidente strappo tra la rappresentante del M5S e il resto dell’opposizione e sicuramente anche con la base del movimento che ha visto in questo voto e in altri comportamenti, un “tradimento” di uno dei principi cardini del movimento che rappresenta, l’abbattimento cioè dei costi della politica.

Il secondo caso, quello che ha maggiormente indebolito l’opposizione, è quello che riguarda Orgoglio Nisseno, movimento che oltre a sostenere la candidata Petitto a sindaco, vedeva il suo leader essere stato nominato come suo vice, nel caso si fossero vinte le elezioni.

Il caso è nato dopo l’apparentamento con Grande Sicilia, formazione nata da un’idea del sindaco di Palermo, Lagalla, dal deputato Gianfranco Miccichè, ex F.I, e da Raffaele Lombardo, MPA, formazione a cui ha aderito anche l’ex vice ministro Giancarlo Cancelleri, che ha in diverse occasioni esplicitato richiesta di un assessorato per il “capo” di Orgoglio Nisseno, l’avv.Licata, dopo il sostegno dato per l’elezione del presidente al Libero consorzio provinciale del sindaco Tesauro.

Questa situazione non è stata, come era prevedibile, presa bene dal resto dell’opposizione, che non ha lesinato critiche, invitando più volte i due consiglieri, V. Cancelleri e Bellavia, ad accomodarsi tra i banchi della maggioranza.

Invito ovviamente respinto con affermazioni del tipo “ancora siamo opposizione”. Ed è proprio su sull’“ancora” che qualcuno li ha posizionati nel “limbo”… “come color che son sospesi”, probabilmente in attesa di sapere se verrà dato al loro movimento l’assessorato promesso, che di fatto sbloccherebbe il loro trasloco tra i banchi della maggioranza.

Queste posizioni, sia la prima che la seconda, di poca chiarezza trovano riscontri oggettivi nei comportamenti in aula, da mozioni presentate e poi ritirate, dai voti incrociati o contrastanti e da alcune assenze strategiche.

Questo “rumore di fondo” impedisce di focalizzare bene l’attenzione sulle “battaglie politiche” da portare avanti unitariamente come un’opposizione compatta dovrebbe fare su tematiche che dovrebbero unire tutti.

Anche durante i momenti critici, ad esempio la crisi idrica del 2024, che ha visto scendere in piazza numerosi cittadini, oltre alla totale assenza al loro fianco della maggioranza, che “non era obbligata a partecipare” (cit.), anche l’opposizione non è stata del tutto compatta.

Per superare la percezione diffusa di poca efficacia, l’opposizione a Caltanissetta dovrebbe, come si usa dire “contarsi”, verificare cioè chi e quanti sono, magari con un confronto diretto e schietto.

Una volta capiti chi e quanti realmente sono, 5 o 8, definire bene le priorità chiave, scegliendo, possibilmente unitariamente i temi da affrontare, es. tasse, divenute insostenibili, opere pubbliche strategiche, servizi sociali, università che, al di là di promesse, vecchie e nuove, attende ancora un vero e proprio sviluppo, e sanità locale, questi ultimi due temi che vedono i nostri vicini di casa crescere sempre più, mentre da noi non si riesce neanche ad aprire una mensa… sempre che dietro non sia un preciso progetto, alimentato anche da certi silenzi di chi non viene “considerato” in alcuni importanti incontri.

L’opposizione, portandosi dietro i cosiddetti “franchi tiratori”, non solo non agevola se stessa, ma agevola la maggioranza, che se ne avvantaggia applicando il famoso “dividi et impera”,  e ricevendo magari anteprime su certe posizioni che si tanno prendendo.

Solo attraverso un’azione coordinata, costruttiva e visibile l’opposizione potrà pienamente assolvere al suo ruolo democratico, trasformandosi da un insieme di voci diverse in una vera forza che possa portare al miglioramento della città.

Corre l’obbligo fare una precisazione.

Quanto scritto in questo articolo non è un voler rimproverare, nè tanto meno si vogliono impartire lezioni di politica, ognuno è liberissimo di farla come meglio crede, al limite ne risponderanno ai propri elettori alla prossima tornata elettorale, ma è solamente il classico “lavoro sporco“, quello cioè di dire certe cose, che nessun vuol fare, riportando, nello stesso tempo, un pensiero ampiamente diffuso tra i cittadini ma che spesso non viene esplicitano per svariate motivazioni. Ad Maiora

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