Istat: pressione fiscale al 42,5% nel 2024, in crescita di oltre un punto. Codacons: “Consumi fermi, famiglie penalizzate”
La pressione fiscale in Italia è tornata a salire, riportandosi sui livelli registrati nel 2020-2021. Lo confermano i dati diffusi dall’Istat, secondo cui nel 2024 il peso complessivo delle imposte e dei contributi ha raggiunto il 42,5% del Pil, in crescita rispetto al 41,2% del 2023.
L’aumento, spiega l’Istat, è legato a un incremento delle entrate fiscali e contributive (+5,8%) superiore rispetto alla crescita del Pil a prezzi correnti (+2,7%).
Il dettaglio delle entrate
Nel 2024 le entrate totali delle Amministrazioni pubbliche sono aumentate del 3,9% rispetto all’anno precedente, con un’incidenza sul Pil pari al 47,1%. Le entrate correnti, in particolare, hanno registrato una crescita del 5,8% e si sono attestate al 46,7% del Pil.
Tra le voci che hanno contribuito maggiormente:
- Imposte dirette: +6,7%, trainate da Irpef, Ires e ritenute su interessi e redditi da capitale.
- Imposte indirette: +6,1%, grazie all’aumento di Iva, Irap e dell’imposta sull’energia elettrica, tornata ai livelli pre-crisi con il ripristino degli oneri generali del sistema energetico.
- Contributi sociali effettivi: +4,3%.
- Altre entrate correnti: +10,9%.
In calo invece le entrate in conto capitale (-70,8%), a causa della riduzione dei contributi a fondo perduto dell’Unione europea legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
Consumi fermi, l’allarme del Codacons
Se da un lato la pressione fiscale cresce, dall’altro i consumi delle famiglie restano stagnanti. È il commento del Codacons, che denuncia “la mancata ripartenza della spesa” e un “potere d’acquisto penalizzato dall’aumento dei prezzi”.
Secondo i dati, la spesa per consumi finali delle famiglie residenti nel 2024 è cresciuta appena dello 0,5% rispetto al 2023, un ritmo definito “irrilevante” dall’associazione.
Particolarmente preoccupanti le flessioni in comparti chiave:
- Abbigliamento e calzature: -3,4%.
- Servizi sanitari: -3,8%.
- Ricreazione, sport e cultura: -1,4%.
- Cura della persona: -0,5%.
Per il Codacons, “la causa principale è il forte incremento dei prezzi, che ha colpito diversi settori nel 2024 e continua anche nel 2025”.
Le richieste al governo
L’associazione dei consumatori chiede all’esecutivo misure concrete per tutelare il potere d’acquisto delle famiglie e rilanciare i consumi. “Il governo – avverte il Codacons – deve intervenire con politiche efficaci sui prezzi al dettaglio e sul sostegno ai redditi, altrimenti la stagnazione della spesa rischia di compromettere la crescita economica”.
Fonte LANOTIZIAGIORNALE.IT
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