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Istat: la pressione fiscale sale al 42,5% nel 2024, in crescita di oltre un punto. E il Codacons lancia l’allarme: “Consumi fermi, famiglie penalizzate”

Last updated: 23/09/2025 6:53
By Redazione 63 Views 4 Min Read
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Istat: pressione fiscale al 42,5% nel 2024, in crescita di oltre un punto. Codacons: “Consumi fermi, famiglie penalizzate”

Contents
Il dettaglio delle entrateConsumi fermi, l’allarme del CodaconsLe richieste al governoSi precisa: la pubblicazione di un articolo e/o di un’intervista scritta o video in tutte le sezioni del giornale non significa necessariamente la condivisione parziale o integrale dei contenuti in esso espressi. Gli elaborati possono rappresentare pareri, interpretazioni e ricostruzioni storiche anche soggettive. Pertanto, le responsabilità delle dichiarazioni sono dell’autore e/o dell’intervistato che ci ha fornito il contenuto. L’intento della testata è quello di fare informazione a 360 gradi e di divulgare notizie di interesse pubblico. Naturalmente, sull’argomento trattato, caltanissetta401.it è a disposizione degli interessati e a pubblicare loro i comunicati o/e le repliche che ci invieranno. Infine, invitiamo i lettori ad approfondire sempre gli argomenti trattati, a consultare più fonti e lasciamo a ciascuno di loro la libertà d’interpretazione.                                                 

La pressione fiscale in Italia è tornata a salire, riportandosi sui livelli registrati nel 2020-2021. Lo confermano i dati diffusi dall’Istat, secondo cui nel 2024 il peso complessivo delle imposte e dei contributi ha raggiunto il 42,5% del Pil, in crescita rispetto al 41,2% del 2023.

L’aumento, spiega l’Istat, è legato a un incremento delle entrate fiscali e contributive (+5,8%) superiore rispetto alla crescita del Pil a prezzi correnti (+2,7%).

Il dettaglio delle entrate

Nel 2024 le entrate totali delle Amministrazioni pubbliche sono aumentate del 3,9% rispetto all’anno precedente, con un’incidenza sul Pil pari al 47,1%. Le entrate correnti, in particolare, hanno registrato una crescita del 5,8% e si sono attestate al 46,7% del Pil.

Tra le voci che hanno contribuito maggiormente:

  • Imposte dirette: +6,7%, trainate da Irpef, Ires e ritenute su interessi e redditi da capitale.
  • Imposte indirette: +6,1%, grazie all’aumento di Iva, Irap e dell’imposta sull’energia elettrica, tornata ai livelli pre-crisi con il ripristino degli oneri generali del sistema energetico.
  • Contributi sociali effettivi: +4,3%.
  • Altre entrate correnti: +10,9%.

In calo invece le entrate in conto capitale (-70,8%), a causa della riduzione dei contributi a fondo perduto dell’Unione europea legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).

Consumi fermi, l’allarme del Codacons

Se da un lato la pressione fiscale cresce, dall’altro i consumi delle famiglie restano stagnanti. È il commento del Codacons, che denuncia “la mancata ripartenza della spesa” e un “potere d’acquisto penalizzato dall’aumento dei prezzi”.

Secondo i dati, la spesa per consumi finali delle famiglie residenti nel 2024 è cresciuta appena dello 0,5% rispetto al 2023, un ritmo definito “irrilevante” dall’associazione.

Particolarmente preoccupanti le flessioni in comparti chiave:

  • Abbigliamento e calzature: -3,4%.
  • Servizi sanitari: -3,8%.
  • Ricreazione, sport e cultura: -1,4%.
  • Cura della persona: -0,5%.

Per il Codacons, “la causa principale è il forte incremento dei prezzi, che ha colpito diversi settori nel 2024 e continua anche nel 2025”.

Le richieste al governo

L’associazione dei consumatori chiede all’esecutivo misure concrete per tutelare il potere d’acquisto delle famiglie e rilanciare i consumi. “Il governo – avverte il Codacons – deve intervenire con politiche efficaci sui prezzi al dettaglio e sul sostegno ai redditi, altrimenti la stagnazione della spesa rischia di compromettere la crescita economica”.

Fonte LANOTIZIAGIORNALE.IT

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