Chi oggi amministra la Città, la Provincia e la Regione, per anni ha predicato sulla necessità di tutelare la peculiare Antenna RAI di colle Sant’Anna. Gli stessi soggetti politici oggi ritengono che la demolizione del manufatto sia “necessaria e inevitabile”. Sempre gli stessi soggetti politici, solo pochi anni fa, chiedevano a gran voce che il Comune acquistasse il bene per consentirne la tutela e la valorizzazione. Sempre sul piano della responsabilità politica, bisogna chiedersi cosa abbiano fatto i deputati regionali che fanno parte della maggioranza di governo per favorire un intervento della Regione e reperire le risorse necessarie per gli interventi di manutenzione straordinaria e ordinaria?
E dunque: il Comune di Caltanissetta può limitarsi a fare appello al buon senso e alla disponibilità di Rai Way? Quale studio, quale progettazione è stata messa in campo in questi ultimi mesi?
Anche in merito al provvedimento che ha posto fine al vincolo culturale posto sull’impianto RAI di colle Sant’Anna, rimangono domande non chiarite, a partire da una: perché tale vincolo è stato rimosso anche dagli altri immobili RAI che insistono sul sito? Che tipo di tutela esercita la Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali nel nostro territorio?
Per quali ragioni non sono stati effettuati, nel corso degli anni, i necessari, obbligatori interventi di manutenzione sul bene culturale? Come mai il Sindaco e la Soprintendente non hanno diffidato/denunciato per questa omissione Rai Way?
Che destinazione avranno gli edifici, i macchinari e le opere di pregio oggi collocate all’interno del sito? L’Amministrazione Comunale intende agire per la loro acquisizione e valorizzazione?
Infine: il vincolo paesaggistico vigente sui terreni ove insiste l’Antenna e il nostro Piano regolatore comunale non consentono di escludere che quell’area possa essere interessata da future lottizzazioni e speculazioni. In considerazione di ciò, perché non approvare da subito una variante al Piano regolatore comunale che consolidi il vincolo di inedificabilità e destini quel sito soltanto ad uso parco pubblico?
Quello che noi chiamiamo “patrimonio culturale” è un palinsesto di incontri, scontri, dialoghi e distruzioni: un intreccio che dura, con tutte le sue cicatrici, finché il tempo non lo cancella o finché noi ignominiosamente non lo distruggiamo. Non lo disperdiamo.
Prof. Leandro Janni, presidente regionale di Italia Nostra Sicilia

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