Il vice forzista vuole “bruciare” il referendum, per gli altri due non è “priorità”
Una riunione politica con i vertici del governo.
Per capire se ci sia qualche margine per approvare un provvedimento sulla cittadinanza.
Provando così a “bruciare” il referendum di questa primavera. Ma, in realtà, dopo il confronto, il vertice di giovedì a Palazzo Chigi non ha prodotto risultati concreti.
La spaccatura nell’esecutivo, infatti, è forte: se il vicepremier di Forza Italia, Antonio Tajani, spinge per approvare una legge sulla cittadinanza (il cosiddetto Ius Italiae, uno Ius Scholae in salsa azzurra), ma Giorgia Meloni e Matteo Salvini sono contrari.
La premier e il suo vice credono che il referendum fallirà per mancanza di quorum e così l’argomento sarà considerato chiuso.
Giovedì pomeriggio ne hanno parlato a Palazzo Chigi proprio Tajani insieme al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano e i ministri Carlo Nordio (Giustizia) e Matteo
Piantedosi (Interno).
Per qualche minuto, riferiscono fonti di governo, avrebbe preso parte alla riunione la
stessa presidente del Consiglio Meloni.
La partecipazione della premier, però, non trova conferme, anche se venerdì i quotidiani hanno riportato un faccia a faccia duro tra Meloni e Nordio sulla questione del software Paragon.
L’occasione della riunione di governo è relativa alle ultime inchieste sui passaporti falsi
e sul traffico di migranti e per questo sono stati coinvolti anche i ministri Nordio e
Piantedosi.
Durante il vertice, però, Tajani ha perorato la causa di una legge sulla cittadinanza: da settimane ripete che la soluzione sarebbe lo Ius Italiae, cioè la concessione della cittadinanza dopo un ciclo di studi obbligatorio.
Lo ha fatto anche durante il vertice di giovedì.
La questione è prima di tutto politica: il vicepremier di Forza Italia vuole intestarsi la battaglia
dei diritti perché sa che proprio su questo si gioca la tenuta del suo partito, dopo l’intervista
al Foglio di Marina Berlusconi che ha deciso di puntare proprio sul tema dei diritti provando a spostare Forza Italia sempre più verso il centro.
Tajani sa che in caso di vittoria al referendum, il tema della cittadinanza gli sarebbe strappato di mano, soprattutto visto che le forze politiche di maggioranza si esprimeranno per chiedere
gli elettori di non andare a votare.
L’obiettivo del leader di Forza Italia, dunque, è chiaro: spingere per approvare una legge il prima
possibile.
Peccato però che gli ostacoli principali li abbia all’interno del governo.
Oltre alla resistenza del ministro dell’Interno Piantedosi che continua a ripetere che l’Italia è il Paese europeo che concede il maggior numero di cittadinanze, anche Salvini e Meloni sono contrari a cambiare le regole sulla cittadinanza.
Entrambi credono che far fallire il referendum sia la soluzione migliore: se non si raggiungerà il quorum –convinzione forte a Palazzo Chigi visto che è venuto meno anche il quesito sull’autonomia – a quel punto sarà messa una pietra sopra su qualsiasi ipotesi di riforma della legge sulla cittadinanza.
“Non è una priorità e non è nel programma di governo”, ripetono in coro Meloni e Salvini.
Tajani p e r ò nelle prossime settimane continuerà a battere su questo tasto.
La riforma della cittadinanza è l’unico modo per dimostrargli il cambio di passo alla famiglia Berlusconi.
La primogenita dell’ex Cavaliere, infatti, ha anche sostenuto che serva una legge sul fine vita e si è detta favorevole ai matrimoni tra coppie omosessuali.
Ma su questi due argomenti Tajani, che fa spesso professione del suo cattolicesimo, non è d’accordo, a costo di mostrarsi più conservatore di alcune frange della Lega che ha già aperto
sul fine vita con Salvini e i governatori: il vicepremier forzista è molto scettico e non la ritiene una soluzione.
Taiani: “Non intendo fare marcia indietro sulla proposta di legge Ius Italiae, che non è lassista ma una proposta seria che rende più efficace la legge sulla cittadinanza”
Meloni: “Ius scholae? Io penso che questo governo si debba concentrare sulle materie che sono
nel programma, molto corposo. Non metterei altra carne al fuoco”
Marina Berlusconi: “Sulla cittadinanza bisogna progredire a piccoli passi per arrivare a un’integrazione più ragionevole. Sì a una legge su fine vita e matrimoni gay”
Fonte ilFattoQuotidiano

Cittadinanza Day Manife s tazione a Roma nel 2017 per l’approvazione dello Ius Soli
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