Quasi quindici anni fa, grazie a un articolo firmato da Tony Zermo sul quotidiano La Sicilia, abbiamo conosciuto l’architetto Pier Paolo Maggiora, il quale, in quell’intervista, presentava una visione audace e affascinante: trasformare la Sicilia in una “megalopoli” da cinque milioni di abitanti, capitale del Mediterraneo.
Le città di Palermo, Catania, Messina e tutte le altre, secondo Maggiora, avrebbero potuto diventare quartieri interconnessi di questa grande realtà urbana, grazie a un sistema di mobilità avanzata capace di collegare il centro e la periferia dell’isola in appena una ventina di minuti.
All’epoca, concetti come l’alta velocità o il Ponte sullo Stretto ci apparivano come suggestioni oniriche, e l’architetto Maggiora ci sembrava un visionario.
Eppure, in quella visione c’era una logica profonda, una progettualità concreta: un modello di sviluppo fondato su un sistema infrastrutturale integrato, dove ogni opera fosse funzionale a un progetto unitario che egli chiamò ARGE.
Da allora sono trascorsi oltre quindici anni. Eppure, ARGE è ancora vivo, oggi più attuale che mai. Paradossalmente, è stato proprio il più “leghista” dei leghisti, Matteo Salvini, a recuperare parte di quel disegno, rilanciandolo con una prima opera simbolica e strategica: il Ponte sullo Stretto di Messina.
Siamo orgogliosi, nel nostro piccolo, di aver contribuito a tenere accesa quella visione. In questi anni abbiamo scritto decine di articoli, tutti pubblicati, per spiegare l’importanza del Ponte e del progetto ARGE. Oggi, finalmente, vediamo approvato il progetto definitivo e stanziati i fondi per la realizzazione.
Ed è inutile che gli oppositori, i cosiddetti “No Ponte”, continuino a sollevare obiezioni legate ai rischi sismici, eolici o ambientali: il Ponte è stato progettato dai migliori esperti internazionali del settore ed è destinato a diventare una delle opere più sicure e straordinarie al mondo. Una grande infrastruttura che cambierà radicalmente l’economia della Sicilia e dell’intero Paese, restituendo dignità a una terra per troppo tempo dimenticata e umiliata.
L’Italia non finisce a Reggio Calabria.
Giunta Salvatore- Amico Aldo -I Circoli della Società Civile
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