Ristori, fondi alla cultura, aiuti contro il dissesto: ecco le scelte dell’Ars che premiano per vicinanza politica e non per necessità La denuncia del sindaco di Caltagirone
Il Comune di Resuttano e quello di Alimena sono separati da 11 chilometri di strada provinciale, tagliata a metà da un confine. È quello che separa due province: quella di Caltanissetta e quella di Palermo.
Appena un quarto d’ora d’auto, eppure, lungo il tragitto cambia qualcosa.
Resuttano ha, potenzialmente, il diritto di ricevere un ristoro dalla Regione. Alimena no.
Un esempio come tanti della discrezionalità a cui sono sottoposti i Comuni siciliani, sempre più in difficoltà economica e destinatari di finanziamenti regionali anche sulla base della presenza all’Ars di un deputato pronto a intestarsi una causa “territoriale”.
L’esempio di prima non è un racconto, ma è una legge.
Un collegato all’ultima finanziaria regionale, per l’esattezza, che all’articolo 8 prevede i “contributi straordinari per l’acquisto di foraggi” nel 2023.
A chi è destinato poco più di mezzo milione di euro?
Agli agricoltori “aventi sede legale nei comuni della provincia di Caltanissetta”.
A Resuttano sì, ad Alimena no. A Mussomeli sì, alla vicina Casteltermini no.
Merito dei deputati nisseni, commenta qualche collega, indicando in particolare Michele Mancuso di Forza Italia.
Ma il caso dei Comuni “foraggiati”, come detto, è solo un esempio di come ogni manovra sia una roulette per i sindaci. Alcuni si alzano dal tavolo vincenti, altri con le tasche bucate. Persino nella scelta di parametri teoricamente oggettivi si fanno “figli e figliastri”.
È l’immagine che usa il sindaco di Caltagirone, Fabio Roccuzzo: “Quanto accade in Sicilia – dice – ha dell’incredibile.
In una terra dove i sindaci sono costretti a ogni gesto impopolare per risanare i bilanci dei propri comuni per far fronte alla erogazione dei servizi ai cittadini, in una Regione dove si registrano 73 Comuni in dissesto finanziario su 391 e 40 Comuni in piano di riequilibrio, dove dunque un comune su tre è strutturalmente deficitario, la Regione Siciliana, in modo tardivo e senza una norma strutturale, a differenza della Regione Sardegna – prosegue Roccuzzo – decide di destinare 37 milioni di euro per sostenere i Comuni in difficoltà finanziaria, individuando quali comuni in dissesto beneficiari beneficiari del contributo, esclusivamente quelli con una popolazione inferiore a 25.000 abitanti”.
Un’altra linea, quindi, tracciata dai deputati: chi, all’ultimo censimento, ha registrato 24 mila abitanti, può richiedere la sua fetta di torta.
Il comune da 26 mila, resterà a digiuno.
E anche qui, il sospetto è che la linea sia stata segnata dopo un accurato calcolo dei costi e dei benefici da parte degli onorevoli interessati.
Del resto, quella norma fa parte della “legge delle mance”: la numero 25 di quest’anno, che comprende anche i tanto contestati contributi alle associazioni culturali.
In quella legge, oltre alla norma denunciata dal sindaco di Caltagirone, si può ritrovare un elenco di Comuni fortunati.
Tra questi, Castel di Lucio, 1.400 abitanti e 147 mila euro di contributo per le attività culturali, parte dei quali sarebbero andati a due associazioni guidate dal consulente del deputato di Forza Italia Alessandro De Leo.
Ma negli allegati di quella legge c’è di tutto: ad esempio 49 mila euro per comprare le nuove divise della Polizia municipale a Catania, comune guidato dal sindaco di Fdi Enrico Trantino, o i 78.400 euro per realizzare una struttura di ricovero per cani e gatti ad Acicatena il cui sindaco è la meloniana Margherita Ferro.
E ancora, su Francofonte, comune di 11 mila abitanti guidato da Daniele Lentini candidato alle regionali con la Dc e vicino al deputato Mpa Giuseppe Carta, sono piovuti la bellezza di 225
mila euro per una generica attività di promozione e valorizzazione dei prodotti tipici.
A Raffadali, comune il cui sindaco è Silvio Cuffaro, fratello dell’ex governatore, sono arrivati oltre 73 mila euro per la casa museo beato Francesco Spoto.
A Ispica, il sindaco ed ex deputato di Forza Italia Innocenzo Leontini riceverà un finanziamento da 196 mila euro per il restauro dell’organo della Basilica.
Ma l’elenco, tra finanziarie e manovrine è davvero sterminato. E comprende anche l’opposizione. Perché ogni deputato ha un Comune amico.
E per il Comune, in Sicilia, è consigliabile avere un amico deputato.