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La nomina di Musk e quel conflitto di interessi “mondiale”

Last updated: 13/11/2024 6:00
By Redazione 134 Views 6 Min Read
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Il “Dipartimento per l’efficienza” interverrà su agenzie federali che dovrebbero controllare le sue imprese. Il peso di Musk nell’amministrazione Trump su governi alleati e non

Insieme, questi due meravigliosi americani spianeranno la strada alla mia amministrazione per smantellare la burocrazia governativa, tagliare le normative eccessive, tagliare le spese inutili e ristrutturare le agenzie federali, essenziali per il movimento ‘save america’. Diventerà, potenzialmente, ‘il progetto Manhattan’ dei nostri tempi” (il progetto segreto Usa per sviluppare la prima bomba atomica, ndr). 

Così Donald Trump presenta la nomina di Elon Musk e Vivek Ramaswamy. Saranno loro alla guida del nuovo “Dipartimento per l’efficienza governativa”. 

“I politici repubblicani – prosegue Trump – hanno sognato gli obiettivi del ‘Doge’ (acronimo del nuovo dipartimento per l’efficienza governativa) per molto tempo. Per guidare questo tipo di cambiamento drastico, il dipartimento per l’efficienza governativa fornirà consigli e indicazioni dall’esterno del governo e collaborerà con la Casa Bianca e l’office of management & budget per guidare una riforma strutturale su larga scala e creare un approccio imprenditoriale al governo mai visto prima”. “Non vedo l’ora – continua – che Elon e Vivek apportino cambiamenti alla burocrazia federale con un occhio all’efficienza e, allo stesso tempo, rendendo la vita migliore per tutti gli americani. È importante che eliminiamo gli enormi sprechi e le frodi che esistono nei nostri 6500 miliardi di dollari di spesa pubblica annuale. Lavoreranno insieme per liberare la nostra economia e rendere il governo degli stati uniti responsabile nei confronti del ‘popolo’. Il loro lavoro si concluderà entro e non oltre il 4 luglio 2026: un governo più piccolo, con più efficienza e meno burocrazia, sarà il regalo perfetto per l’America nel 250mo anniversario della dichiarazione di indipendenza. Sono sicuro che ci riusciranno!”

L’annunciata nomina suscita già forti timori per il potenziale gigantesco conflitto di interessi di Musk, uno dei maggiori contractor del governo federale. Le sue attività imprenditoriali, dall’intelligenza artificiale alle auto senza pilota, sono soggette a leggi e regolamenti e al controllo di enti federali.

Non è forse un caso che Donald Trump, nel presentare la nomina, parli dell’intervento dei due imprenditori “dal di fuori del Governo”: i loro compiti sarebbero “consigli”.

Ma il conflitto è nelle cose. Il ruolo di Musk nella seconda amministrazione Trump come consulente sui tagli alla spesa influirebbe sulle agenzie governative che regolano le sue attività. Intervenendo nel programma online di Tucker Carlson il miliardario aveva sottolineato che sarebbe felice di aiutare il governo ad essere “più efficiente”: ”Penso che dobbiamo tagliare la burocrazia, ridurre la troppa regolamentazione e le agenzie federali. Creiamo nuove agenzie tutto il tempo e questo rappresenta un costo per le persone”, spiegò Musk, aggiungendo che “l’America è una nazione di costruttori” e “presto  sarete liberi di costruire”.  

Il conflitto di interesse

Alcuni legislatori che hanno parlato con Nbc News a condizione di anonimato temono che Musk possa cercare di spingere la politica statunitense in una direzione favorevole ai suoi interessi finanziari. Sono preoccupati che Musk possa minare l’obiettivo degli Stati Uniti di impedire alla Cina di accedere a una tecnologia all’avanguardia che può essere utilizzata per sviluppare capacità militari e di intelligence. 

Gli esperti dicono che la potenziale influenza di Musk sul governo degli Stati Uniti deriva dal ruolo di SpaceX. La società, in cui Musk ricopre il ruolo di Ceo, è stata definita un ‘monopolio de facto’ dagli analisti a causa della sua quota di mercato dominante nell’invio di satelliti commerciali e governativi nello spazio.

Musk, rileva ancora Nbc News, “sarebbe in grado di intensificare gli affari delle sue aziende grazie al suo ormai profondo legame con Trump e potrebbe prendere di mira i suoi rivali nel settore aerospaziale, come Boeing”. Musk nelle settimane scorse “ha criticato Boeing, per i suoi enormi contratti governativi in collaborazione con altri giganti della Difesa” e “i contratti governativi assegnati alle grandi aziende della Difesa che, a suo dire, ostacolano l’innovazione e non forniscono alcun incentivo a finire il lavoro”. 

Come ha spiegato Federico Fubini sul Corriere della Sera, “Il punto è piuttosto Starlink, la rete che attualmente ha nell’atmosfera 6.400 satelliti per la connessione Internet (ma potranno raddoppiare o quadruplicare in breve tempo). Starlink può rifornire compagnie navali o aeree – queste ultime spesso pubbliche – ma gli interlocutori fondamentali per i suoi contratti sono e saranno sempre centinaia di governi e grandi aziende statali in tutto il mondo”. 

Gli stessi rapporti con l’Italia e l’ipotesi di accordo di Starlink con il governo italiano grazie agli incontri di Musk con Giorgia Meloni prima alla Festa di partito di Fratelli d’Italia e poi a New York, spiega come vi sia anche una intesa che lega simpatie politiche ad affari. Che permettono a Musk di entrare a piè pari anche su vicende politiche interne, come il caso di ieri sui migranti e i giudici. 

Intano Morgan Stanley ricorda come nell’arco di una quindicina di anni Starlink possa arrivare a fatturare tra i 250 e i 300 miliardi di dollari e Musk potrebbe scegliere di quotarla in borsa, staccandola da SpaceX

Il fatto di avere poi un ruolo all’interno dell’amministrazione Trump, sebbene da consulente, potrebbe rappresentare per lui una grande spinta su governi partner, amici e alleati. Una platea impressionante di possibili “clienti”.

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