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Le sei possibili violazioni dei diritti umani a Gaza secondo l’Ue

Last updated: 22/06/2025 5:58
By Redazione 99 Views 5 Min Read
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Il rapporto dell’Ufficio del Rappresentante speciale dell’Unione europea per i diritti umani contesta violazioni degli obblighi derivanti dall’articolo 2 dell’Accordo di associazione con l’Ue

AGI – Dalla fame come “punizione collettiva” all’uccisione “forse deliberata dei giornalisti”: sono sei le possibili violazioni dei diritti umani da parte di Israele a Gaza e due in Cisgiordania, che hanno portato l’Ufficio del Rappresentante speciale dell’Unione europea per i diritti umani a concludere che “vi sono indicazioni secondo cui Israele ha violato i propri obblighi derivanti dall’articolo 2 dell’Accordo di associazione con l’Ue”, la clausola che lega le relazioni bilaterali al rispetto dei diritti umani e dei principi democratici.

È quanto emerge dal rapporto commissionato dall’Alta rappresentante dell’Ue per la Politica estera, Kaja Kallas, di cui l’AGI ha preso visione. Nel dettaglio, l’Israele è accusato di: blocco e negazione degli aiuti umanitari; attacchi con numerose vittime civili; bombardamenti sistematici contro ospedali; sfollamenti forzati su larga scala; uccisioni di giornalisti e mancanza di accertamento delle responsabilità.

A queste si aggiungono due categorie di violazioni in Cisgiordania: consolidamento ed espansione degli insediamenti e detenzioni arbitrarie e trattamenti inumani. Il rapporto – arrivato su richiesta di diciassette Paese Ue e che sarà esaminato nella riunione dei ministri degli Esteri lunedì – si basa esclusivamente su fonti indipendenti come la Corte internazionale di giustizia, l’Ohchr, la Corte penale internazionale e diverse agenzie Onu e “non esprime giudizi politici ma fornisce elementi per una valutazione nel contesto del riesame in corso da parte dell’Ue”.

Il primo punto delle violazioni riguarda il blocco dell’assistenza umanitaria: “Appare incompatibile con il principio di distinzione, in quanto colpisce indiscriminatamente l’intera popolazione civile”, scrivono gli analisti sottolineando come possa “configurarsi come punizione collettiva”, vietata dalla Quarta Convenzione di Ginevra. Il secondo elemento sono gli attacchi con alto numero di vittime civili: “Il 44% delle morti palestinesi verificate negli attacchi a edifici residenziali riguarda bambini, per lo più neonati”, viene rilevato citando l’Ohchr.

“La distribuzione demografica delle vittime – si legge ancora – riflette quella della popolazione generale, suggerendo attacchi indiscriminati“. La terza violazione riguarda gli ospedali: “Colpiti sistematicamente da bombardamenti, assedi, incursioni e cecchini, con arresti e maltrattamenti di personale medico e sfollati”. “Le strutture sanitarie, anche in caso di sospetto uso militare, restano protette e non possono essere colpite senza il rispetto dei principi di precauzione e proporzionalità”, afferma la relazione.

Il quarto tipo di violazione riguarda gli sfollamenti forzati. “Il 90% della popolazione di Gaza ha subito evacuazioni, spesso ripetute, verso zone designate come sicure ma poi anch’esse bombardate”, rileva l’analisi. Quinto elemento: gli attacchi a giornalisti.

“Numerosi operatori dei media sono stati uccisi, possibile deliberatamente”, in violazione del diritto alla libertà di espressione e delle tutele per i civili sancite dal diritto internazionale umanitario. Il sesto punto riguarda l’assenza di accertamento di responsabilità: “Israele non ha concesso l’accesso a missioni d’inchiesta dell’Onu e non ha avviato indagini credibili su torture, maltrattamenti e uccisioni di detenuti”, scrive l’Ufficio Ue, evidenziando che “ciò mina il rispetto dello stato di diritto e del principio di rimedio effettivo”.

A questi si aggiungono due gravi violazioni sistemiche in Cisgiordania. La prima riguarda gli insediamenti e la confisca delle terre. “La Corte internazionale di giustizia ha individuato sei violazioni legate alla politica degli insediamenti, tra cui il trasferimento della popolazione israeliana nei territori occupati, la segregazione razziale e la violazione del diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese”, si legge.

Per l’Ohchr, si configura “un sistema discriminatorio assimilabile a segregazione e apartheid“. L’ultima violazione riguarda le detenzioni arbitrarie. “Dopo il 7 ottobre 2023, migliaia di palestinesi, inclusi minori, donne e anziani, sono stati arrestati senza accusa o processo, detenuti in condizioni che l’Ohchr definisce inumane”, con testimonianze di torture, sparizioni forzate e mancata restituzione dei corpi.

“Israele ha negato informazioni ai familiari, ha limitato l’accesso a cure mediche, cibo, contatti con l’esterno e rappresentanza legale”, si legge ancora nel rapporto. Tutti elementi che – secondo la nota – devono essere considerati in sede di valutazione del rispetto della clausola sui diritti umani dell’accordo di associazione tra Ue e Israele.

Fonte AGI di Brahim Maarad

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