I proverbi in Sicilia sono autentiche perle di saggezza miste a cinismo e molte pagine Facebook sono una fonte infinita di ispirazione, questa la prima di una, si spera, lunga serie.
Dalle nostre parti, quando ci si trova di fronte a una verità palese che però qualcuno tenta invano di celare, si ricorre a delle espressioni antiche, ma che rendono bene il fatto in questione.
“Non puoi ammucciari u suli cu lu crivu”, non puoi nascondere il sole con un setaccio.
Questo antico detto racchiude la saggezza popolare di una comunità che ha imparato a distinguere tra ciò che è tangibile e ciò che è pura illusione.
La sua forza è potente, dirompente e nello stesso tempo disarmante, come un setaccio non può oscurare la luce del sole, così certe evidenze, prima o poi, non si possono nascondere.
Ma cosa succede quando questo principio si scontra con il mondo della politica, specialmente quando chi detiene il potere è chiamato a prendere decisioni che riguardano l’intera collettività?
Spesso, in campagna elettorale, i candidati promettono cieli azzurri e risoluzioni immediate a problemi annosi.
Discorsi accattivanti, programmi ambiziosi e un’energia contagiosa che fanno sperare in un futuro migliore, conquistando la fiducia degli elettori, che credono a quelle parole.
Queste promesse, tuttavia, sono come semi gettati in un terreno che, una volta raggiunto il potere, possono anche non germogliare.
È qui che il “crivu” della realtà inizia a svelare la sua inefficienza.
Il politico che, una volta eletto, frena la propria azione, rimanda decisioni cruciali o, peggio, dimentica o addirittura a rinnega gli impegni presi, sta tentando di nascondere il sole con il setaccio.
Spesso non sono le difficoltà economiche, quelli in alcuni settori non mancano, o le infrastrutture fatiscenti e la burocrazia, ma il prendere tempo e rinviare per meglio valutare e non scontentare nessuno, specialmente gli amici.
Il “sole” in questo contesto è la realtà dei fatti, la reale condizione in cui versa la collettività.
Il “setaccio” rappresenta il tentativo di chiudere gli occhi di fronte ai problemi, la mancanza di coraggio nel prendere decisioni che creerebbero malumori all’interno della propria coalizione.
Spesso, la paura di perdere consenso nei confronti chi lo ha più volte sostenuto, spinge a prendere tempo, a camuffare la verità con parole che non scontentano nessuno.
Eppure, il “sole” continua a picchiare sodo.
La gente vive quotidianamente le conseguenze di quelle mancate decisioni. Le difficoltà economiche si traducono in bollette più alte e carrelli della spesa meno pieni. I servizi pubblici inefficienti diventano un ostacolo alla vita di tutti i giorni. L’assenza di opportunità si traduce in un futuro sempre più incerto per i giovani.
Questi “raggi” attraversano ugualmente il setaccio, rendendo vana ogni illusione di poter nascondere la verità.
Chi guida la cosa pubblica ha il dovere di affrontare la realtà con coraggio e onestà intellettuale.
Le promesse elettorali devono tradursi in azioni concrete, anche se difficili.
Se le circostanze mutano e rendono impraticabili alcune soluzioni, è fondamentale comunicarlo con trasparenza, spiegando le motivazioni e proponendo alternative credibili.
Tentare di “nascondere il sole” con il setaccio dei silenzi, delle giustificazioni o dell’inerzia politica non fa altro che aumentare la distanza tra cittadini e istituzioni, alimentando sfiducia e disillusione.
In un momento storico in cui la credibilità della classe dirigente è messa costantemente alla prova, richiamare il detto “Non puoi ammucciari u suli cu lu crivu” diventa un monito potente.
È un invito a riscoprire la trasparenza, la responsabilità e il coraggio di affrontare l’evidenza, per quanto scomoda o spiacevole possa essere.
Solo così la politica potrà riacquistare la fiducia dei cittadini e operare per il bene comune, senza illudersi di poter celare ciò che è sotto gli occhi di tutti. Ad Maiora
Foto tratta da una delle tante pagine Facebook
