Il ministro della Giustizia si difende sul caso Almasri: “Non sono un passacarte, gli atti della Cpi avevano inesattezze”
L’oggetto della mozione di sfiducia contro il ministro della Giustizia Carlo Nordio è il caso Almasri, il funzionario libico fermato lo scorso gennaio su mandato della Corte penale internazionale e liberato dopo poche ore per motivi su cui persistono molti punti di domanda. Nella sua “difesa” a Montecitorio, il Guardasigilli ha esordito elencando tutte le accuse mosse dalle opposizione durante la discussione dello scorso 25 febbraio. Si è parlato, ha detto il ministro, del “numero dei suicidi in carcere, del sovraffollamento carcerario, dei magistrati fuori ruolo, del panpenalismo, della salute nelle carceri, della crociata contro le intercettazioni, del dossieraggio dei parlamentari” e così via.”Un cahier de doleance” che “ricorda un po’ i libelli dell’Inquisizione dei secoli scorsi. Mancano solo l’accusa finale di simonia e bestemmia e siamo a posto”. Sul finale dell’intervento, tra gli applausi di tutto il centrodestra, Nordio ha accusato le opposizioni di “attacco strumentale per evitare la madre di tutte le riforme, quella sulla separazione delle carriere e l’inserimento del sorteggio nel Csm. Ma quali siano gli attacchi noi non vacilleremo e andremo avanti. Se voi farete del vostro peggio – ha affermato tra gli applausi dei parlamentari del centrodestra – noi faremo del nostro meglio”.
“Non ho preso tempo per favorire la fuga di Almasri”
“Nel diritto non c’è mai una certezza assoluta. Io ho una certa perplessità quando sento discutere con tanta sicurezza di questioni giuridiche – ha sottolineato Nordio, tornando a parlare del caso Almasri -. Le perplessità si trasformano in tenerezza quando c’è una certezza assoluta, come l’altra volta”. L’attività del ministro della Giustizia, ha ribadito Nordio tornando su un argomentazione più volte usata nelle scorse settimane, “non è quella di un passacarte, ma deve attivare un’attività istruttoria o pre-istruttoria rapportandosi anche con altri organi di governo. E può farlo quando gli atti che arrivano dalla Corte penale internazionale sono poco convincenti, rivelano inesattezze. E in questo caso le hanno rivelate nella parte fondamentale”, cioè nelle date (corrette in un secondo mandato d’arresto spiccato dalla Cpi) in cui sarebbero stati commessi i reati contestati ad Almasri. “Il tempo del reato commesso – ha specificato – è il dato fondamentale senza cui l’atto di imputazione è sostanzialmente nullo nel nostro ordinamento, ma penso che sia un principio comune. Soprattutto se l’individuazione esatta della data è il presupposto per stabilire se la Corte penale internazionale ha giurisdizione. Il tempo che il ministro si è preso non è stato per favorire la fuga o l’uscita di qualcuno, ma il tempo necessario per capire se quell’atto dovesse avere un seguito”.
Le opposizioni
Dalle opposizioni – tutte, tranne Azione, firmatarie della mozione di sfiducia contro Nordio – il primo a prendere la parola è il segretario di +Europa Riccardo Magi. “Spessa solo alla Corte penale internazionale valutare la necessità di un fermo o di un arresto, noi siamo tra coloro che ritengono che ci sia stata una corresponsabilità tra Nordio e la Corte d’Appello di Roma. Ma lei ha avuto un’enorme responsabilità e l’ha assunta per motivi politici. Il governo nelle prime ore ha mentito agli italiani e al parlamento, Palazzo Chigi non poteva non sapere ma ha preferito non prendere in mano il fascicolo e mettere in atto un’inerzia che ha annullato un mandato di arresto internazionale. Poi, da parte del governo è seguita un’attività di discredito della Corte penale internazionale. Dopo il mancato arresto – ha concluso, – siamo stati declassati a stato canagliata”. Per Maria Elena Boschi di Italia Viva, il ministro dovrebbe dimettersi perché “ha mentito a quest’Aula. È l’unico che pensa che Almasri sia stato liberato per un cavillo giuridico, nessun italiano le crede. Lei ancora oggi ha continuato a parlare volutamente di questioni procedurali. Noi non crediamo che si debba dimettere per un’inchiesta, perché siamo garantisti, ma perché non ha detto la verità in parlamento”. Il punto, per Angelo Bonelli di Alleanza verdi-sinistra, è che Nordio “non ha avuto il coraggio di ricordare le vittime del boia Almasri, di coloro che sono stati torturati e assassinati. Non si può nascondere dietro i cavilli giuridici, perlopiù falsi, quelle persone chiedono giustizia. Ha fatto l’avvocato di Almasri” e “ha coperto un boia, un criminale, uno stupratore. Come fa ad andare tranquillo a dormire?”
Fonte L’Espresso
