Uno stock di 6mila bicchieri da caffè personalizzati usa e getta
Nel decreto con cui viene liquidata la somma alla ditta fornitrice non è chiaro quale tipo di personalizzazione sia stata richiesta, se una generica che rimandi alla Regione o una specifica relativa all’assessorato al Territorio e Ambiente.
Ciò è certo è che la somma stanziata è stata di 951,60 euro, di cui 171,60 per l’Iva.
Nel documento con cui la Regione ha impegnato la somma a maggio, si legge che la “richiesta” dei bicchierini da caffè personalizzati è arrivata a “firma del capo di gabinetto” dell’assessora Giusy Savarino.
Il servizio di personalizzazione ha di fatto lievitare il costo per singolo pezzo. Calcolatrice alla mano, 6mila pezzi al costo complessivo di 780 euro significa che la Regione ha accettato di pagare ogni singolo bicchierino 13 centesimi.
Senza impegnarsi troppo, chiunque volesse comprare dei bicchierini da caffè usa e getta da tenere a casa o in ufficio li comprerebbe anche online a un prezzo che si aggira su un centesimo per singolo pezzo, ma la Regione Siciliana, invece, ha deciso di spenderne 13 di centesimi per ogni bicchiere che, una volta utilizzato, finirà comunque nella pattumiera.
La differenza, circa 600-700 euro, dev’essere nel tocco di classe che ha convinto l’Assessorato a fare questo sacrificio economico, pur di garantire bicchierini “personalizzati» ai dipendenti e agli ospiti dell’Ufficio di Gabinetto.
Possiamo immaginare che gustare “na’ tazzulella e cafè”» dev’essere un’esperienza sensoriale unica. Se poi ce lo presentano in un bicchierino da collezione (usa e getta) allora si possono raggiungere vette mistiche, altro che “a ricetta ch’à Ciccirinella compagno di cella ci ha dato mammà”.
E tra scandali e ingiustizie varie la Regione che fa? “Si costerna, s’indigna, s’impegna poi getta la spugna con gran dignità”. Così in questi mesi di mance dispensate all’Ars come coriandoli, di auto
blu come taxi “personalizzati”, di sontuosi contributi assegnati in una logica di spudorato “do ut
des”, di assunzioni e incarichi mascherati, anche la “tazzulella e cafè” di Pino Daniele finisce
nell’elenco delle 21 ingiustizie di Giusy Savarino.
Mentre «nui puzzammo e famme», loro “s’allisciano se vattono se pigliano o’ cafè”…e “se magniano a città”.
Certo, la curiosità è forte. Come sarà un bicchierino “personalizzato”? Visto che l’assessorato si occupa di ambiente, sarà biodegradabile? Quale intuizione artistica incanterà l’ospite dell’Ufficio di Gabinetto?
Ma c’è anche il curioso disincantato che si arrovella in un vuoto di sobrietà.
E magari si chiede se questo modus operandi non abbia familiarità con una gestione
non proprio ispirata alla spending review, all’oculatezza della spesa pubblica.
«Ah che bell’ ‘o cafè»…
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