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Caltanissetta 401 > News > Cronaca > Sanità, governo bocciato per il 51% è peggiorata. Male anche sulle tasse
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Sanità, governo bocciato per il 51% è peggiorata. Male anche sulle tasse

Last updated: 25/03/2025 6:23
By Redazione 134 Views 5 Min Read
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Sondaggio Demos: peril 37% l’esecutivo non riesce a gestire l’immigrazione irregolare. E solo per il 16%la sicurezza è migliorata

Il governo guidato da Giorgia Meloni attraversa una fase complicata.
Lo ha messo in evidenza un recente sondaggio condotto da Demos per Repubblica, nel quale emergeva che il grado di fiducia verso questa maggioranza ha toccato il grado più basso dalle
elezioni del 2022. Quando si era affermata.
È, peraltro, vero che il (la) Presidente del Consiglio si conferma davanti a tutti gli altri leader, in quanto a gradimento popolare: 42%.

Ben al di sopra, rispetto alla segretaria del Pd, Elly Schlein: 26%.
Tuttavia, un recente sondaggio di Demos mostra come l’azione del governo non soddisfi particolarmente i cittadini.

Anche se, in generale, non li delude.

Salvo alcune materie, molto importanti per la società. In particolar modo, la sanità e le tasse, che generano grande insoddisfazione.

E, com’è noto, si tratta di argomenti “sensibili”.
Certamente, fra i più considerati dagli italiani.

Ma appare minoritaria anche la quota delle persone che, da quando è in carica questo governo, ritengono “migliorati” i servizi pubblici e la difesa dell’ambiente, il contrasto alla criminalità e il controllo dei flussi migratori.

Argomenti centrali per i cittadini e nei programmi dei partiti della maggioranza di governo a sostegno di Giorgia Meloni.
Che ottiene valutazioni più positive per quel che riguarda l’economia e il sistema produttivo, ma, soprattutto, il ruolo dell’Italia sul piano internazionale.
Al quale il governo e Meloni, in prima persona, hanno riservato grande attenzione.
Fin dall’inizio. Con incontri diretti – e personali – con la presidente della Commissione Europea,
Ursula von der Leyen.

E il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.
I giudizi sull’azione del governo, prevedibilmente, riflettono la posizione politica dei cittadini.
Di conseguenza, emerge un grado elevato di insoddisfazione fra i più vicini ai partiti di centrosinistra.
Mentre, parallelamente, le opinioni divengono più positive fra quanti dichiarano la loro preferenza
al centrodestra.

Pareri particolarmente critici vengono espressi dai sostenitori del M5S e di Avs sulle politiche relative all’ambiente e, insieme al Pd, sulla sanità. Mentre, al contrario, le critiche sfumano nella base di centrodestra.
E anche di Iv e Azione.

Ma l’aspetto più evidente, che caratterizza l’opinione pubblica, è lo sguardo pessimista. Che non
percepisce grandi cambiamenti, rispetto al passato recente.

L’epoca del governo Meloni non sembra aver mutato lo sguardo dei cittadini.
Che appare largamente “incerto”. O meglio, l’unica certezza è l’in-certezza. L’in-sicurezza.
Che la (il) Presidente del Consiglio non pare avere intenzione di superare. Perché l’insicurezza fornisce buoni motivi a chi governa.
Per dare forza alla propria posizione. Al proprio ruolo. D’altra parte, è ormai da molto tempo che alla
base del consenso ci sono le paure.
Le ideologie si sono dissolte da decenni. Insieme alla Prima Repubblica.
Quando il voto era dettato da fratture storiche. Come l’anticomunismo. Segnato dal muro che separava l’Occidente dall’Unione Sovietica e i suoi Paesi periferici.
Ma oggi il muro non esiste più. Neppure in Italia. Dove il governo ha di fronte un’opposizione…
timida. E disorientata. Mentre anche “il polo dell’Occidente”, gli Stati Uniti, è divenuto un problema, più che un riferimento certo. Soprattutto dopo la rielezione di Donald Trump alla Presidenza.

Così l’Europa e l’Italia sono divenuti, a loro volta, “periferici”.
Stretti nella morsa fra Putin e Trump. E quindi pervasi dall’insicurezza. Economica e politica.
Anche perché l’Unione Europea non è mai divenuta veramente unita.

Ma Unione di Paesi che seguono il proprio specifico percorso.
Somma e coalizione di Paesi distinti e, spesso, distanti. Incapaci di costruire un esercito comune
perché diffidenti verso gli altri Paesi europei. E, al tempo stesso, divisi al loro interno. Così
l’Europa diventa una “terra di mezzo”. Fra i due storici Paesi dominanti.
E l’Italia rischia di divenire la “periferia di mezzo”.

Come percepiscono gli stessi cittadini.
Che, per questa ragione, guardano con preoccupazione l’azione del governo.

Ma, per la stessa ragione, dovrebbero opporsi quando il governo si distacca dal manifesto di Ventotene.

Per un’Europa più libera e giusta. E più unita. Perché così anche noi …ci perdiamo

Fonte la Repubblica

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