La legge 23 varata a giugno prevede l’assunzione negli ospedali pubblici di personale sanitario essenziale per praticare le interruzioni di gravidanza
Stop dal Consiglio dei ministri alla norma del 5 giugno scorso varata dalla Regione Siciliana. Impugnata la legge con la quale si rendeva obbligatoria per gli ospedali pubblici l’assunzione di medici e altro personale sanitario non obiettore di coscienza riguardo alla legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza.
Si dicono soddisfatti in una nota congiunta il senatore e capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Insularità Raoul Russo e Carolina Varchi, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera in commissione Giustizia.
“La legge – spiegano Russo e Varchi – violava l’articolo 117 della Costituzione, che garantisce i principi di uguaglianza, di diritto di obiezione di coscienza, di parità di accesso agli uffici pubblici e in tema di pubblico concorso. La legge 194 del ’78 garantisce appieno tutti i diritti in campo ed in Sicilia non vi è alcun problema legato alla sua concreta applicazione.
Di parere opposto Dario Safina, deputato del Pd all’Ars che parla di “Una norma di civiltà, una legge che non limita nessuno, ma garantisce ciò che già dovrebbe essere garantito per legge: il diritto delle donne a scegliere, e a farlo nei tempi e nei modi previsti dalla legge 194. Non un privilegio, ma un diritto”.
Fonte Rai Tgr Regione
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