Un silenzio assordante, quello dei telegiornali Rai sulle inchieste che coinvolgono il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno e l’assessora al Turismo, Elvira Amata.
Dai primi monitoraggi ci sarebbe un unico servizio sulle inchieste, firmato da Claudio Reale del TgR Sicilia che va in onda nel Tg3 del 19 giugno, non nelle edizioni principali ma in quella delle 12 condotta da Jari Pilati.
E’ il giorno nel quale Repubblica dà la notizia dell’inchiesta che coinvolge Galvagno, indagato per corruzione.
Il Tg2 lo stesso giorno si limita a una notizia in breve letta dai conduttori delle edizioni delle 13 e delle 20.30.
Silenzio assoluto, risulterebbe, in tutte le edizioni del Tg1, dal primo mattino alla tarda serata.
Nei giorni successivi il silenzio sull’inchiesta, anche quando si allarga ad Amata, continua a regnare nelle scalette dei telegiornali pubblici con l’eccezione del TgR Sicilia che inizia ad occuparsi dell’inchiesta quasi ogni giorno.
“Incredibile che il servizio pubblico nei suoi Tg non dia la notizia che il primo partito nazionale, che tiene in piedi la maggioranza e di cui fa parte la presidente del Consiglio, ha degli indagati per corruzione e peculato in Sicilia”, commenta la presidente della commissione parlamentare di Vigilanza Rai, Barbara Floridia.
Per la senatrice Cinque Stelle esiste in Rai “una sorta di protezione nei confronti del partito della premier.
Il problema non è capire se Galvagno, Amata e gli altri sono colpevoli o no. Lo stabilirà la magistratura. La questione è che i cittadini devono sapere che esiste un’inchiesta e cosa riguarda. A maggior ragione il diritto dei cittadini ad essere informati deve essere garantito dal servizio pubblico”.
Floridia parla di un trattamento ben diverso rispetto ad altri casi: “Io ricordo quando qualcuno dei deputati Cinque Stelle non restituiva le donazioni volontarie e si facevano servizi su servizi, solo su una mancata donazione. Ora che ci sono indagati di FdI, in Rai non si batte ciglio”.
Un caso che scoppia mentre la commissione di Vigilanza Rai è bloccata dall’ostruzionismo della maggioranza dopo lo scontro sulla nomina a presidente di Simona Agnes, tutt’ora in alto mare. Una situazione che impedisce qualsiasi presa di posizione ufficiale dell’organo di vigilanza.
“Non abbiamo potuto neanche tenere l’audizione con il nuovo amministratore delegato, Giampaolo
Rossi, che è già in carica da otto mesi — ricorda Floridia — abbiamo le mani legate, probabile che qualche parlamentare farà un’interrogazione, questo è almeno ancora consentito.
Io ho la commissione bloccata dalla maggioranza e questo la dice lunga. Perché non posso intervenire, guarda caso, mentre ciò che accade nel servizio pubblico è spesso legato ad accontentare o non dispiacere il primo partito della maggioranza come nel caso dell’inchiesta Galvagno. C’è un clima da “non disturbate il manovratore”, Meloni l’ha anche detto: “Non disturbate chi vuole fare”. Ma io ho intenzione di vigilare, di disturbare»”.
Per Floridia è solo il tassello di una precisa strategia: “Faccio una riflessione non solo come presidente della Vigilanza ma come parlamentare della Repubblica e ancor di più come siciliana. Qui a Roma c’è una battaglia della maggioranza per buttare fuori dalla commissione Antimafia due personalità come Scarpinato e De Raho mentre si fa di tutto per tenere dentro le istituzioni siciliane
degli indagati per corruzione e peculato che sono di FdI”.
Silenzio nei canali nazionali anche sul frettoloso trasloco del convegno organizzato a Palermo per il prossimo 19 luglio: “Espongono la borsa di Paolo Borsellino, Fratelli d’Italia doveva fare un suo evento sulla strage di via D’Amelio. Poi viene sospeso tutto e nessun telegiornale ne dà notizia.
È una contraddizione allarmante”
Da laRepubblicaPalermo di Gioacchino Amato

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