L’iniziativa, promossa dal presidente francese Emmanuel Macron, a margine dell’Assemblea generale rappresenta un segnale importante, volto a rilanciare la soluzione diplomatica
Oggi pomeriggio Keir Starmer annuncerà il riconoscimento dello Stato della Palestina da parte del Regno Unito. A riferirlo è la Bbc, che ricorda come a luglio il primo ministro aveva dichiarato che la posizione Uk sarebbe cambiata a settembre se Israele non avesse accettato alcune condizioni, tra cui l’accettazione di un cessate il fuoco a Gaza e l’impegno a un accordo di pace sostenibile a lungo termine che prevedesse una soluzione a due Stati.
Il riconoscimento della Palestina, rimarca ancora la Bbc, rappresenta un cambiamento radicale nella politica estera britannica, ma “i ministri ritengono che sia giunto il momento e sostengono che vi sia una responsabilità morale nell’agire per mantenere viva la speranza di un accordo di pace a lungo termine” in Medio Oriente.
Stato di Palestina, domani a New York la conferenza chiave
Un gruppo di una decina di Paesi, guidati proprio dal Regno Unito e dalla Francia, è pronto a formalizzare domani, lunedì 22 settembre, durante una conferenza sui due Stati, co-presieduta da Parigi e Riad a margine dell’Assemblea generale dell’Onu, il riconoscimento dello Stato di Palestina. L’iniziativa, promossa dal presidente francese Emmanuel Macron e appoggiata, tra gli altri, da Canada, Australia, Belgio e Portogallo, rappresenta un segnale importante, volto a rilanciare la soluzione diplomatica, mentre Israele non rallenta la sua offensiva militare, che ora punto dritto alla conquista di Gaza City, malgrado gli appelli internazionali a fermarsi e a risparmiare i civili.
Quali Paesi diranno sì
“Data l’estrema urgenza della situazione a Gaza e nei Territori palestinesi, ho ribadito al presidente palestinese la mia intenzione di riconoscere lo Stato di Palestina lunedì a New York“, ha dichiarato Macron, dopo un colloquio con Mahmoud Abbas, aggiungendo che il riconoscimento “fa parte di un piano di pace globale per la regione, volto a soddisfare le aspirazioni di sicurezza e pace sia degli israeliani che dei palestinesi”. Macron ha anche parlato con l’erede al trono saudita, Mohammed bin Salman, sottolineando che la conferenza sulla soluzione dei due Stati “deve consentirci di compiere un ulteriore passo avanti nella mobilitazione della comunità internazionale”.
Secondo diplomatici europei, citati da Politico, l’iniziativa riflette le crescenti pressioni delle opinioni pubbliche interne su governi che intendono reagire all’inasprimento delle operazioni israeliane a Gaza, dove la situazione umanitaria è sempre più grave. Israele respinge le accuse di carestia e ribadisce la necessità di sconfiggere militarmente Hamas.
La mossa, concordano diversi osservatori, segna inoltre una frattura con gli Stati Uniti, principale alleato di Israele. L’Amministrazione Trump, infatti, ha definito l’iniziativa “simbolica e controproducente”, avvertendo – nella persona del segretario di Stato, Marco Rubio – che “rischia di incoraggiare Hamas, di complicare la situazione sul terreno e di rafforzare le frange più estremiste in Israele”. Anche il ministero degli Esteri di Tel Aviv ha criticato la decisione, definendola “un premio al terrorismo e una provocazione contro chi combatte Hamas” e sostenendo che “qualsiasi riconoscimento unilaterale mina le possibilità di una pace duratura”.
Al contrario, l’Autorità nazionale palestinese (Anp) ha accolto favorevolmente la mossa, considerandola “un passo storico verso il riconoscimento internazionale e la pace”, con il leader palestinese Abbas che interverrà in video-collegamento all’Assemblea Generale poiché gli Stati Uniti non gli hanno concesso il visto per partecipare di persona.
La posizione di Germania e Italia
Altri Paesi europei, tra cui Germania e Italia, hanno invece annunciato che non riconosceranno la Palestina la prossima settimana. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha precisato che Roma è “ultra favorevole al riconoscimento dello Stato palestinese, il fatto è che non c’è“. “Lo Stato palestinese è diviso in due: da una parte c’è la Cisgiordania, governata dall’Anp, che è una forza moderata, che aveva vinto le elezioni, dall’altra parte, a Gaza, c’è Hamas, che è un’organizzazione terroristica. Noi non riconosceremo mai uno Stato che è governato dai terroristi, perché significa legittimare il terrorismo, indipendentemente dalle responsabilità che ha Israele su Gaza” conclude.
Fonte Adnkronos
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