La protesta davanti a Palazzo d’Orleans ha dato la possibilità ad alcuni sindaci di dire la propria anche sul discorso dei pozzi.
Gli invasi è risaputo sono ai minimi storici, entro una settimana la moltii Comuni, che oggi sopravvivono grazie all’Ancipa correranno il rischio di vedersi sospese le erogazioni, insomma l’unica alternativa saranno pozzi.
Ma alcuni sindaci lanciano l’allarme sull’insufficienza degli stessi e sulle altre fonti alternative.
Mentre Schifani dice di non dormirci la notte, nonostante buona parte della Sicilia sembra non aver problemi idrici, i sindaci rilasciano dichiarazioni poco tranquillizzanti, ovviamente non tutti.
A protestare ieri c’era una rappresentanza dei comitati di tre province, Enna, Caltanissetta e Agrigento, ovviamente quelle che subiscono turni di sei giorni, settimane o mesi.
Siamo tornati indietro di 50 anni, è quello che si sente dire.
Si razionalizza tutto ciò che è acqua, si risparmia usando piatti di carta, con grosse ricadute sull’inquinamento.
Alcuni recuperano anche lo scarico della lavatrice per usarla al posto dello sciacquone. Non parliamo poi di mangiare verdure o frutta che richiede tanta acqua.
Queste le tante testimonianza, ma quelle che colpiscono maggiormente sono le parole di alcuni sindaci che, a differenza di quelle pronunciate nel video diffuso ieri dal nostro sindaco, non lasciano trasparire la stessa tranquillità dimostrata dal nostro.
Sull’edizione odierna de“la Repubblica Palermo”, si legge infatti: “L’acqua, nel frattempo, si cerca nel sottosuolo. I 20 milioni della Protezione civile nazionale stanziati a maggio sono stati investiti nei nuovi pozzi. Una ricerca tutt’altro che semplice: gli uffici del Genio civile hanno trasmesso alle amministrazioni il censimento dei vecchi pozzi. Ai sindaci è toccato il compito di verificare uno per uno e indicare le eventuali requisizioni possibili.
Ma c’è già chi avvisa: «I pozzi non bastano – osserva il sindaco di San Cataldo Gioacchino Comparato – I 5 o 6 litri al secondo sono come un cucchiaino in un pozzo». Non va meglio a Gagliano: i pozzi sondati sono tutti secchi, si cerca altrove. Il sindaco Vincenzo Baldi ha sondato altre aree, ma attende le autorizzazioni per trivellare.
La beffa maggiore ad Enna: «Abbiamo trovato due pozzi – racconta il primo cittadino Maurizio Di Pietro – ma l’acqua poteva essere usata se miscelata a quella dell’Ancipa, per far abbassare le percentuali di metalli. Lo abbiano chiesto a Siciliacque due settimane fa, nessuna risposta. Tra dieci giorni le erogazioni dall’invaso saranno sospese e anche l’acqua dei pozzi non potrà essere utilizzata».
Quindi resta da comprendere se Caltanissetta potrà stare veramente continuare a mantenere i 6 giorni di turnazione, con i 90 litri al secondo annunciati dal sindaco Tesauro, o se avrà i medesimi problemi dei suoi colleghi.
Ai posteri l’ardua sentenza. Ad Maiora