Il 2024 è stato caratterizzato da un cambio di amministrazione e da una gravissima crisi idrica
I nisseni, almeno quelli che sono andati a votare, hanno scelto di affidare le sorti della città al centrodestra, augurandosi un cambiamento, questo è il biglietto da visita con il quel si sono presentati alla citta.
L’ultimo giorno dell’anno ha visto la città tornare ad essere quasi un paese civile, con un’erogazione idrica che passa da cinque a tre giorni, pur rimanendo Ancipa dipendenti, cosa che in altre realtà verrebbe definita una vergogna, ma che molti spacciano addirittura per un successo e c’è pure chi ringrazia.
Come il sindaco Walter Tesauro che ringrazia il il presidente della Regione Renato Schifani
e il capo della Protezione civile Salvatore Cocina “per aver ascoltato le istanze di noi sindaci, e per essersi impegnati in modo proficuo per ridurre la turnazione per l’erogazione idrica. Un risultato importante che permetterà ai cittadini di Caltanissetta di contenere in modo tangibile le difficoltà
e i disagi degli ultimi mesi, e di vivere con maggiori certezze la propria quotidianità”.
Da ringraziare sarebbe semmai solo ed esclusivamente madre natura, perchè se fosse stato solo per gli umani, che tanto dicono di essersi prodigati, saremmo ancor nei guai, visto che poco o nulla hanno fatto di concreto, pozzi in primis, che sono ormai diventati un mistero, di cui nulla si dice e che se non fosse stato per la riapertura dei “rubinetti” dell’Ancipa saremmo nei guai.
Ma al di là dei ringraziamenti, una cosa è certa Caltanissetta è ancora dipendente dall’Ancipa nonostante i nuovi pozzi collegati alla rete idrica, la sostituzione del tratto di condotta e dopo il collocamento delle tre pompe di sollevamento in città.
Quindi, come è facile dedurre, a prova di smentita, se oggi abbiamo acqua ogni tre giorni è solo grazie alla diga, ma di essere indipendenti, come dovevamo esserlo dal 15 novembre per come ci avevano fatto credere, neanche nei sogni.
Sperando che dalla prossima primavera, se l’Ancipa dovesse svuotarsi nuovamente, non si torni a rivivere quanto già vissuto, aspettando nel frattempo che la cabina di regia della Regione dia seguito a quanto promesso in questi mesi.
E’ ormai subentrata una forma di rassegnazione, viviamo male, ma guai però a dirlo, la città è sempre l’ultima tra le ultime e, cosa più grave, ci si ritiene pure soddisfatti.
Adesso leggiamo e sentiamo le solite ricette sul futuro della città, valide per ogni periodo dell’anno, con l’ingrediente base che non manca mai, “faremo”.
Ma la politica, si sa, fa il suo “lavoro”, il vero problema è che spesso ci si accontenta delle promesse e non si chiede poi conto di che fine abbiano fatto.
Resta la speranza, ma che spesso si trasforma in delusione.
Anche nel 2024 Caltanissetta ha continuato a perdere terreno, assistendo a una diminuzione dei residenti, quelli reali, infatti molti, giovani soprattutto, pur avendo la residenza a Caltanissetta, vivono per lavoro o studio in altre città.
Se non raggiunge livelli ancor più preoccupanti lo si deve solo alla presenza degli immigrati, anche se molti non gradiscono la loro presenza, ritenendola “un’invasione”.
Mettono su famiglia consentendo anche di non lasciar desertificare alcune zone della città, specialmente quelle del centro storico, da dove molti nisseni sono andati via, aprono anche attività commerciali, mandano i figli a scuola, molte delle quali, senza la loro presenza, verrebbero accorpate o chiuse.
Una città che invecchia e che vede molti andare a fare i nonni dove i figli hanno messo nuove radici, contribuendo allo spopolamento.
Spopolamento che comporta la chiusura di molte attività, anche le storiche.
Quelle poche persone che rimangono, facendo enormi sacrifici, non sanno più che inventarsi per tenere a galla la città, ma basta farsi un giro per notare che è una città che si va lentamente spegnendo.
Aumentano anche la povertà, richieste di sussidi e aiuto aumentano, fortunatamente ci sono associazioni e parrocchie che vengono incontro a quelli che una volta potevano permettersi una vita degna di essere chiamata tale ed anche un pasto.
Una città che, tranne qualche luogo di svago, da anni non vede nascere qualcosa che possa realmente creare sviluppo economico, consentendo ai nostri giovani di non dover fuggire.
Adesso tutti puntano sul Pnrr per creare sviluppo, cosa che ad oggi poco o nulla si è attuato.
La nuova amministrazione è al lavoro da circa sei mesi, e ad oggi non si son visti risultati concreti.
Al momento, al metto di tante parole, la città sembra paralizzata, ferma, tutte quelle problematiche sulle quali la veccia opposizione, oggi al governo della città, rimproverava alla vecchia amministrazione, risultano essere come lo erano prima.
Dal centro storico alla piscina, passando dall’Università all’Antenna e tanto altro, nulla è cambiato.
La rassegnazione mista a sfiducia, la si è potuta maggiormente notare nei mesi peggiori della crisi idrica, dove a lamentarsi e a manifestare erano solo pochi cittadini, molti hanno preferito fare gli ignavi, come se il problema non li riguardasse, per non parlare dei doppiogiochisti, ma quelli non mancano mai, sempre pronti a sedersi a tavola per mangiarsi il classico piatto di lenticchie.
Basta solo pensare che al ballottaggio hanno votato circa il 40% degli aventi diritto, nisseni chiamati a scegliersi il futuro sindaco, che hanno anche in questo caso deciso di fare gli ignavi e “cumu veni si cunta”
Ed infatti ci raccontiamo che la città va regredendo sempre più.
La speranza è sempre l’ultima a morire, ma è anche vero che chi di speranza vive disperato muore.
Ma quando si parla di speranza, come al solito non bisogna aspettare che siano gli altri a muoversi, ad agire e reagire.
La speranza senza impegno serva solo a farsi illudere.
Oltre a sperare che altri facciano, c’è da augurarsi che coloro che sino ad oggi, si sono messi da parte, per vari motivi, prendano coraggio e abbiamo un sussulto di orgoglio civico, mettendo le loro capacità, il loro sapere, la propria intelligenza e forza a disposizione della collettività per evitare di far precipitare sempre più nel baratro la città.
Ma siccome bisogna essere sempre ottimisti e guardare avanti, non resta che augurarsi che questo 2025 sia una nuova primavera per tutti.
Poco interessa chi sia a riportare la città agli antichi splendori, quando Caltanissetta era il cuore dell’intera provincia e del circondario, poco interessa se qualcuno si auto-santificherà, ai nisseni interessa soltanto che questa città rinasca.
Si abbia anche il coraggio di chiedere a chi ci rappresenta, ai vari livelli di ricambiare la fiducia datagli, avendolo eletto, guardando con occhi più attenti al territorio che rappresenta e fregandosene delle direttive del partito di appartenenza, così come fanno altri in altre zone anche a noi vicine
Basta nascondersi, basta ripicche tra le opposte fazioni, basta soprattutto di raccontare solo quello che piace al potente di turno e a nascondere verità e responsabilità ben chiare.
Basta anche e soprattutto con l’arroganza di chi pensa di essere a casa propria e poter fare quel che meglio crede, basta anche a personaggi che non meritano di ricoprire ruoli non adatti alle loro capacità, accomodatisi solo in virtù di accordi elettorali, adesso, raggiunto lo scopo, si faccia un attento esame e si valuti, essendo trascorsi ormai sei mesi, chi ha meritato il rispetto di quel patto e chi no.
Questo se veramente si vuol, come si sente dire, voler lavorare per il bene della città.
Si smetta anche di vantarsi di risultati ottenuti, non sono conquiste.
Un esempio lo stiamo avendo in questi giorni.
Dopo l’approvazione della finanziaria regionale, tutti i deputati, di tutti gli schieramenti sia chiaro, si vantano che grazie a loro arriveranno importanti finanziamenti nei territori che rappresentano, ma è cronaca, quella finanziari ha visto la luce grazie alle prebenda date a tutti, infatti mediamente ogni deputato regionale, avrà in dote circa un milione di euro da destinare a che meglio crede.
Come anche i famosi 4,2 milioni per il rifacimento parziale, cose che non viene mai detta, di circa dieci chilometri di rete idrica urbana.
Successo vantato dimenticando anche di sottolineare che erano 8 anni che il progetto dell’Ati attendeva queste somme e che sono comunque inferiori ai 10 milioni, già finanzianti, più altri 3o che arriveranno con il fondo di coesione ad Agrigento.
Auguri, dunque, a tutti i nisseni ai quali si chiede una maggiore partecipazione, ovviamente ognuno con il proprio ruolo e le proprie competenze, sperando che questo impegno sia ricambiato da chi governa con un’apertura maggiore.
Si mettano da parte anche arroganza e supponenza, come anche tentativi di bavaglio o esclusione di chi ha il coraggio di esporsi con le critiche, volte non a demolire ma a costruire.
Se poi si vogliono accanto solo “yes man”, che tanto piaceva definire altri, o coloro che parlano solo bene, allora il discorso cambia, ma il farsi accompagnare da queste persone, nel breve può anche pagare, ma il conto finale sarà salato, almeno fin quanto ci sarà qualcuno che avrà il coraggio di dire che non è oro tutto quel che luccica.
Augurandoci che tutto vada per il meglio, un sincero Buon 2025 a tutti.
Ad Maiora
