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Secondo il report “Mal’Aria” di Legambiente, Caltanissetta deve abbassare le concentrazioni di polveri del 9%

Last updated: 05/02/2025 9:48
By Redazione 125 Views 3 Min Read
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Palermo, al secondo posto dopo Napoli per biossido di azoto (NO2) e al settimo per quanto riguarda le polveri sottili (PM10).

Il quadro della qualità dell’aria di Palermo che viene fuori dal report “Mal’Aria” di Legambiente, basato sui dati dell’Arpa, è tutt’altro che confortante.

Nel 2024 i valori medi delle polveri sottili a Palermo sono stati di 30 microgrammi al metro cubo, una statistica per cui la città è settimo posto, dopo Verona (32,7), Cremona, Padova e Catania (tutte a 30,7) e Milano (30,5), Vicenza (30,3) e a pari merito con Rovigo (30).

Ma il dato più allarmante riguarda la media di biossido di azoto, per cui Palermo, con 39,8 microgrammi per metro cubo, è seconda solo a Napoli (40,3), precedendo però Milano e Roma.

È inquinata anche l’aria di Catania, dove la stazione di viale Vittorio Veneto ha fatto registrare 46 sforamenti dei limiti di PM10 per 46 giorni.

Per quanto riguarda le polveri sottili il capoluogo etneo è la quinta città più inquinata d’Italia e deve ridurre le emissioni del 35%.

Ed è al quinto posto anche per quanto riguarda il biossido di azoto, per cui servirà un abbassamento dei valori entro 5 anni del 37%.

Non se la passano meglio Siracusa e Ragusa che dovranno ridurre le concentrazioni del 22% e 18% per rispettare i limiti della nuova direttiva europea.

Mentre Messina, Trapani e Caltanissetta, dove l’aria è meno inquinata, devono abbassare le concentrazioni di polveri del 9% e Agrigento del 5%.

“Procediamo troppo lentamente e timidamente nell’attuare gli interventi per eliminare le cause delle emissioni degli inquinanti atmosferici e migliorare la qualità dell’aria nelle nostre città — dice Tommaso Castronovo, presidente di Legambiente Sicilia — Abbiamo poco meno di 5 anni a disposizione per rientrare nei limiti più stringenti previsti dalla direttiva europea al 2030 per tutelare la salute dei cittadini. Ci preoccupano gli sforamenti giornalieri e annuali registrati in alcune centraline di Catania e Palermo, perché questo incide anche sulla salute dei cittadini e sul nostro sistema sanitario sempre più messo a dura prova”.

Da questa analisi alcuni suggerimenti sulla mobilità sostenibile: “Occorre completare i lavori della metropolitana a Catania, i lavori dell’anello, del passante ferroviario a Palermo, dove vanno realizzate le nuove linee del tram — aggiunge Castronovo — Bisogna anche estendere nelle nostre città la ztl, le strade a 30 chilometri di velocità e le reti ciclo pedonali”.

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