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Bollette e dazi per l’Italia doppio incubo

Last updated: 14/02/2025 6:47
By Redazione 109 Views 5 Min Read
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Nodi aperti. Il governo studia misure ad hoc su i rincari energetici, Trump insiste sulle tariffe

Misure ad hoc sul caro-bollette Confindustria teme la svolta Usa. Incubo stangate. I rincari vanificherebbero lo stop all’inflazione. Export extra-Ue a rischio.

È in arrivo un provvedimento sul caro-bollette: lo preannuncia il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.

Ma un’altra grana si delinea sempre più chiaramente per la ripresa dell’economia, quella dei dazi. Confindustria, fino a ieri speranzosa sul «dialogo fra gli Stati Uniti e l’Italia», ora lancia l’allarme: i dazi sono uno strumento «estremamente distorsivo » e nel caso dell’Italia «le connessioni economiche sono estremamente profonde».
«Nelle prossime settimane un provvedimento con riferimento alle dinamiche dei prezzi dovrà essere assunto », ha assicurato Giorgetti durante il question time al Senato.
«L’andamento dei prezzi dell’energia e le bollette non dipendono dal governo ma da dinamiche
estranee, speculative su cui l’attenzione del governo è massima », e dunque una «riflessione su ciò che è significato il passaggio al libero mercato degli utenti del mercato elettrico deve essere fatta ».

Assoutenti calcola che le tariffe del gas sono più alte del 21% rispetto allo scorso anno:
una spesa annua «più cara di 309 euro a famiglia» e una situazione «che rischia di peggiorare nelle prossime settimane se i rincari sui mercati proseguiranno a questi livelli.

Il governo deve passare dalle parole ai fatti».
Il rischio di rincari potrebbe vanificare il contenimento dell’inflazione, scesa da picchi del 12% dopo la crisi energetica a un livello vicino all’1%.

«Per le famiglie abbiamo fatto uno sforzo importante con il cuneo fiscale e contributivo» e «il potere d’acquisto è aumentato», rivendica il ministro respingendo le accuse dell’ex premier
Matteo Renzi che lo incalza: «Rischiamo fare fine del suo Southampton, la squadra per cui lei tifa, ultima in classifica».
In arrivo anche un aggravio per le imprese che dovranno mettersi in regola con l’obbligo di stipulare contratti assicurativi per rischi catastrofali: salta la richiesta di un ulteriore slittamento del termine per adeguarsi e le aziende per mettersi in regola hanno tempo fino al 31 marzo 2025.
Salta anche la proroga del concordato biennale: la commissione affari costituzionali del Senato ha approvato l’emendamento riformulato al decreto milleproroghe che riapre la rottamazione
quater solo per chi, non avendo pagato o avendo pagato in ritardo una rata, è decaduto dal beneficio.
Nelle parole del ministro dell’Economia la crescita che si è fermata riflette il peggioramento della crescita globale, europea e in particolare della Germania «da due anni in recessione, diversamente dall’Italia».

Ma a ricordare che i due motori manifatturieri d’Europa sono sulla stessa barca arrivano i dazi di Trump. Se il rapporto personale della premier Giorgia Meloni col presidente Usa aveva fatto
sperare in misure mirate che risparmiassero l’Italia, le ultime uscite di Trump fanno intravedere dazi generalizzati a tutto spiano a partire dall’acciaio.
Sembra prenderne atto Confindustria, il cui presidente Emanuele Orsini, non più tardi di di fine
gennaio, pur fra le preoccupazioni sperava «che l’Italia possa non subire » l’impatto dell’offensiva commerciale della nuova amministrazione Usa.
Una nota del Centro studi Confindustria è dedicata proprio alla «nuova politica commerciale degli Stati Uniti » e sottolinea che gli Usa «sono la prima destinazione extra-Ue dell’export italiano di beni e di servizi e la prima in assoluto per gli investimenti diretti all’estero», con vendite di beni
italiani nel 2024 per circa 65 miliardi di euro e un surplus vicino ai 39 miliardi.
Il mercato Usa ha offerto il contributo più elevato alla crescita dell’export italiano dal pre-Covid. I settori più esposti in Italia sono bevande, auto e farmaceutica. E sulla risposta europea
è nebbia fitta: se Bruxelles evoca misure ritorsive e pensa al forte surplus americano sui servizi, in particolare digitali, l’Italia ha finora espresso una linea del dialogo.

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