Durante la conferenza dei sindaci, convocata dal sindaco di Caltanissetta Walter Tesauro, dopo che il consiglio comunale gli aveva conferito pieno mandato, per conoscere quali iniziative l’azienda sanitaria sta intraprendendo per il Sant’Elia, è avvenuto lo strappo tra vertici dell’Asp
di Caltanissetta e il primo cittadino di Gela.
A far saltare il sindaco di Gela dalla sedia è stata l’affermazione del manager Salvatore Ficarra dell’iniziativa aziendale di richiedere alla Regione l’attivazione dell’Utin a Caltanissetta.
In questo modo con una convenzione con l’Asp di Enna sarebbe facile avere neonatologi
all’ospedale nisseno.
Quella convenzione che nessuno vuole sottoscrivere per la copertura dei posti per medici all’ospedale di Gela.
È stata chiesta copia al manager della proposta aziendale sul riordino della rete ospedaliera inviata a Palermo.
Un atto amministrazione in ambito sanitario di cui non ne sarebbe a conoscenza pure il sindaco
Walter Tesauro e gli altri primi cittadini del territorio.
Il documento, infatti, sembrerebbe non essere passato dalla conferenza dei sindaci.
Il primo cittadino Terenziano Di Stefano ha fatto sentire subito il suo disappunto dopo
aver ricevuto pieno mandato dal consiglio comunale.
Inevitabilmente ci saranno schermaglie, come schermaglie in atto ci sono dopo la seduta del civico consesso con il manager Ficarra che ha chiesto l’accesso agli atti e la registrazione video sull’intervento del consigliere del Pd Gaetano Orlando che è anche primario al pronto soccorso.
La vertenza di Gela, quindi, potrebbe spostarsi all’assessorato regionale alla Salute guidato oggi da Daniela Faraoni.
E a Palermo già era prevista la convocazione del primo cittadino di Gela e dell’assessore alla Sanità Filippo Franzone da Giovanna Volo che qualche ora prima dell’incontro ha presentato le dimissioni.
Ora c’è questo nuovo strappo tra sindaco gelese e i vertici dell’Asp di Caltanissetta che potrebbe
avere ulteriori strascichi.
«Non possono parlare di Utin su Caltanissetta per poi venirci a dire domani che i medici vogliono lavorare a Sant’Elia e il reparto di Gela rimane chiuso. Questa programmazione sanitaria non va bene », dice Di Stefano.
Da La Sicila
