Con la Deliberazione della Giunta comunale n. 23 del 05/03/2025, avente ad oggetto “EVENTO DEL 10 DICEMBRE 2024 IN VIA REDENTORE N. 39 E N. 20, VICOLO SCILLA N. 29, VIA REDENTORE N. 179, VIA SAN GIOVANNI BOSCO N. 65. RICHIESTA DI DICHIARAZIONE DELLO STATO DI CALAMITÀ NATURALE ALLA REGIONE SICILIANA.
Nella delibera si legge “Tenuto conto che il fenomeno manifestatosi non dipende da fattori antropici ma da movimenti del sottosuolo come si può desumere dalla relazione tecnica allegata alla presente, nella quale sono riportate anche le valutazioni del Prof. Liborio Cavaleri del Dipartimento di Ingegneria Strutturale dell’Università degli Studi di Palermo e del Prof. Geol. Giorgio De Guidi del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Catania, si ritiene necessario proporre alla Protezione Civile Regionale che venga dichiarato lo stato di calamità affinché si possano:
1)rimborsare questo Ente le spese sostenute per l’accoglienza delle famiglie sgomberate dal 10/12/2024;
2)finanziare apposito studio che affronti la problematica, con il supporto attivo di Istituti Universitari e Scientifici, come peraltro già avviato da questo Ente relativamente allo studio dell’area dei “Vulcanelli” presso il Villaggio Santa Barbara con convenzione del settembre 2017 con fondi della Presidenza del Consiglio dei Ministri;
3)sostenere economicamente i proprietari degli immobili per mettere in atto ogni utile iniziativa per il recupero delle loro proprietà, previa valutazione tecnica del livello di sicurezza ai sensi del cap. 8.03 delle NTC 2018 anche al fine di determinare i necessari lavori di adeguamento”.
Avendo premesso tutto ciò, la Giunta delibera di:
“Avanzare al Presidente della Regione Siciliana la proposta di dichiarazione dello stato di calamità naturale ai sensi dell’art. 3 della L.R. n. 42 del 18/5/1995”.
Ma facciamo un passo indietro.
Giorno 1 Febbraio si tenne un consiglio comunale durante il quale fu approvato all’unanimità un importante ordine del giorno, con il quale le famiglie sfollate potevano rimanere ospiti nei B&B fino al 10 febbraio a carico del comune, dopo che erano state convocate dalla Croce Rossa, su delega del Comune, per comunicargli che dal 1° febbraio non gli sarebbero stati più distribuiti i pasti e dal 5 febbraio avrebbero dovuto lasciare i B&B e cercare casa per conto loro e a loro spese.
Ovviamente le spese dei B&B, nei quali molte famiglie sono rimaste fino al 10 febbraio, sono rimaste a carico del Comune.
Con un altro ordine del giorno fu dato mandato all’amministrazione comunale di chiedere alla Regione Siciliana di dichiarare lo stato di calamità naturale e affidare al Genio Civile l’incarico di fare tutti gli accertamenti necessari per verificare lo stato del sito, degli appartamenti e individuare le soluzioni più adeguate per far rientrare insicurezza le famiglie in precedenza evacuate.
In caso di riconoscimento dello stato di calamità naturale, le spese non saranno più a carico delle famiglie, ma della Protezione Civile regionale.
Gli emendamenti furono approvati all’unanimità, così come anche l’ordine del giorno integrato da questi emendamenti.
Il presidente del consiglio Bruzzaniti espresse soddisfazione per il fatto che tutti i consiglieri manifestarono convergenza sul punto dimostrando vicinanza verso i cittadini che, in questo momento, stanno patendo questo profondo disagio.
Oggi, dopo 85 giorni dall’evento e dopo un mese da quel consiglio, arriva finalmente la richiesta del comune alla Regione Siciliana.
Nel frattempo le famiglie sfollate, da 10 di febbraio, hanno dovuto pagarsi di tasca propria il B&B, per chi ha scelto di rimanervi, o l’affitto di un appartamento dove poter alloggiare.
In altri comuni, come ad esempio quelli del catanesi, colpiti recentemente da nubifragi, hanno impiegato uno, due giorni o al al massimo una settimana, per inoltrare la richiesta di calamità naturale alla Regione Siciliana. Infatti già la Regione ha accettato le loro richieste e stanziato 70 milioni di euro
Che dire? meglio tardi che mai.
Ad Maiora
La deliberazione

Foto del consiglio comunale dell’1 Febbraio