Ci sono cose che non si capiscono o apprezzano, in questo caso chi queste cose le fa dovrebbe mettersi in discussione e spiegarle per farle comprendere e mandar giù
Siccome senza basi non so costruiscono altezze proviamo a metterle qui.
A scuola, anche il problema più astruso, trova alla fine sempre la soluzione; chi lo sa risolvere lo spiega a tutti, o, se nessuno ne viene a a capo, interviene direttamente il docente.
A volte le cose sembrano complicate ma in fondo sono molto più semplici se spiegate bene.
Ma veniamo alla “cucina” di casa nostra.
Oggi ai fornelli ci sono dei cuochi, mi assicura un amico, che negli anni passati avevano le ricette per preparare al meglio tutti i piatti, risolvere i problemi della città, e, quando non erano loro alle prese con i “fornelli”, dicevano di averle chiare e pronte, “ricette tipiche e nouvelle cuisine“, ma che non le proponevano perchè i “cuochi” di allora non erano in grado di realizzarle per incapacità….erano “scarsi”.
Ai tempi erano geni innovatori e grandi chef, che vedevano lontanissimo, oltre l’orizzonte che potevano vedere i “cuochini” di allora, buoni per qualche trattoria di ultimissimo livello, senza con questo aver da dir male delle trattorie, dove anzi spesso si mangia meglio e si paga pure meno.
Alcuni nisseni, fortunatamente non tutti, però si sa, amano vivere sopra le proprie possibilità, amano sfoggiare, amano il lusso, amano atteggiarsi a quello che non sono e mostrano quello che non hanno, ma per farlo sono disposti pure a indebitarsi, pur di apparire.
Questo atteggiamento ha portato molti ad affidarsi ai “grandi chef” e alla loro presunta “alta cucina”, pagando conti elevati, a coloro cioè che raccontavano di “pranzi migliori”, pranzi che, grazie alle loro ricette, avrebbero portato in tavola piatti con ricette utili alla risoluzione dei tanti problemi che però affliggono ancora oggi la nostra città.
Università, Sanità, con annesso Policlinico, rigenerazione del Centro Storico, Antenna, di cui non si parla più, ma che diremo a breve, risoluzione dei problemi come verde pubblico, ville, strade e marciapiedi e via dicendo.
Questo era il ricco menu, che al confronto quello di Capodanno fa sorridere.
Tempo fa qualcuno parlava di “Palazzo di vetro”, oggi i vetri si sono oscurati, così si vede bene da dentro, ma da fuori tutto è nero, e i novelli “cuochi” vivono in delle cucine blindate.
Non ci si spiega nemmeno come mai i “grandi chef” non rispondano quando qualcuno contesta loro qualche piatto, li portano in tavola e basta, per la sola gioia dei loro sostenitori, che plaudono, alcuni perchè affetti da una fame atavica, altri perchè sono come quei bimbi a cui si danno le caramelle e nulla dicono quando gli viene servito un “pasto” che risulta non degno dei cuochi che ci si vantava di essere.
Ma ultimamente anche molti sostenitori, tranne coloro che ne traggono vantaggi diretti, cominciamo ad avere qualche problema di digestione.
Quel menu vantato si è presentato con un “primo patto” servito e condito mettendo le mani nelle tasche dei cittadini, la “seconda portata” è stata a base di aumenti di emolumenti e gettoni, servito con nonchalance, spiegato dagli “aiuto chef“, come necessario e dovuto, ma neanche il “contorno”, cartelle a profusione, è stato molto apprezzato, “dolce, caffè e digestivo”, li vedremo sicuramente a breve, anche se si preferirebbe dire…no grazie, sono già pieno.
E dire che l’aperitivo, le famose ricette annunciate, era stato offerto gratuitamente e in pompa magna, aperitivo a base di “faremo”, peccato che il resto del pranzo non ha risposto poi alle aspettative.
A poco servono anche le “recensioni“, utili solo a far acquisire nuova clientela e a non scoraggiare la vecchia, come a poco servono balli e danze, che sicuramente aiutano a risollevare lo spirito ma che non sono utili a far digerire quanto mangiato.
Ogni tanto alcuni piatti sono troppo “salati” , ma i soliti amici dicono che in fondo sono mangiabili…probabilmente non avranno problemi di pressione.
Però a coloro che questi piatti risultano indigesti e sollevano critiche, vengono, nella migliore delle ipotesi, definiti “lamentosi”, qualcuno viene “bloccato”, altri rischiano la querela per aver diffamato il “ristorante”.
Che dire, ben vengano queste “recensioni negative”, visto che, ma sarà coincidenza, dopo che vengono espresse, i cuochi intervengono portando dei correttivi ai piatti meno “saporiti”.
Ma i “clienti” che non gradiscono, ma che ne pagano comunque il conto, da soli possono far poco, ormai le cucine sono in funzione, serve l’aiuto e l’intervento dei titolari degli altri” ristoranti” che facciano ben capire che quel genere di alimentazione a lungo andare compromette lo stato di salute di tutti.
Ad Maiora
