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Regione Sicilia: Trasferiti in assessorato per velocizzare il Pnrr, ma si occupano di altro

Last updated: 16/03/2025 16:22
By Redazione 175 Views 5 Min Read
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Una task force di medici e amministrativi distaccati in assessorato per occuparsi dei progetti del Pnrr Salute, al costo di 1,3 milioni l’anno.

Ma che di tutto si occupano tranne che di Pnrr.

Eccolo, l’ultimo paradosso della sanità siciliana travolta dal caso dei referti istologici in ritardo a Trapani.
Mentre si fa fatica a reclutare personale per le Anatomie patologiche, i Pronto soccorso e i reparti di emergenza, la Regione chiama in comando venti professionisti negli uffici, in virtù della legge 9 del 2023 che recita “Piano di potenziamento dell’assessorato alla Salute per l’attività del Pnrr”.

In ballo ci sono 800 milioni di euro per la realizzazione di 155 case di comunità, 43 ospedali di comunità e 50 centrali operative.

Un investimento destinato a cambiare il volto della Sanità territoriale entro il 2026.
Per portare a termine il piano, nel luglio del 2022 l’allora presidente della Regione Nello Musumeci ha istituito con decreto una struttura ad hoc.

Sono stati individuati un referente unico regionale, ovvero il dirigente Massimiliano Maisano, il vice
referente Francesco Paolo La Placa e il coordinatore nel nucleo ispettivo Emanuele Di Paola. Il provvedimento ha istituito inoltre un gruppo di lavoro e una struttura tecnica di supporto i cui componenti dovevano essere nominati successivamente.
A settembre di quell’anno subentra il governo Schifani.

Ai vertici di piazza Ziino arrivano l’assessora Giovanna Volo e il dirigente generale della Pianificazione strategica Salvatore Iacolino. Ad agosto del 2023 l’assessorato pubblica il primo atto di
interpello di soli dieci giorni per funzionari interni, ma va a vuoto.

Il 6 settembre l’avviso viene aperto ai dipendenti di altri enti del servizio sanitario regionale. Stavolta il termine è di 15 giorni, poi prorogato di altri 15.

E il requisito dell’esperienza non inferiore a due anni viene definito “superabile”.
Ed ecco che in tanti si fanno avanti.
Tra questi Giorgia Iacolino, medico dipendente dell’Asp di Agrigento e figlia del dirigente generale, le ginecologhe dell’Asp di Palermo Gabriella Terrazzino e Viviana Messineo, il neonatologo del Cervello Mario Tumminello, Raffaella Riccobene del servizio Risk management del Policlinico. Tutti poi “comandati” a piazza Ziino assieme ad altri quindici amministrativi provenienti dall’Asp di Palermo, da Villa Sofia, dal Policlinico di Catania, dall’Asp di Agrigento, dall’ospedale Civico.
Tra i reclutati c’è pure un amministrativo dell’istituto “San Matteo” di Pavia, rimasto in assessorato per dieci mesi sebbene l’avviso fosse aperto solo alle aziende della Regione.
I “comandati” dovevano essere assegnati al gruppo di lavoro o alla struttura tecnica del Pnrr. E invece sono stati distribuiti tra i vari uffici che fanno capo ai dipartimenti Pianificazione strategica e Attività sanitarie: tre al Controllo di gestione (guidato dal fedelissimo di Iacolino, Vincenzo Ripellino), due alla Programmazione ospedaliera in capo a Fabrizio Geraci(cugino dell’assessore
Edy Tamaio), altri ancora agli Affari giuridici, al servizio Economico-finanziario, al Personale dipendente.
Tutti ambiti che nulla hanno a che vedere con il Pnrr.

Solo quattro amministrativi assegnati alla Programmazione territoriale, alla Tutela della fragilità e alla Formazione si sono occasionalmente occupati di progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Progetti che nell’Isola, come nel resto d’Italia, stentano a decollare: secondo l’ultimo report Agenas, la Sicilia ha già attivato le 50 centrali operative ma ha completato solo tre case e un ospedale di comunità.

Colpa della lentezza degli appalti, affidati a poche ditte.

Per il personale aggiuntivo del Pnrr Salute, la Regione ha stanziato 825 mila euro per il 2024, saliti a 1,3 milioni per il 2025 e altrettanti per il 2026.

Somme attinte dal fondo sanitario regionale, sulle quali adesso avrebbe acceso i fari il ministero dell’Economia.

Dopo le contestazioni sulle norme-mancia, da Roma filtra infatti che potrebbe arrivare l’impugnativa pure sui fondi per i “comandati” stanziati da un collegato all’ultima Finanziaria.

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