Nelle visite persone di religione musulmana spiegano i fondamentali della propria fede per allontanare paure infondate e pregiudizi sbagliati
Moschee aperte è l’evento che un giorno all’anno apre le porte dei luoghi religiosi dei musulmani ai cittadini italiani di altre fedi.
Torino, tra l’altro, è la prima città italiana ad avere intrapreso azioni concrete contro le forme di islamofobia con luoghi e procedure precise, ben riconoscibili, dove le persone possono denunciare forme di intolleranza religiosa.
Il piano è stato sottoscritto in occasione del convegno “Islamofobia: verso la soluzione della raccolta dei dati” promosso da Comune e Città metropolitana per la Giornata internazionale per la lotta all’islamofobia del 15 marzo . A Torino si potranno segnalare casi di intolleranza , le comunità raccoglieranno le informazioni e si farà anche formazione e assistenza, spiega la vicesindaca di Torino Michela Favaro.
All’iniziativa quest’anno c’era anche molti rappresentanti di confessioni altre, come i buddisti e i cattolici, e ovviamente dell’amministrazione comunale.
«La nostra religione parla d’amore. Siamo sempre associati a terroristi ma non abbiamo nulla da spartire, se non le origini geografiche”, spiega una donna islamica.
In un angolo della moschea c’è lo spazio dedicato all’henné, una polvere dal colore verde con odore intenso, simile all’argilla, ricavata dalla Lawsonia inermis, una pianta nota sin dall’antichità per le sue proprietà tintorie, utilizzata ormai da secoli in India e in Medio Oriente per colorare i capelli e renderli più forti e resistenti.
L’iniziativa prevede momenti di divulgazione e conoscenza della cultura islamica , giovani che dialogano tra loro e condividono insieme una esperienza, spiega Ussana Dannawi. Molti musulmani pregano nelle moschee, ma altri studiano l’arabo.
Conoscere allontana la paura e aiuta a percepire l’avvicinamento e la contaminazione come la strada migliore da percorrere, spiega Shimaa Zeedam.
Fonte RaiNews
