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“Dalla padella alla brace”: da una situazione più o meno grave o negativa a una peggiore

Last updated: 26/03/2025 9:31
By Sergio Cirlinci 354 Views 6 Min Read
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Il mondo dei detti popolari è ricco di espressioni che, in poche parole si racchiude una grande saggezza

Tra questi, “cadere dalla padella alla brace”, che rappresenta un monito che attraversa i secoli, ricordandoci come talvolta, nel tentativo di fuggire da una situazione difficile, ci si possa ritrovare in circostanze ancora peggiori.

L’espressione “cadere dalla padella alla brace” descrive perfettamente il passaggio da un pericolo o problema minore a uno maggiore.

Rappresenta uno di quei momenti in cui, spinti dall’istinto di allontanarci da una difficoltà, precipitiamo in una condizione ancora più grave.

Il detto ci insegna che, in certe circostanze, sarebbe più saggio valutare attentamente la situazione prima di agire impulsivamente.

La vita quotidiana ci offre tantissimi esempi: una relazione sentimentale che finisce e viene sostituita da una ancor più problematica, un cambio di lavoro che si rivela peggiore del precedente, che, anziché risolvere i problemi, li aggrava.

Ma queste sono scelte del tutto personali che, se non coinvolgono altri, rientrano in un altro detto“chi è causa del suo mal pianga solo se stesso”.

Ma se al contrario certe azioni coinvolgono una moltitudine di persone, influenzandone i comportamenti, allora il finire dalla padella alla brace diventa un problema di tutti.

Classico esempio è quello che avviene durante le elezioni, quando spesso la padella in cui si era, confrontata alla brace alla quale si vuol passare, sembra un luogo di frescura e relax.

Quanti cittadini hanno le idee chiare prima di recarsi alle urne, spesso però si lasciano condizionare, cambiando idea, da altre persone che hanno su di loro un forte ascendente, al punto tale da cambiare la propria intenzione di voto, dando alla fine il proprio voto a qualcuno che non pensavano mai di dargli fiducia, per poi magari pentirsi di aver ascoltato quel suggerimento.

Le persone che sono in grado di far cambiare idea, fin quanto lo fanno per convincere altri a farsi votare, è estremamente logico e legittimo, stessa identica cosa e se si cerca di far votare, ovviamente in maniera lecita, un amico/a che si ritiene in grado di ricoprire il ruolo che si prospetta con le elezioni.

Altra cosa è però quando lo si fa solo ed esclusivamente per “danneggiare” una persona che sta poco “simpatica” o per vecchi dissapori e, piuttosto che veder vincere quella persona, si sponsorizza quello che poi viene definito il meno peggio.

In un mondo che privilegia l’antagonismo esasperato, meglio dire la vendetta alla riflessione, male non sarebbe il ricordarsi che delle volte è meglio sopportare temporaneamente un disagio minore, anziché “abbracciare” chi magari offre qualche “chance” in più o addirittura lascia chi sperava con “il cerino in mano”.

Gli errori nella vita si commettono sempre, nessuno ne è esente, solo una persona presuntuosa ritiene di non sbagliare mai, ma pentirsene serve a poco, serve solo a leccarsi le ferite, oramai il danno è fatto.

Le moderne scienze comportamentali confermano questa antica saggezza.

Ma anche la psicologia cognitiva ha documentato come le decisioni prese sotto stress in condizioni di forte emotività possono portare a scelte controproducenti, di cui pentirsene, esattamente come il pesciolino che salta dalla padella alla brace.

Cosa peggiore probabilmente è stato affidarsi a coloro che fino a ieri rimproveravano ad altri errori e incompetenze, quando addirittura si consigliava di verificare che la “zucca non fosse vuota”, mentre adesso le zucche degli eletti sono piene ?

I “padellari”, che hanno favorito il salto, convintamente o “spintaneamente”, cercano il alcuni casi di prenderne le distanze, tranne ovviamente gli ostinati, e, con un rigurgito di orgoglio vogliono dimostrare, dopo mesi e mesi di silenzi e sopportazioni, di dimostrare di avere qualcosa in quelle “zucche”, che sembravano non essere buone neanche per Halloween.

Cambiare idea è legittimo ed è anche il minimo, dopo i tanti esempi che il passaggio alla brace sta provocando ustioni gravi, ma purtroppo servirà a ben poco.

Le buche che si son create strada facendo, saranno difficili da sistemare e non basta un semplice “restyling”, un pentimento o un cambio di visione, sperando che le buche non diventino voragini, difficili da riparare.

“Cadere dalla padella alla brace” non è solo un modo di dire popolare, ma racchiude una profonda saggezza che continua a essere sempre attuale e chi ha contribuito a questo “salto”, meglio farebbe innanzitutto a non lamentarsi dell’oggi, prima sarebbe auspicabile un bel un “mea culpa”.

Ad Maiora.

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