Caltanissetta 401
  • Home
  • Cronaca
    • Cronaca Internazionale
  • Politica locale
    • Politica
  • Rassegna stampa
    • Economia e Finanza
    • Riflessioni
    • Riceviamo e pubblichiamo
  • Cultura ed Eventi
    • Concorsi
    • Scuola
    • Tecnologia
  • Sport
  • Altro
    • Dalla provincia e dintorni
    • Ricette tipiche
    • Salute & Benessere
    • Meteo
Reading: Trump a tutto campo: messaggio a Putin, minaccia all’Iran e sogna terzo mandato
  • Seguici
Font ResizerAa
Caltanissetta 401Caltanissetta 401
Cerca
  • Home
  • Chi siamo
  • News
    • Cronaca
    • Politica locale
    • Cultura ed Eventi
    • Sport
    • Rassegna stampa
    • Salute & Benessere
    • Riceviamo e pubblichiamo
    • Dalla provincia e dintorni
Follow US
© Caltanissetta401 | Realizzato da Creative Agency
Caltanissetta 401 > News > Cronaca > Cronaca Internazionale > Trump a tutto campo: messaggio a Putin, minaccia all’Iran e sogna terzo mandato
Cronaca InternazionalePoliticaRassegna stampa

Trump a tutto campo: messaggio a Putin, minaccia all’Iran e sogna terzo mandato

Last updated: 31/03/2025 14:36
By Redazione 107 Views 6 Min Read
Share
SHARE

Il presidente degli Stati Uniti “arrabbiato” con Putin e pronto a “bombardamenti sull’Iran” se non c’è accordo sul nucleare

Contents
Il messaggioLa minaccia all’IranTerzo mandato, perché no?

Donald Trump avverte Vladimir Putin, minaccia l’Iran e accarezza l’idea di rimanere presidente degli Stati Uniti per un terzo mandato, aggirando i limiti posti dalla Costituzione. L’intervista a Nbcnews permette al numero 1 della Casa Bianca di affrontare i principali temi dell’agenda internazionale.

Il messaggio

Si parte ovviamente dalla guerra tra Ucraina e Russia, con i complessi negoziati per arrivare prima ad una tregua totale e poi ad un accordo di pace. Le trattative, con gli Usa al centro del dialogo, finora hanno prodotto un cessate il fuoco precario in relazione alle infrastrutture energetiche e la prospettiva di una tregua nel Mar Nero.

Se l’Ucraina ha già detto sì ad un cessate il fuoco totale per 30 giorni, la Russia risponde con aperture condizionate che trasformano le trattative in una laboriosa partita a scacchi. In mezzo, anche le dichiarazioni di Putin che definisce il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ‘illegittimo’ e prospetta un controllo dell’Onu su Kiev come presupposto per arrivare alla pace.

“Sono molto arrabbiato con Vladimir Putin”, dice Trump, che usa la colorita espressione “pissed off” (incazzato) dopo le dichiarazioni del presidente russo. “Mi sono arrabbiato quando Putin ha messo in discussione la credibilità di Zelensky, non sta andando nella direzione giusta”, afferma. Il presidente degli Stati Uniti, che nel recente passato ha stigmatizzato le posizioni dell’Ucraina, non può fare a meno di constatare indirettamente che la strada verso la pace si complica per l’atteggiamento di Mosca.

“Se la Russia e io non riusciamo a raggiungere un accordo per fermare lo spargimento di sangue in Ucraina, e se penso che sia colpa della Russia, applicherò dazi secondari sul petrolio, su tutto il petrolio che proviene dalla Russia“, dice Trump. “Ciò significherebbe che se compri petrolio dalla Russia non puoi fare affari negli Stati Uniti”, spiega. “Ci sarà una tariffa del 25% su tutto il petrolio”, aggiunge. Il margine per ricucire lo strappo c’è: nei prossimi giorni è in programma una nuova telefonta con Putin. ”Lui sa che sono arrabbiato” ma “ho un ottimo rapporto con lui. La rabbia sparisce se lui fa la cosa giusta”, il messaggio.

Se Trump ha ancora fiducia nel Cremlino, da Kiev arrivano dichiarazioni di tono opposto da Zelensky, che fornisce aggiornamenti sugli attacchi russi nelle regioni di Cherkasy, Kherson, Donetsk, Dnipro, Sumy. “I raid russi dimostrano che a Putin non interessa nulla della diplomazia”, dice il presidente ucraino. “L’America ha proposto da settimane il cessate il fuoco incondizionato e la risposta russa, ogni giorno, è rappresentata da droni, bombe, artiglieria, missili. Servono sanzioni, bisogna aumentare la pressione”.

La minaccia all’Iran

Pressione e sanzioni trovano spazio nella minaccia esplicita che Trump indirizza all’Iran. Il presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha reso noto che Teheran ha respinto la possibilità di negoziati diretti con gli Stati Uniti sul programma nucleare iraniano. L’affermazione rappresenta la prima conferma ufficiale della risposta alla lettera inviata da Trump e rischia di aprire la strada a un possibile aumento delle tensioni tra i due Paesi.

“Sebbene in questa risposta sia stata respinta la possibilità di negoziati diretti tra le due parti, è stato sottolineato che la strada dei negoziati indiretti rimane aperta”, le parole di Pezeshkian che, evidentemente, Trump non gradisce.

Se gli iraniani ”non fanno un accordo” sul programma nucleare di Teheran ”ci saranno bombardamenti. Saranno bombardamenti come non ne hanno mai visti prima”, dice il presidente degli Stati Uniti, aggiungendo che funzionari americani e iraniani stanno ”parlando”. Sullo sfondo, anche in questo caso, “dazi secondari” per colpire Teheran: chi fa affari con l’Iran, in sostanza, si preclude la possibilità di business con gli Usa.

Terzo mandato, perché no?

Trump ha iniziato il suo secondo mandato da poco più di due mesi. Di tanto in tanto, tra il serio e il faceto, il presidente accarezza l’idea di un ”terzo mandato alla Casa Bianca”. Il tema viene riproposto nell’intervista a Nbcnews e stavolta Trump chiarisce che ”non stavo scherzando” quando l’argomento è finito sotto i riflettori per la prima volta. Un colpo all’acceleratore e subito dopo la frenata soft: “Molti me lo chiedono, comunque è troppo presto per pensarci”.

La Costituzione degli Stati Uniti vieta espressamente il terzo mandato presidenziale, escluso dal 22esimo emendamenti. Per Trump, però, “esistono metodi” per arrivare a dama. La volontà popolare viene presentata come una potenziale leva, “in molti vogliono che lo faccia. Fondamentalmente dico loro che abbiamo ancora molta strada da fare, è molto presto nell’amministrazione. Ora mi concentro sul presente”.

C’è spazio per un’ultima domanda. Se il vicepresidente JD Vance si candidasse nel 2028 e vincesse, potrebbe dimettersi e cedere la Casa Bianca a Trump? “E’ uno dei modi, ma ce ne sono altri…”.

You Might Also Like

“Se c’è un problema e non hai la soluzione, il vero problema sei tu”

Cannucce di plastica e sui dazi Usa su acciaio e alluminio, Ue assicura: “Ferme contromisure”

Roma, il Tribunale non convalida il trattenimento dei migranti in Albania nei centri italiani

Stelle cadenti, naso all’insù per le Perseidi: le più attese dell’anno

Dazi sulle auto elettriche importate nella Ue, la Cina protesta

TAGGED:Cronaca InternazionalePoliticaRassegna stampa
Share This Article
Facebook Twitter Whatsapp Whatsapp Email Copy Link Print
Caltanissetta 401
Direttore responsabile 
Sergio Cirlinci

93100 Caltanissetta (CL)

redazione@caltanissetta401.it
P:Iva: 01392140859

Categorie

  • Cronaca
  • Cultura ed Eventi
  • Politica locale
  • Rassegna stampa
  • Sport

Categorie

  • Concorsi
  • Dalla provincia e dintorni
  • Finanza
  • Giovani e Università
  • Sanità

Link utili

  • Chi siamo
  • Privacy & Cookie Policy

Caltanissetta 4.0.1 è una testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Caltanissetta n.03/2024 del 21/08/2024. | Realizzato da Creative Agency

Username or Email Address
Password

Lost your password?