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Due Salvaladri per chi ruba e chi spreca i soldi pubblici. Altro colpo di spugna, via i trojan dalle indagini per i reati contro la Pa

Last updated: 31/03/2025 14:37
By Redazione 106 Views 5 Min Read
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Il blitz Forza Italia punta a inserire la norma nel ddl sul sequestro dei telefoni alla Camera che inizierà il suo iter dopo il 7 aprile

L’emendamento del forzista Costa ha già avuto il via libera dell’esecutivo con l’ok a un ordine del giorno votato dopo il caso Toti.

“Compatti su nuove riforme”.

Era stato questo il messaggio, contenuto in un comunicato ufficiale, che la maggioranza di destra aveva voluto comunicare l’11 marzo scorso dopo una riunione tra i capigruppo al ministero della Giustizia con Carlo Nordio.

Tra i temi che erano stati trattati a quella riunione, si leggeva nel comunicato, c’era stata anche “la definizione dei limiti per l’uso dei trojan nelle indagini e il tetto per le intercettazioni di 45 giorni”. Quest’ultimo atto è stato approvato il 20 marzo alla Camera ed è diventato legge, ora il nuovo obiettivo della destra è l’utilizzo del trojan, cioè il captatore informatico che viene utilizzato
per le intercettazioni.
Alla Camera, infatti, c’è un provvedimento in cui la maggioranza sta pensando di normare l’utilizzo della microspia: il disegno di legge a prima firma del forzista Pier Antonio Zanettin che limita la possibilità di sequestrare gli smartphone.

La norma è stata approvata ad aprile 2024 al Senato e da un anno è ferma a Montecitorio.
Ma adesso, mentre al Senato entro metà aprile sarà approvata in seconda deliberazione la riforma sulla separazione delle Carriere, la maggioranza vuole accelerare.
Calendarizzare il prima possibile il testo in commissione Giustizia e approvarlo entro l’estate.
Ed è in questa cornice che una parte della maggioranza, nello specifico Forza Italia, vuole inserire anche la limitazione dell’utilizzo del trojan per le indagini per i reati contro la Pubblica Amministrazione.
È Enrico Costa, deputato forzista e alfiere della battaglia garantista nella maggioranza, che intende
presentare l’e me n d amento all’interno del provvedimento.
La proposta sarebbe quella di escludere i reati contro la Pubblica Amministrazione, cioè tutti quelli
che riguardano politici, imprenditori e i cosiddetti “colletti bianchi”. L

L’obiettivo sarebbe quello di mantenere il trojan, uno strumento molto invasivo, solo per i reati di criminalità organizzata e terrorismo.
D’altronde la maggioranza aveva già dato un indirizzo preciso in questo senso.

Lo scorso 15 maggio, pochi giorni dopo l’inchiesta che aveva coinvolto il presidente della Regione
Liguria Giovanni Toti, la destra (insieme a Italia Viva) aveva approvato un ordine del giorno proprio di Costa per limitare l’utilizzo del trojan.
Nel testo, la microspia veniva definita come uno strumento che “invade il terreno della riservatezza penetrando anche nelle sfere più intime e private” e si chiedeva al governo di “prevedere una disciplina organica che, da un lato, indichi le gravi forme di criminalità per le quali ammettere l’utilizzo del captatore informatico e, dall’altro, dettagli le condizioni applicative e le modalità
operative di utilizzo, con l’obiettivo di bilanciare l’accertamento delle ipotesi delittuose ed i principi costituzionali previsti dagli articoli 14 e 15 della Costituzione”.
Ora l’obiettivo di Forza Italia è proprio quello di dare attuazione all’ordine del giorno.

Difficile che il resto della maggioranza possa dire “no” dopo il “sì” all ’atto di indirizzo del maggio scorso.
Resta da capire quali saranno i tempi.

Questa settimana la commissione Giustizia della Camera approverà la riforma che limita i poteri e
la giurisdizione della Corte dei Conti che dovrà andare in aula il 7 aprile, poi potrà calendarizzare il disegno di legge sul sequestro degli smartphone.

Nel frattempo, a Palazzo Madama, la priorità resta quella della separazione delle carriere.
L’obiettivo del ministro della Giustizia Nordio è quello di approvare il testo della riforma costituzionale entro metà aprile per poi tornare in seconda lettura a Montecitorio già a maggio
e provare a forzare la mano con il via libera definitivo in entrambe le camere entro l’estate e
il referendum confermativo tra fine 2025 o al massimo inizio 2026.

In questo modo, ci sarebbe tempo a sufficienza per scrivere le leggi ordinarie di attuazione della riforma ed eleggere in tempo i due nuovi Consigli Superiori della Magistratura.

Quello attuale, infatti, scade all’inizio del 2027.

Da ilFattoQuotidiano

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