La leader del Rassemblement National giudicata colpevole di appropriazione indebita di fondi pubblici nell’ambito della vicenda degli assistenti parlamentari europei
La leader del Rassemblement National (RN, di estrema destra) Marine Le Pen e otto eurodeputati sono stati giudicati colpevoli di appropriazione indebita di fondi pubblici al termine del processo sugli assistenti degli eurodeputati di RN al Parlamento europeo di Strasburgo. Il dibattimento si era tenuto fra la fine di settembre e quella di novembre.
Come richiesto dalla procura, la Corte presieduta da Benedicte de Perthuis ha pronunciato per Le Pen una pena che prevede l’ineleggibilità immediata e per i prossimi cinque anni. Per lei anche una condanna al carcere: quattro anni, due dei quali sospesi.
Marine Le Pen, lo ricordiamo, stando ai sondaggi è le preferita dai francesi in vista delle prossime presidenziali (in programma nel 2027), con una quota di preferenze fra il 34 e il 37%, ma a meno che una sentenza in appello non arrivi in tempo per sovvertire quella odierna, non potrebbe a questo punto essere in lizza né per quella né per nessuna altra carica. Un ricorso da parte degli imputati è scontato, ma i tempi della giustizia saranno lunghi.
La dirigente della destra – a cui carico va un’appropriazione indebita accertata dalla Corte di 474’000 euro – ha lasciato l’aula dopo la condanna, senza attendere la fine della lettura della sentenza.
Il tribunale di Parigi ritiene che il caso abbia rappresentato una frode da 2,9 milioni di euro (2,76 milioni di franchi al cambio attuale) per il contribuente europeo, “facendo pagare al Parlamento europeo delle persone che lavoravano in realtà per il partito” a livello nazionale e non a livello dell’UE. “Che le cose siano chiare: nessuno viene processato per aver fatto della politica, non è il tema. La questione è sapere se i contratti sono stati eseguiti o meno”, ha sottolineato de Perthuis, precisando che “non c’è stato arricchimento personale, ma del partito sì”.
Nell’udienza, aperta alle 10.20, sono stati dichiarati colpevoli di ricettazione anche i dodici ex assistenti parlamentari finiti a giudizio insieme ai politici.
