Presentate all’Ars due proposte identiche: viene previsto che si valutino le richieste dei pazienti affetti da mali irreversibili. C’è l’ipotesi di una maggioranza trasversale
Il tentativo viaggia sull’asse Pd-5 Stelle. E minaccia già di spaccare la maggioranza di centrodestra.
Al punto che il presidente della commissione Sanità dell’Ars, il leghista Pippo Laccoto, ha provato a rinviare fin quando possibile l’inserimento di questa proposta all’ordine del giorno.
Ora però non ci sono più ostacoli e i deputati saranno chiamati a esaminare da domani la legge sul suicidio assistito.
Materia delicatissima. Che al momento è contenuta in due disegni di legge identici depositati da Giovanni Burtone del Pd e Luigi Sunseri dei 5 Stelle.
Entrambi prendono le mosse da una sentenza della Corte Costituzionale, la 242 del 2019, che per
prima ha rimosso alcuni limiti al divieto di aiutare qualcuno a interrompere la propria vita.
In più i testi arrivati all’Ars sono stati redatti con l’aiuto dell’associazione Luca Coscioni e di Marco
Cappato.
L’articolo principale prevede i casi in cui un paziente, direttamente o tramite il proprio medico,
può chiedere di mettere fine alla propria vita: «Il proposito di suicidio deve essersi autonomamente
e liberamente formato.
La persona deve essere tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale e deve essere affetta da
una patologia irreversibile.
La patologia deve essere fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che la persona reputa intollerabili.
La persona deve essere pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli».
A quel punto entra in campo una commissione multidisciplinare (ne fanno parte un medico
palliativista, un neurologo, uno psichiatra, un anestesista, un infermiere e uno psicologo) che entro
venti giorni valuta il caso e decide come eseguire le volontà del paziente.
Contro l’eventuale decisione negativa della commissione il paziente può proporre ricorso.
L’ultimo articolo prevede che tutto sia gratuito, cioè a carico del servizio pubblico.
Fin qui la norma. Che non è difforme da quella già approvata dalla Toscana e in discussione in
altre Regioni.
Il punto è però l’asse politico che si sta muovendo dietro queste proposte. Sunseri si dice certo che la proposta «può avere un sostegno trasversale» e che possa superare obiezioni di costituzionalità che Palazzo Chigi ha già mosso nei confronti del testo della Toscana.
Burtone va già oltre e, certo che pezzi della maggioranza (in primis in Forza Italia) siano pronti a votare la norme, rivolge un appello: «Questa è una legge che non va esaminata con schemi politici.
Serve invece una visione etica.
E spero che i colleghi vadano anche oltre gli steccati religiosi».
Sempre domani, ma questa volta in aula, il Parlamento sarà chiamato a votare su un’altra norma dal forte richiamo etico: quella che aumenta i ginecologi non obiettori di coscienza per rimuovere
gli ostacoli che rendono difficile oggi ricorrere all’aborto nelle strutture pubbliche.
