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Caso Almasri, la Cpi concede un’ulteriore proroga all’Italia

Last updated: 05/04/2025 11:43
By Redazione 130 Views 4 Min Read
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Il governo Meloni ha tempo fino al 22 aprile per presentare una memoria difensiva sul caso del capo della polizia libica arrestato a Torino, rilasciato e riportato in Patria con un volo di Stato nonostante pendesse un mandato di cattura internazionale

Contents
L’Italia e il segreto istruttorioLa Cpi boccia la richiestaProroga fino al 22 aprile 2025Avvertenza della CorteLa classificazione della richiestaOrdine di riclassificazione

AGI – La Corte Penale Internazionale ha concesso all’Italia una proroga fino al 22 aprile per presentare una memoria difensiva sul caso di Najeem Osema Almasri Habish, il capo della polizia giudiziaria libica su cui pende un mandato di cattura internazionale per crimini contro l’umanità e di guerra, ma non fino alla fine dei procedimenti nazionali.

Lo si legge in una decisione della Camera preliminare datata 25 marzo. La CPI ricorda che il 17 febbraio era stato richiesto all’Italia di spiegare entro il 17 marzo come mai Almasri non fosse stato consegnato all’Aja dopo l’arresto a Torino.

Il 17 marzo però “la Cancelleria ha trasmesso una richiesta dell’Italia di proroga del termine per presentare le proprie osservazioni in merito”.

Nel frattempo, il 22 gennaio Almasri è stato liberato il 22 gennaio dal carcere di Torino e riportato in Libia con un aereo di Stato italiano.

L’Italia e il segreto istruttorio

Nella richiesta, “l’Italia afferma di non essere attualmente in grado di presentare osservazioni in merito, poiché sono stati avviati procedimenti nazionali e le sue autorità sono tenute a rispettare il segreto istruttorio” e “chiede alla Camera di prorogare il termine per la presentazione delle sue osservazioni fino alla conclusione dei procedimenti nazionali”.

La Cpi boccia la richiesta

Ma, sottolinea la Corte, “tale richiesta non può essere accolta. La Camera sottolinea che la determinazione se uno Stato abbia omesso di cooperare con la Corte è indipendente da qualsiasi procedimento nazionale, specialmente quelli avviati dopo che la questione è stata esaminata dalla Camera”.

Proroga fino al 22 aprile 2025

Tuttavia, prosegue la Corte, “prendendo atto della disponibilità dell’Italia a proseguire il dialogo con la Corte, la Camera concederà una proroga fino al 22 aprile 2025, alle ore 16:00, entro la quale l’Italia dovrà presentare le proprie osservazioni sul merito o fornire alla Camera una spiegazione motivata della sua incapacità di farlo”.

Avvertenza della Corte

In ogni caso, avverte la Corte, “la Camera non consentirà un rinvio indefinito di queste procedure e l’Italia è fortemente incoraggiata a presentare le sue osservazioni il più presto possibile”.

La classificazione della richiesta

La Camera, poi, “nota che l’Italia ha classificato la richiesta come ‘sotto sigillo'” senza però “fornire una base fattuale o giuridica per la sua scelta di classificazione”. Ma “la richiesta riguarda un documento pubblico, ossia l’invito della Camera all’Italia a presentare le sue osservazioni”. Inoltre, “giornali italiani hanno riferito che l’Italia ha chiesto alla Corte di fornire le sue osservazioni dopo la conclusione dei procedimenti nazionali. Sembra inoltre che uno degli allegati della richiesta sia un documento reso pubblico su un sito web del governo italiano, mentre un altro è una traduzione in lingua inglese”. “Sulla base di quanto precede, la Camera non può identificare il motivo della classificazione italiana della presente richiesta”, si spiega. Ma nonostante “l’apparente mancanza di necessità di mantenere la classificazione per la richiesta”, visto che l’Italia ha dichiarato che “eventuali modifiche alla classificazione richiedono il suo espresso e specifico consenso”, la Camera aveva dato tempo all’Italia fino alle ore 16:00 del 28 marzo per “riclassificare la richiesta come pubblica e, in caso contrario, fornire motivi per mantenere la classificazione attuale”.

Ordine di riclassificazione

“Se l’Italia ritiene che la richiesta non debba essere riclassificata come pubblica, dovrà presentare una versione pubblica redatta della sua richiesta entro tale data”, ha chiarito la corte. In caso contrario, “la Camera ordinerà al registro di riclassificare la richiesta come pubblica”.

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