Il caos per il voto nelle Province blocca i lavori Quattro i ddl approvati da inizio anno. Riforme ferme nelle commissioni
Pronte per il voto le norme su Enti locali, Consorzi di bonifica, Iacp ma tra marzo e aprile Sala d’Ercole si è riunita in media sette ore al mese.
Al quarantesimo minuto della seduta d’Aula di ieri, il deputato regionale del Pd Mario Giambona si rammaricava: «Oggi sono presenti solo due esponenti della maggioranza. Che spettacolo stiamo dando ai siciliani?».
L’intervento risuona in una Sala d’Ercole praticamente vuota, che stancamente si trascina per meno di un’ora sulle interpellanze della rubrica “Infrastrutture” rivolte all’assessore Alessandro Aricò, solo, tra gli scranni del governo.
Un’ora, quella di ieri, che si aggiunge ai 40 minuti di martedì e alle altre dodici ore d’aula in tutto, tra marzo e aprile.
In un 2025 nel corso del quale sono stati approvati quattro disegni di legge, compreso un ddl-voto (che andrà quindi approvato in Parlamento nazionale), ma che non ha ancora visto sbucare in Aula un testo che possa definirsi una vera riforma.
Tutto inghiottito dalle commissioni, appunto. Dove le divisioni nella maggioranza di Renato Schifani, emerse in occasione della presentazione delle liste per le elezioni nelle ex Province, finiscono per affossare tutto.
A fine luglio del 2024, ad esempio, il governatore brindava al via libera in giunta della riforma della dirigenza: «Auspico che il Parlamento regionale possa approvare a breve la norma», diceva.
Ma quel ddl non è mai arrivato in Aula.
Così come è avvenuto per la riforma dei Consorzi di bonifica e per quella degli Istituti autonomi case
popolari. Era arrivato in Aula, ma è stato ricacciato indietro, proprio a causa delle divisioni nel centrodestra, il ddl sugli enti locali che contiene diverse norme come quelle sul consigliere supplente, sull’assessore aggiuntivo e sulla presenza delle donne nelle giunte comunali.
Ddl fermo in commissione Bilancio, dove non è stato nemmeno calendarizzato l’esame.
Ieri, tra i mugugni dell’opposizione e i vuoti di Sala d’Ercole, sono stati incardinati tre ddl, che si aggiungono ad altri tre, da tempo ormai all’ordine del giorno.
Nessuna discussione, nonostante il tentativo del governo (cioè del solo Aricò) di provare ad avviare l’esame.
«Mancano i presidenti di commissione — ha fatto notare Di Paola — e sono entrambi di maggioranza».
Comunque, per approvare qualcuno di quei ddl bisognerà aspettare almeno il mese di maggio, visto che l’Ars si è data appuntamento a martedì prossimo per l’avvio delle discussioni generali, per poi fermarsi l’intera settimana che porterà da Pasqua alle provinciali del 27 aprile.
Si tratta comunque di semplici norme-stralcio, cioè provenienti da altri disegni di legge, tranne qualche eccezione.
È il caso degli aumenti dei compensi destinati ai vertici delle società partecipate siciliane.
In questo caso l’iter è stato piuttosto celere.
Stesso discorso per un ddl che crea le “Super Zes”.
Di riforme nemmeno l’ombra. «È la dimostrazione — dice il vicepresidente dell’Ars, Nuccio Di Paola —che il centrodestra di Schifani non esiste più. E le elezioni provinciali hanno messo benzina sul fuoco. L’Ars è ingolfata proprio a causa di queste liti».
E se il capogruppo del Pd Michele Catanzaro parla di «cortocircuito tra maggioranza e governo», il leader di Controcorrente Ismaele La Vardera prova a puntare sulle sanzioni ai deputati assenti
«non solo per le sedute in cui si vota, come avviene adesso, ma in tutte le sedute. Vedrete — conclude
come si riempirà Sala d’Ercole».
Da laRepubblicaPalermo di Accursio Sabella
