A Nissalento andrà in scena il primo atto di una tragicommedia già vista, ma sempre capace di stupire per la sfacciataggine del copione.
Si intitola “La Farsa del Ritorno”, e i protagonisti sono più o meno sempre gli stessi.
Cambiano i costumi, si aggiorna la scenografia, ma gli attori sono gli stessi di ieri, solo più abili nel nascondersi dietro nuovi tendoni.
L’indiscusso regista è Giacinto Intrallazzi e famiglia, ex primo attore della compagnia del “Teatro delle Scatolette”, che per anni ha calcato palcoscenici nazionali tra standing ovation e fischi di piazza.
Ora, caduto il sipario sul Movimento che gli aveva dato fama, Intrallazzi prova a tornare in scena dal retro del palco, occupando pian piano le quinte del piccolo ma rumoroso movimento civico “Rinascita e Clacson”, un tempo diretto dal fervente e urlante Ottavio Tromboni.
Tromboni, che fino a ieri infiammava le piazze locali con dichiarazioni roboanti contro “la politica dei soliti noti”, ha ora ceduto senza troppa resistenza il megafono proprio a uno di quei “soliti” che diceva di voler combattere. Lo ha fatto con quel misto di candore e convenienza tipico dei comprimari: l’arte di inchinarsi per restare in scena, pur da comparsa…a fischi e piriti!
Il pubblico, intanto, osserva. Alcuni ridono amaramente, altri fischiano, molti semplicemente non comprano più il biglietto. La trama è debole, la scenografia traballante, i dialoghi prevedibili. Ma l’operazione è riuscita: il vecchio potere ha trovato una nuova maschera, oltre ad un piatto di minestrone.
Tromboni, che in campagna elettorale declamava versi contro le “carriere in saldo e comitati d’affari”, ora si ritrova stretto in un monologo stonato, in cui la coerenza si è persa dietro le quinte.
“Rinascita e Clacson” non è più un laboratorio civico, ma una compagnia di giro che accoglie gli attori in cerca d’autore.
A Nissalento, la politica si conferma palcoscenico per esperti del travestimento.
La cittadinanza? Fa da pubblico passivo, se ancora resiste.
Ma la sensazione generale è che questa farsa non faccia più ridere nessuno. E forse è proprio questo il vero dramma. E da “rinascita e clacson si registra un si salvi chi può, con le pezze al culo.
Marco Fasciana
