Su facebook il suo ultimo messaggio è stato affidato alle parole di Antonello
Venditti: la vita è così, lei ci mischia le carte, confonde le idee e poi decide per
noi.
E la vita ha deciso di portarci via un amico carissimo, un compagno che mai
avremmo voluto perdere e che ci manca già immensamente.
Nicola è stato uno dei figli migliori della sinistra nissena, di cui condivideva
storia, origine e DNA.
Sotto il fascismo fu suo padre, Luziu Boccadoro, a costruire ed animare la
cellula clandestina del Partito Comunista Italiano, attorno alla quale si
ritrovarono, si formarono e combatterono Leonardo Sciascia, Emanuele
Macaluso, Pompeo Colajanni, Luigi “Gino” Cortese, Gaetano Costa, Rita Bartoli.
Di quella stagione complessa ed affascinante Nicola mi ha confessato tante
volte che avrebbe voluto conoscere e scoprire più di quanto la riservatezza e la
prudenza del padre gli permisero di apprendere.
Eppure molto deve essergli stato trasmesso se, insieme al fratello Franco, a
Puccio Dolce ed a tanti altri decise di raccogliere il testimone paterno
diventando uno dei protagonisti di una nuova generazione del PCI, negli anni in
cui il radicamento sociale del Partito si realizzava anche a Caltanissetta attorno
a battaglie per la dignità del lavoro e la difesa degli ultimi.
La crisi della sinistra non intaccò la sua bussola ideale e politica, né fece venir
meno la sua militanza, che continuò nel sindacato, nell’Auser, nell’Anpi e nel
Circolo Faletra del Partito Democratico.
Lì ho avuto l’opportunità di conoscerlo e di diventarne amico, beneficiando del
suo affetto, della sua vicinanza e dei suoi consigli.
In questi anni, infatti, non c’è scelta delicata o decisione importante che io
abbia preso senza prima confrontarmi con lui.
Il suo consenso era per me un metro utile per misurare la coerenza tra le azioni
che intendevo compiere, la nostra storia ed i nostri valori profondi.
Di contro, anche quando è stato perplesso o scettico rispetto ad alcune
decisioni che non lo convincevano non ha fatto mai mancare a me ed al Partito
il suo sostegno, i suoi consigli ed il suo supporto. Così è stato anche nelle
ultimissime vicende politiche.
Durante i nostri ultimi incontri, però, ciò che mi ha colpito di più è stato il suo
lato umano: il sorriso che aveva mentre passeggiava con la moglie o andava a
trovare il figlio a lavoro, il ricordo affettuoso del fratello e dei nipoti, la sua
passione per il mare e per il suo rifugio di Giardini.
È di queste cose e non di politica che abbiamo discusso durante la nostra
ultima telefonata.
Tra i tanti ricordi commossi di questa difficile giornata quello che mi ha colpito
più a fondo l’ha messo nero su bianco la professoressa Aurelia Speziale.
Si tratta di quattro semplici parole: ti esorto all’impegno. È il contenuto di un
biglietto che Luziu Boccadutri inviò a Luigi Cortese nel 1942, mentre
quest’ultimo si trovava a Parma ove poi divenne comandante partigiano.
Penso che Nicola oggi ci avrebbe ribadito questo medesimo concetto, ci
avrebbe esortato all’impegno ed alla lotta per una società diversa e più giusta,
ma anche all’impegno per una vita più piena ed umana.
La canzone di Venditti che ha lasciato qui su facebook come ultimo messaggio
nella bottiglia non dice solo che la vita – beffarda – decide per noi, si chiude con
un messaggio di speranza: ovunque andrai sarai sempre tu.
Ecco, Nicola Boccadutri è sempre stato se stesso e continuerà ad esserlo
ovunque sia ora.
Carlo Vagginelli
Consigliere comunale – Partito Democratico di Caltanissetta
(Foto di Leandro Janni)
