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Reading: “Ora noi o risorgiamo come squadra o cederemo un centimetro alla volta, uno schema dopo l’altro, fino alla disfatta. Siamo all’inferno adesso signori miei. Credetemi. E possiamo rimanerci, farci prendere a schiaffi, oppure aprirci la strada lottando verso la luce. Possiamo scalare le pareti dell’inferno un centimetro alla volta”
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“Ora noi o risorgiamo come squadra o cederemo un centimetro alla volta, uno schema dopo l’altro, fino alla disfatta. Siamo all’inferno adesso signori miei. Credetemi. E possiamo rimanerci, farci prendere a schiaffi, oppure aprirci la strada lottando verso la luce. Possiamo scalare le pareti dell’inferno un centimetro alla volta”

Last updated: 13/05/2025 7:05
By Sergio Cirlinci 220 Views 6 Min Read
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Caltanissetta all’inferno? L’ora della verità, tra critiche e silenzi complici

Correva il 2 Maggio del 2022, quando come Associazione “Caltanissetta Si Cura“, usammo questo video nell’apertura dell’Assemblea Cittadina, la prima, che affrontò il tema del Policlinico; la organizzammo con la speranza di scuotere le coscienze dei cittadini e dei politici locali, per cercare di creare attorno a quell’argomento una “squadra” che portasse a chiarire alcuni punti, al tempo oscuri, e al risultato sperato e anche promesso, anche se ad oggi il discorso sembra ormai non interessare tanti e soprattutto a chi lo dava per certo che si facesse a Caltanissetta.

Ci piace riproporlo perchè oggi come allora, oggi più che mai, siamo convinti che il fare squadra sia l’unica strada per arrivare alla “vittoria”, intesa nell’avere politici che si occupino in maniera soddisfacente dei cittadini, risolvendo loro i problemi e non creandoglieli e, soprattutto, non pensare prevalentemente a loro, potere, poltrone, incarichi e remunerazioni.

Le parole pronunciate da Al Pacino, in una scena del film “Ogni maledetta domenica”, video sotto, sono cariche di drammaticità e di un’urgenza, quasi disperata, che risuonano con una forza dirompente se le caliamo nel tessuto sociale ed economico della nostra Caltanissetta.

Troppo spesso, la nostra comunità sembra essere intrappolata in un limbo fatto di grida, la critica, unita a un silenzio assordante, quasi complice, senza quasi, nei confronti di chi amministrando la cosa pubblica, non sempre agisce nell’esclusivo e, come dovrebbe essere, unico interesse collettivo.

Siamo davvero all’inferno, come suggerisce la citazione?

Forse non in senso letterale, ma certamente in un’arena dove si rischia di soffocare ogni speranze e ogni tentativo di crescita e di miglioramento, tendando in tutti i modi anche di mettere a tacere chi osa uscire dal coro dei plaudenti.

Assistiamo quotidianamente a levate di scudi contro “gli altri” e , cosa inaccettabile, sconfinando oltre il contesto politico e di quello di cui si discute, contro coloro che la pensano diversamente e contro chi non rientra in schemi predefiniti o imposti da chi comanda.

Questa energia critica, se incanalata sul giusto binario, in maniera schietta, onesta, costruttiva e positiva, potrebbe essere un potente motore per il cambiamento.

Il problema sorge quando questo fervore si spegne, si ammutolisce, di fronte alle azioni, o alle omissioni, di coloro che sentiamo vicini, legati da vincoli di amicizia, parentela o appartenenza politica.

Si crea così una dinamica pericolosa: un metro di giudizio severissimo per gli “esterni” e un’inspiegabile indulgenza per gli “interni”.

Questa doppia visione mina la credibilità del dibattito pubblico e, soprattutto, impedisce una reale responsabilizzazione di chi ci governa.

Come la squadra in difficoltà del celebre discorso, anche la nostra Caltanissetta rischia di cedere “un centimetro alla volta”, anche se ormai possiamo parlare di metri.

Ogni critica pretestuosa verso chi fa notare alcune cose, ogni silenzio assenso, ogni occhiolino di connivenza è un piccolo passo verso una disfatta collettiva, verso un immobilismo che ci condanna a rimanere in questo “inferno” di opportunità mancate e di potenzialità inespresse.

Ma la citazione ci offre anche una speranza, una via d’uscita.

Possiamo scegliere di non rimanere a subire, di non farci “prendere a schiaffi” da una situazione che noi stessi, con i nostri comportamenti, contribuiamo a mantenere viva.

Possiamo decidere di “aprirci la strada lottando verso la luce” e di “scalare le pareti dell’inferno un centimetro alla volta”.

Questo percorso di risalita non può che iniziare da una presa di coscienza individuale e collettiva.

Dobbiamo superare la logica delle fazioni, la paura di criticare chi ci è vicino, il timore di perdere qualche piccolo vantaggio personale o di subire pressioni.

Dobbiamo imparare a giudicare i fatti per quello che sono, indipendentemente da chi li compie.

È tempo che il tessuto sociale nisseno si trasformi in una vera “squadra”, unita non da vincoli di comodo ma da un autentico desiderio di progresso e di benessere per la comunità intera e per il futuro delle nuove generazioni.

Una squadra capace di sostenere e incoraggiare chi merita, ma anche di esprimere con fermezza il proprio dissenso quando necessario, senza timore di intaccare amicizie o appartenenze.

Solo così potremo creare un’energia costruttiva, il silenzio è complice in un dialogo che dovrebbe invece essere aperto e sincero.

Solo così potremo iniziare a scalare quelle “pareti dell’inferno” e a costruire una Caltanissetta più giusta, trasparente e prospera per tutti.

L’ora della verità è adesso. Scegliamo di risorgere. Ad Maiora

-Ogni maledetta domenica discorso Al Pacino-

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