Domani si riunirà una task-force di esperti anche «in vista dell’ormai imminente seduta del Cipess»
La “Stretto di Messina” replica a Doglioni sulle questioni sismiche: il progetto è completo e aggiornato
Un vertice «per approfondire tutti gli aspetti legati alla prevenzione e repressione delle infiltrazioni
mafiose connesse alla realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria».
E nello stesso tempo, per «esaminare le iniziative da attivare prima dell’avvio delle cantierizzazioni
anticipate dell’opera, in considerazione dell’ormai imminente iscrizione dei relativi atti all’ordine del giorno del Cipess».
Il vicepremier Matteo Salvini convoca tutti al Mit, per domani mattina, sia la task force di esperti e consulenti anti-mafia del Governo sia i dirigenti e tecnici del ministero delle Infrastrutture e della società “Stretto di Messina”.
Nella nota diramata dal Mit si definisce «ormai imminente» l’avvio del confronto in seno al Coordinamento interministeriale che, sicuramente in più sedute, è chiamato a esaminare
l’imponente documentazione che sarà fornita dalla “Stretto” e dal “General contractor”(il Consorzio “Eurolink”) e a pronunciarsi sul progetto definitivo, dando il via alla fase realizzativa del Ponte e delle opere connesse.
Dopo la replica alle dichiarazioni del procuratore capo della Repubblica di Messina, Antonio
D’Amato, il quale aveva lanciato l’allarme sulla mafia che «si cela dietro gli appalti pubblici, vedi il
Ponte sullo Stretto», il ministro Salvini intende dare segnali di «massima attenzione» alle questioni
della legalità.
«Lo Stato non può e non deve abdicare –ripete il vicepremier –ma deve prevenire e vigilare con estremo rigore ».
Da qui la decisione di convocare la riunione al Mit, dopo averne anche discusso con la premier Giorgia Meloni, la quale sta seguendo l’evolversi dell’iter progettuale del Ponte, anche perché è lei che presiederà le sedute del Cipess.
Legalità e lotta alle mafie da un lato, questioni di sicurezza dall’altro. In questo caso, è la “Stretto di Messina” a replicare alle affermazioni dell’ex presidente dell’Ingv Carlo Doglioni che, durante un incontro svoltosi venerdì a Messina, ha dichiarato che il progetto definitivo del Ponte va fermato perché deve essere sottoposto a nuovi aggiornati studi sismici.
Ed ecco, dunque, la risposta della “Stretto”: «Il progetto del Ponte ha ampiamente analizzato le tematiche geologiche e sismiche.
Parlare di accelerazione al suolo è un modo semplicistico, e concettualmente errato, di affrontare un problema complesso come la resistenza di Il Ponte e la prevenzione anti-mafia Salvini convoca un vertice al Mit una struttura a sollecitazioni sismiche.
Sul tema i tecnici della “Stretto di Messina” hanno più volte risposto puntualmente a queste osservazioni.
Il progetto del Ponte prevede accelerazioni massime superiori a 1,5 g, allo stato limite di integrità strutturale, e non di 0,58 g come grossolanamente affermato.
Sul sito istituzionale della società è anche presente un documento redatto dai progettisti in cui viene
confrontato lo spettro di progetto dell’opera con lo spettro registrato in occasione dei terremoti di
L’Aquila e Amatrice, citati da Doglioni.
Si evince chiaramente che alle frequenze di interesse per il Ponte le accelerazioni di progetto sono sensibilmente superiori a quelle registrate nei terremoti di L’Aquila e Amatrice, e quindi le osservazioni di Doglioni sono del tutto prive di fondamento.
Per gli aspetti geologici e sismici – prosegue la “Stretto” – il progetto definitivo è corredato da oltre 300 elaborati geologici frutto di nuova e più ampia documentazione a varie scale grafiche, realizzata con l’ausilio di circa 400 indagini puntuali, tra sondaggi geologici, geotecnici e sismici.
Tutte le faglie presenti nell’area dello Stretto di Messina sono note, censite e monitorate, comprese quelle del versante calabrese.
I punti di contatto con il terreno dell’opera, sulla base degli studi geosismotettonici eseguiti, sono stati individuati evitando il posizionamento su faglie attive.
Le costruzioni di ponti sospesi in zona sismica avvengono da sempre in ogni parte del mondo in aree con potenziali sismogenetici più rilevanti dello Stretto di Messina: Turchia, Grecia, Giappone, California.
Il potenziale sismogenetico dello Stretto di Messina non è in grado di produrre terremoti superiori a 7.1 della scala Richter.
In ogni caso il Ponte sullo Stretto è progettato per restare in campo elastico anche con magnitudo superiore».
Da La Gazzetta del Sud
