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L’appello della Cei: “No a Rearme Europe, la Chiesa chiede impegno per la pace”

Last updated: 28/05/2025 13:04
By Redazione 119 Views 4 Min Read
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Il cardinale Zuppi richiama l’urgenza della pace a Gaza e in Ucraina. Invita al dialogo, all’ingresso degli aiuti umanitari e soluzioni pacifiche tra i popoli

AGI – Nella sua introduzione alla sessione straordinaria del Consiglio Episcopale Permanente, il card. Matteo Maria Zuppi ha voluto ribadire il “no” della Chiesa Cattolica a tutti i livelli al piano “Rearme Europe”. “Non possiamo non ribadire – ha detto il presidente della Cei -, che la produzione industriale che vuole riconvertire in armi alcune delle aziende in crisi non fa bene ne’ alla nostra economia ne’ al mondo”.

Zuppi ha voluto aprire il capitolo sull’urgenza della pace richiamata da Papa Leone XIV fin dal giorno della sua elezione, con un pensiero alla popolazione di Gaza duramente provata: “chiediamo – ha scandito -, il rispetto del diritto internazionale umanitario, l’ingresso di aiuti senza restrizioni, l‘apertura di corridoi umanitari e, soprattutto, la promozione di un dialogo che possa realizzare la soluzione a due popoli, due Stati”.

L’Ucraina

“Il nostro sguardo – ha continuato -, si rivolge anche all’Ucraina nell’auspicio che i fili del dialogo, già così difficili, siano rafforzati, trovino le garanzie necessarie inserite in un quadro che permetta una pace giusta e sicura”.Il cardinale ha invitato inoltre a “non dimenticare i tantissimi conflitti che insanguinano il pianeta”.

“Abbiamo a cuore – ha confidato a nome di tutti i vescovi italiani -, i popoli di Asia, Africa, America Latina piegati dalla tragedia delle armi, che portano morte e sofferenze, generando odio e ulteriori ingiustizie”.

“Il cristiano – ha ricordato Zuppi – è un artigiano di pace, che dal suo cuore trae la forza di una pace disarmata e disarmante. Ci aiutano due intense memorie storiche, tra loro correlate: l’80esimo anniversario della fine della Seconda guerra mondiale e il 75esimodella Dichiarazione Schuman (9 maggio 1950), con la quale i ‘padri fondatorì dell’Europa avviarono il processo di pacificazione post-bellica e di integrazione comunitaria con l’obiettivo, esplicito, di riportare la pace nel continente e nel mondo intero”.

“Perché la pace non sia una tregua – ha spiegato inoltre -, occorre imparare a pensarci non solo vicini ma insieme, a difendere la soluzione pacifica dei conflitti e rafforzare le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo. Per questo occorre costruire un’architettura di pace, frutto di quei valori e della dolorosa consapevolezza che sono a fondamento dell’Europa, che non può essere ridotta a diritti individuali o burocrazia, perché fondata sulla difesa della persona nel suo valore indiscutibile e nella sua relazione con la comunità”.

“Siamo ben consapevoli – ha assicurato Zuppi -, che la pace non è statica, ma mette in movimento, coinvolge, riguarda tutti. Ecco perché la Chiesa in Italia continuerà a impegnarsi per tessere relazioni, per alimentare il dialogo, per iniziare percorsi di riconciliazione e di sviluppo, anche attraverso le attività e i progetti che i fondi dell’8xmille destinati alla Chiesa cattolica rendono possibili. Vogliamo contribuire a realizzare un mondo unito e in pace, dove non si senta più il rumore delle armi e dove tutti possono dirsi fratelli. La lotta alla povertà, l’educazione che la stessa presenza della Chiesa anima con le sue diverse realtà, l’impegno per lo sviluppo e gli aiuti al mondo, sono una parte del nostro sforzo. Per questo, esprimiamo gratitudine a quanti scelgono di destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica: ciò consente di realizzare migliaia di progetti in Italia e nel mondo. Siamo poi fiduciosi che si agisca a correzione, secondo gli impegni assunti, sugli interventi apportati unilateralmente dal Governo, come anche da diversi altri precedenti, sul sistema dell’8xmille, ripristinandolo così come originariamente stabilito, nel rispetto della realtà pattizia dell’Accordo”.

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