Caltanissetta, addì 29 maggio 2025 – Un’ombra di immobilismo si allunga su Caltanissetta, inghiottendo sia la provincia che il comune in un mare di ritardi e incertezze
Dodici anni di commissariamento avrebbero dovuto rappresentare un monito e spingere a una ripartenza vigorosa, eppure la sensazione è quella di una macchina con il freno a mano tirato e con la politica locale che sembra incapace di imprimere la svolta necessaria, tanto vantata e auspicata dai nisseni.
Il Libero Consorzio Provinciale di Caltanissetta è, dopo il comune, l’altro emblema di questa paralisi.
A distanza di un mese, mancano ancora le deleghe essenziali per consentirne il pieno funzionamento e la ripartenza.
Senza queste attribuzioni, l’ente è un corpo senza testa, un po’ come il Consorzio universitario, impossibilitato a operare con efficacia e a dare risposte concrete alle esigenze del territorio.
Ma non è solo una questione di deleghe: all’interno del Consorzio, l’assenza di un regolamento impedisce di fatto la convocazione e il regolare svolgimento delle sedute consiliari, mancanza o errore che, a quanto pare, vien fuori solo ora, dopo 12 anni di commissariamento.
Il risultato è un blocco dell’attività decisionale, che si traduce in un rallentamento generalizzato su ogni fronte. Si parla adesso di una bozza di regolamento in fase di elaborazione, da inviare poi a Palermo per l’approvazione, ma la lentezza di questo processo non fa che alimentare la frustrazione e ritardare ulteriormente la ripartenza.
Unica certezza è che il presidente del Libero Consorzio Tesauro ha nominato l’ex consigliere comunale di Caltanissetta Rino Bellavia capo di gabinetto.
Anche sul fronte comunale, la situazione non è meno complessa. L’atteso rimpasto di giunta sembra essere bloccato da dinamiche interne e veti. Le voci di corridoio indicano alcuni consiglieri di Forza Italia come gli artefici di questo stallo, incapaci di trovare un accordo sulle nuove nomine o sulle ridistribuzioni di ruoli.
Questa inerzia politica ha un impatto diretto sulla capacità di governo del Comune, rallentando l’attuazione di programmi e progetti fondamentali per la città.
La sensazione è che le logiche di partito e gli equilibri interni abbiano la meglio sulla necessità di dare risposte rapide ed efficaci ai cittadini.
Di fronte a questo quadro, la domanda sorge spontanea: la classe politica nissena ha davvero l’intenzione di muoversi e di lavorare per il bene della città e della provincia? O questo evidente rallentamento è in realtà “quasi” voluto, un tacito accordo per favorire logiche antiche e nuove amicizie di vicinato, a discapito della città?
Il sospetto che dietro questi ritardi si celino strategie volte a consolidare posizioni o a tessere nuove alleanze politiche.
Se così fosse, la città e la provincia di Caltanissetta si troverebbero ancora una volta ostaggio di giochi di potere, condannate a un immobilismo che ne compromette seriamente le prospettive di sviluppo.
È tempo che la politica locale, on. Mancuso in primis, essendo lui il “deus ex machina”, si assumano tutti insieme le proprie responsabilità e dimostrino, con fatti concreti, la volontà di far ripartire Caltanissetta e il territorio circostante.
La pazienza dei cittadini ha un limite, e l’attuale situazione di stallo rischia di minare ulteriormente la fiducia nelle istituzioni. Ad Maiora
