È notizia dell’ultima ora che, con Decreto n. 2574, il Dipartimento dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana ha ufficialmente revocato il vincolo di tutela sull’impianto di radiotrasmissione RAI di Caltanissetta. Una decisione che lascia sgomenti, soprattutto alla luce degli esiti positivi delle recenti riunioni con i soggetti coinvolti, che facevano sperare in una soluzione condivisa per la salvaguardia di un simbolo tanto caro alla nostra comunità.
Nonostante l’impegno profuso da questa Amministrazione, i numerosi incontri sostenuti e le diverse bozze di accordo esaminate, ci troviamo oggi davanti a una svolta inattesa e amara, dettata – pare – da decisioni prese ad altri livelli, forse per ragioni che travalicano le volontà locali.
È con senso di responsabilità che rendo noto di essere venuto in possesso, mesi addietro, di una comunicazione interna di RaiWay in cui si legge di abbattimento e ricostruzione, al fine di preservare l’identità architettonica e simbolica della struttura. In quella stessa comunicazione era incluso anche un dettagliato cronoprogramma degli interventi, il tutto redatto in funzione del vincolo allora vigente.
Un altro elemento che ha destato in me forti sospetti circa una possibile rimozione del vincolo è stato il video – circolato alcune settimane fa – in cui uno scalatore tenta di salire sull’antenna, desistendo poi per via delle evidenti e preoccupanti condizioni strutturali in cui versa. È stato proprio a seguito di quel filmato che, in data 20 maggio, ho protocollato una formale richiesta di accesso agli atti urgente presso la Soprintendenza di Caltanissetta, al fine di ottenere tutta la documentazione relativa ai rapporti intercorsi tra la stessa e RaiWay. Ad oggi, con grande rammarico e profonda amarezza , non ho ancora ricevuto risposta.
È evidente che le condizioni attuali della struttura rappresentano un pericolo per la pubblica incolumità. È altrettanto evidente che responsabilità e mancate manutenzioni si trascinano da anni, da parte sia della società proprietaria sia delle amministrazioni che si sono succedute. Tuttavia, la sicurezza dei cittadini deve sempre avere la priorità su ogni altra considerazione.
Questo però non giustifica la totale assenza di trasparenza e la sottovalutazione di un tema tanto delicato. L’Antenna Rai non è solo un’opera ingegneristica: è un simbolo identitario, un riferimento paesaggistico e storico che merita rispetto e attenzione, non decisioni calate dall’alto in assenza di confronto pubblico.
Alla cittadinanza, che giustamente si interroga e si preoccupa per il destino di questo importante pezzo della nostra memoria collettiva, posso garantire che continuerò a chiedere chiarezza, trasparenza e – se possibile – una revisione o almeno una mitigazione della decisione presa.
Non possiamo arrenderci al silenzio. Serve partecipazione, responsabilità e una visione lungimirante che non sacrifichi i nostri simboli sull’altare dell’urgenza.
Dott. Marcello Fabrizio Mirisola
