Caltanissetta si risveglia con un’amara sorpresa, o forse un sollievo celato
L’annosa questione dell’antenna che sembrava essere finita nel dimenticatoio, grazie o per colpa di un video spuntato dal nulla e diffusosi a macchia d’olio, ha squarciato il velo dell’oblio, riportando alla memoria una vicenda che molti avrebbero preferito rimanesse sepolta.
Tornata prepotentemente alla ribalta questa volta però la fiaba non pare abbia il classico lieto fine.
“E vissero tutti felici e contenti” è una frase che a Caltanissetta oggi suona stonata, non per chi probabilmente, con un’agile mossa, si è “spintaneamente” liberato di una patata bollente.
La giustificazione ufficiale è la più classica delle scappatoie: “un atto dovuto”, una frase che insieme al “non è dipeso da noi”, permette di rimangiarsi quanto detto in passato e domani, nel caso dell0abbattimento, di discolparsi.
Peccato che gli “altri”, coloro che hanno materialmente revocato il vincolo sull’antenna, siano proprio quelli con cui si vantavano i famosi “rapporti privilegiati”.
Sembrerebbe un favore, più che un obbligo, che ha permesso di scaricare la responsabilità e, con un’ulteriore presa di distanza, addossare anche ad altri di aver fatto la richiesta della revoca del vincolo. Da quanto si legge, sempre per discolparsi pare che i “veri” richiedenti sono altri che, per il momento, restano in silenzio, anche se pesantemente tirati in ballo.
Solo adesso che si scoperta la pentola e che la questione è tornata prepotentemente all’attenzione pubblica e si sente risuonare l’affermazione: “la tutela della pubblica incolumità viene prima di ogni altra considerazione”.
Una frase sicuramente di buon senso, certo, ma che stona amaramente con il passato, quando altri, in tempi non sospetti, sollevavano dubbi e preoccupazioni proprio sulla sicurezza dell’antenna ma che venivano additati, derisi e accusati di danneggiare l’immagine della città.
Certo il video toglie ogni dubbio, ma il video è stato solo il mostrare quello che in tanti, per non dire tutti sapevano da mesi e forse anni.
Oggi, le stesse preoccupazioni sono però diventate una priorità, una giustificazione per un’azione che, in realtà, sembra più una fuga dalle proprie responsabilità.
La vicenda dell’antenna di Caltanissetta è un monito, un esempio lampante di come la verità, spesso scomoda e nascosta, possa riemergere in modi inaspettati, costringendo chi di dovere a fare i conti con le proprie omissioni e oggi con le proprie giustificazioni di comodo, ma questo non vale soltanto per l’antenna, vale per l’acqua, per la piscina, per l’università. per il “policlinico” etc etc..
Un finale amaro per una città che avrebbe e merita più trasparenza e meno giochi di prestigio, una fine che si sarebbe potuta evitare se ci si fosse impegnati realmente, non solo a parole, e magari ascoltando quei “denigratori” che da tempo pubblicano articoli e video, ma non sia mai riconoscere che altri possano aver ragione, il tutto fatto per evitare quello che purtroppo oggi pare sia “The End”. Ad Maiora
