Luca Zaia e Massimiliano Fedriga, i presidenti del Veneto e del Friuli-Venezia Giulia, si confermano i governatori più apprezzati d’Italia: secondo un sondaggio Swg, infatti, il “doge”è stato promosso dal 70% degli intervistati, mentre il collega di Trieste incassa un 64%. Segue, con il 53%, la neoeletta in Umbria, Stefania Proietti, seguita da Roberto Occhiuto della Calabria col 52%.
Perde due punti percentuali il siciliano Renato Schifani, cui va così la maglia nera.
In testa c’è, dunque, una coppia di governatori al secondo mandato, entrambi leghisti, che pare dare forza alla posizione del Carroccio a favore del “ter” per i presidenti di Regione.
Posizione che ha trovato in Vincenzo De Luca, governatore Pd della Campania, anche lui giunto alla fine del bis, una sponda agguerrita.
De Luca è quinto nella graduatoria Swg – col 52%, sebbene in calo di 4 punti rispetto allo scorso anno – portando a tre i governatori al secondo mandato nella top 5.
A regole vigenti la possibilità di correre di nuovo non c’è: la parola fine l’ha messa lo scorso aprile la Corte costituzionale, bocciando una legge proprio della Regione Campania.
Il problema, però, esiste. Non tanto per Fedriga, rieletto nel 2023 e ben lontano dalla terza urna, che quindi oggi può ringraziare sottolineando la «responsabilità ancora maggiore nel continuare con serietà e impegno il nostro lavoro». Tocca più Zaia – che è governatore addirittura dal 2010 – e De Luca, forti ancora di popolarità e consenso elettorale. Ma se Elly Schlein, segretaria Pd, non è mai stata favorevole, in casa Lega la musica è diversa. Matteo Salvini solo fino a qualche giorno fa ribadiva che il divieto al ter è «un errore e una sottrazione di democrazia».
Sta di fatto, però, che il sondaggio Swg, diffuso in esclusiva dall’Ansa, premia l’esperienza, ma valorizza anche governatori più freschi, persino le new entry. Terza è, infatti, Stefania Proietti dell’Umbria, di centrosinistra, eletta lo scorso novembre. Adesso il 53% degli intervistati ritiene il suo operato «molto» o «abbastanza» efficace. «Un dato che non sorprende », secondo il Pd regionale, che conferma «la direzione giusta intrapresa». Dietro Proietti, in crescita del 6% sullo scorso anno, c’è il calabrese Roberto Occhiuto con il 52%, primo tra i governatori del Sud e primo tra i presidenti di Forza Italia. Un risultato, commenta lui, che «mi onora e mi sprona. Governare la nostra Regione è un po’ più complicato che governarne
altre, ma io non mollo».
Stessa percentuale di gradimento per De Luca, quinto, seguito da Eugenio Giani della Toscana, col 47% (+6%): «Un apprezzamento per me – dice – per tutti i miei collaboratori, per la giunta, per il Consiglio, per il lavoro che abbiamo fatto».
Dietro di lui un altro dem, il neoeletto in Emilia-Romagna, Michele De Pascale. Segue in graduatoria Alberto Cirio (FI, Piemonte) con il 42% (-3%). C’è poi Vito Bardi (FI, Basilicata)
al 39% (-4%), come Marco Bucci (centrodestra, Liguria). Al 37% troviamo Alessandra Todde, la governatrice M5S della Sardegna: «È la presidente più apprezzata dal 2013 a oggi» esulta il Movimento dell’Isola.
FdI legge i numeri dal lato opposto: «Il 63% l’ha bocciata».
Dietro Todde c’è Francesco Acquaroli (FdI, Marche) che, però, sale di un punto. Non abbastanza per esultare per il Pd: «Che non fosse apprezzato era cosa nota, basta parlare con i cittadini ». Più in basso c’è Attilio Fontana, della Lombardia (35%, -3%). Stesso valore per Michele Emiliano (Pd, Puglia) che registra un calo del 4%.
Il terzetto di coda: stabile Marco Marsilio (FdI, Abruzzo) al 35%, penultimo Francesco Rocca (FdI, Lazio) al 31%, ma in crescita del 2%: «Dovrebbe riflettere – lo punzecchiano da Azione non crediamo che le performance giapponesi all’Expo possano aiutarlo a risalire la china».
Ultimo, a distanza, è Renato Schifani: il governatore della Sicilia è al 25%, in calo del 2%.
Per il capogruppo del Pd all’Ars, Michele Catanzaro, si tratta della «cronaca di un flop annunciato. Congratulazioni al presidente Schifani che, con il suo ultimo posto nella classifica sul gradimento dei governatori, conferma di essere alla guida di un governo che sta facendo affondare la Sicilia». E per il capogruppo M5S all’Ars, Antonio De Luca, « è il bollino di qualità su un governo che finora ha brillato solo per fallimenti e disastri praticamente in tutti i settori, specie nella sanità, cosa che ci ha costretto a pianificare una manifestazione di piazza per il prossimo 15 giugno».