A Enna, per per evitare che si ripetano i disagi del 2024, si continua a cercare nuovi pozzi, il Dipartimento della protezione civile ha infatti autorizzato nuove ricerche.
Un anno fa, a giugno, la provincie di Caltanissetta ed Enna entravano nella sua storica per la più
dura emergenza idrica per il contemporaneo esaurimento della diga Ancipa, principale fornitore di acqua potabile.
Come dimenticare i razionamenti, le turnazioni anche di sei giorni, zone di Caltanissetta a secco per 186 giorni e la crisi totale appena l’Ancipa chiuse i rubinetti, poi arrivarono i pozzi, che comunque non risolsero più di tanto la crisi e la situazione non peggiorò sol perchè furono riaperti i rubinetti dell’invaso ennese.
Oggi si è in una situazione di normalità grazie ai circa 23 milioni di metri cubi di acqua all’interno dell’Ancipa.
A Enna però la ricerca di risorse idriche non si è fermata e, visto che il Dipartimento regionale
di protezione civile ha autorizzato delle indagini idrogeologiche, si prosegue per evitare che problemi futuri.
A finanziare gli interventi il Dipartimento con il dirigente Salvatore Cocina che aveva preso l’impegno ad assegnare le risorse nel caso in cui ci fossero state le giuste prospettive.
A confermare l’avvenuto finanziamento, per circa 55 mila euro, delle indagini idrogeologiche anche il funzionario direttivo del Dipartimento, Servizio 10 di Enna e Caltanissetta, Paolo Fulco.
Il Consorzio di Bonifica di Enna è invece stato nominato soggetto attuatore degli interventi.
Alle zone oggetto di indagini non si è arrivati per caso, perché furono prima individuate e poi segnalate dal Comitato Senz’AcquaEnna e dal geologo Francesco Paolo Patrinicola lo scorso
novembre a seguito di un’assemblea cittadina a cui partecipò Cocina che fu informato della possibile presenza di pozzi in territorio di Enna.
Da quel momento partì l’iter burocratico che ha portato al recente finanziamento che poterà adesso ad iniziare nuove indagini. volte a trovare fonti alternative
Una maggiore disponibilità idrica, potrebbe consentire ad Enna ma, qualora ciò avvenisse anche a Caltanissetta, di essere meno Ancipa dipendenti e, sulla carta, di stare più tranquilli, risparmiando anche nell’acquistare meno acqua dal soggetto gestore regionale i cui costi sono poi pagati dai
cittadini.
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