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Caltanissetta, l’indifferenza o quasi e la fuga nel ludico: Tra Gaza, riarmo e antimafia… meglio non pensarci o rimandare

Last updated: 22/06/2025 7:35
By Sergio Cirlinci 180 Views 6 Min Read
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A Caltanissetta il divertimento innanzi a tutto, per il resto c’è tempo

Mentre in molte città, anche a noi vicine come la laboriosa Delia, la piazza si mobilita con passione e determinazione per Gaza, alzando la voce contro un genocidio che si sta consumando sotto gli occhi del mondo, Caltanissetta sembra avvolta in un silenzio assordante e che se non fosse per qualche associazione, che si impegna ad esempio per la PACE, sembrerebbe che certe tematiche non esistano.

Un silenzio che non è PACE, ma piuttosto una preoccupante indifferenza, una fuga verso eventi meramente ludici.

Sembra quasi che l’imperativo sia il “non pensarci” per non far riflettere, per non affrontare la realtà, spesso scomoda, non permettendo, nello stesso tempo, alla cittadinanza di interrogarsi e capire.

Non si tratta solo di Gaza, sebbene la negazione o il silenzio su una tragedia di tale portata sia già molto inquietante.

Ma la tendenza a dribblare le questioni scomode emerse con chiarezza anche in altri contesti, che sembrano apparentemente distanti, ma che rivelano la stessa matrice di “evitamento”.

Prendiamo, ad esempio, la recente bocciatura in Consiglio comunale della mozione presentata dal consigliere Gambino, volta a dare un segnale concreto contro il riarmo.

Un’occasione persa, un’opportunità sprecata per schierarsi dalla parte della PACE, per ribadire un principio di non violenza che dovrebbe essere il pilastro di ogni civiltà.

Invece, ancora una volta, ha prevalso la volontà dei referenti a livello nazionale, anche se tutti hanno manifestato il desiderio di pace, ovviamente a parole, mentre qualcuno ha ribadito il concetto, ovviamente non suo, che per difendersi bisogna farsi trovare pronti e preparati, cioè ben armati.

E che dire della mozione per la ridenominazione della commissione Trasparenza in commissione Antimafia, pare finita ne dimenticatoio.

Una proposta di vitale importanza per una terra come la nostra, che porta sulle spalle il peso di una lunga storia complessa e dolorosa, legata alla criminalità organizzata, non ancora sconfitta o allontanata dai centri di potere.

Una mozione che, con un minimo di buona volontà politica, sarebbe potuta essere agevolmente inserita in un qualsiasi consiglio comunale, come ad esempio nel prossimo che è monotematico, l’affissione di una targa commemorativa.

Invece, si assiste a un’inspiegabile rimandare, a un temporeggiamento che suona come l’ennesimo tentativo di nascondere la polvere sotto il tappeto, di evitare un dibattito franco e necessario.

E’ una sorta di “melina istituzionale”, una propensione a eludere il confronto su temi che richiederebbero coraggio e visione, ma che si vuol evitare.

Possono sembrare argomenti diversi o slegati tra loro, ma con uno sguardo più attento, emerge un filo rosso che li lega indissolubilmente.

La paura, o forse la convenienza, di affrontare temi “scomodi”, temi che potrebbero portare i cittadini a farsi troppe domande, a elaborare conclusioni che, pur essendo facili e logiche, evidentemente si vuol evitare.

Si preferisce quindi distrarre, intrattenere, anestetizzare le coscienze e le menti con un flusso ininterrotto di eventi ludici, in un’illusoria bolla di sana spensieratezza.

E così, mentre il mondo brucia, le ingiustizie si perpetuano, e il malaffare continua ad infiltrarsi, da noi si continua dar le mollichine ad un popolo affamato di giustizia, di equità sociale e del riconoscimento dei propri diritti, si riceve con grande sfarzo un principe senza trono.

Un simbolo forse inconsapevole della nostra condizione, una città che, pur avendo un potenziale inespresso e una storia ricca, sembra aver smarrito la propria “corona morale”, preferendo l’opulenza superficiale e il divertimento all’impegno civile, alla responsabilità etica e alla morale.

Fino a quando Caltanissetta continuerà a tenere la testa girata dall’altra parte e fino a quando l’indifferenza sarà la nostra risposta alle grandi questioni del nostro tempo, non ci sarà alcuna possibilità di miglioramento e crescita, non solo economica ma anche culturale e ci accontenteremo sempre più di feste e festini. Ma forse meritiamo tutto ciò, forse non siamo tanto diversi da loro.

Le sollecitazioni a rompere il silenzio sono tante, come anche il pretendere un’amministrazione pronta ad affrontare le tante sfide locali, sfide rimandate o che rimangono tali, senza aver paura di affrontarle, per quanto scomode o difficili esse siano.

Fortunatamente qualche associazione e diversi cittadini non si arrendano e manifestano sul tema della Pace e dei diritti, la prossima il 26 giugno organizzata dalla associazione “Governo di Lei”, come anche cittadini che pubblicano post sui social, ma sarebbe importante che anche la politica partecipasse e soprattutto che facesse del suo.

È ora di ricordare che la vera grandezza di una città non si misura solo dal numero di eventi ludici, più o meno importanti o costosi, ma dalla sua capacità di essere voce dei cittadini, delle proprie istanze e motore del cambiamento. Ad Maiora

Nella foto il manifesto apparso a Delia

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