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La Città che vogliamo: Un capoluogo in cerca di rinascita tra servizi carenti e nuove prospettive

Last updated: 28/06/2025 7:30
By Sergio Cirlinci 128 Views 7 Min Read
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Caltanissetta, come molti piccoli capoluoghi di provincia siciliani, si trova ad affrontare delle sfide importanti e decisive per il suo futuro

Mantenere il suo ruolo amministrativo e identitario pur combattendo la cronica carenza di servizi che affligge la vita quotidiana dei suoi cittadini, dovrebbe essere l’obiettivo primario di qualsiasa amministrazione cittadina.

In questo contesto, le aspettative verso la politica locale si fanno sempre più pressanti, delineando un chiaro quadro di ciò che gli abitanti desiderano, per non vederla sempre più arretrare e perdere le ultime chance di rinascita.

È un ritornello costante nelle conversazioni sui social e nei bar, i pochi rimasti dove si intrattengono discussioni, o nelle riunioni dei comitati di quartiere e associazioni varie.

La mancanza di servizi efficienti è il vero tallone d’Achille di Caltanissetta, è su questo che i cittadini lamentano tante e gravi carenze.

La sanità è un altro nervo scoperto. Sebbene a Caltanissetta c’è una struttura ospedaliera pubblica DEA di II livello, la percezione è di un sistema sotto pressione, con lunghe liste d’attesa per visite specialistiche e una carenza cronica di medici e personale sanitario in genere, che spesso procurano agli utendi grossi disagi.

I cittadini desiderano una sanità potenziata, con servizi efficienti e servizi di pronto intervento che rispondano in modo tempestivo alle esigenze della popolazione, riducendo anche la necessità di spostamenti verso città più grandi.

Non da meno è la questione della pulizia e del decoro urbano. Marciapiedi sconnessi, aree verdi trascurate e una gestione dei rifiuti che spesso lascia a desiderare, sono segnali di un’attenzione insufficiente verso l’ambiente urbano.

I cittadini chiedono una maggiore cura del patrimonio pubblico, interventi nella manutenzione ordinaria e straordinaria e, soprattutto, che dalle parole si passi ai fatti.

Ma i desideri dei cittadini non si fermano alla semplice efficienza dei servizi esistenti, cè una forte domanda di visione e di strategie a lungo termine che possano invertire la tendenza allo spopolamento e all’isolamento.

In primo luogo, un tema ricorrente è la necessità di politiche che favoriscano l’occupazione giovanile. La creazione di opportunità concrete è vista come l’unico modo per trattenere le nuove generazioni e attrarne pssibilmente di nuove per evitare la continua, inesorabile e drammatica emigrazione, che sempre più cinvolge anche i meno giovani, che qui non trovano lavoro, o gli anziani che vendono tutto per andare a vivere accanto ai loro figli e nipoti.

L’attrattività turistica e culturale è un’altra area in cui i cittadini vedono un enorme potenziale inespresso.

Caltanissetta si sa non ha il mare, volano importante, ma ha un ricco patrimonio storico e artistico, pensiamo alle miniere, agli scavi archeologici che, se curati e manutenzionati potrebbero portare in città parecchi turisti facendo conoscere Caltanissetta oltre i confini provinciali.

Si auspicano investimenti nel marketing territoriale, nella valorizzazione dei siti di interesse e nella creazione di eventi culturali di richiamo che, animando la città, possano generare un indotto economico. Il mordi e fuggi, come i concerti, sicuramente validi, non aiutano sicuramente l’economia locale.

Puntare soprattutto su Università e Sanità, non ci stancheremo mai di ripeterlo, che sviluppati in sinergia potrebbero dare le vera spinta, forse l’unica, alla rinascita della città.

Ma sembra che il tutto sia congelato in attesa che altri prendano decisioni, mentre chi dovrebbe chiedere con forza sembra farlo in maniera “timida”.

Ieri ad esempio, abbiamo avuto l’onore di avere in città il Magnifico Rettore Midiri dell’Università degli Studi di Palermo che, dopo il fallimento del sogno di avere una nostra Università, ci fa la “cortesia”, sia chiaro reciproca, di fornirci alcuni corsi universitari, anche se di gran lunga inefriori a quelli che vengono forniti ad Agrigento e Trapani.

Ieri però ci si aspettavano parole diverse, ci si aspetta che si parlasse, oltre di quelle “già sentite”, qualche anche pur minino riferimento al nuovo assetto del Consorzio.

Peccato che a fine discorso qualcuno non abbia esclamato “e quindi?”

Questa domanda, ovviamente riferita alla nomina del nuovo presidente del Consorzio Universitario, siamo certi che tutti i presenti se la son vista balenare in mente, ma nessuno ovviamente ha osato porla.

Bisogna continuare a far finta che tutto vada bene, bisogna evitare argomenti scomodi o imbarazzanti, bisogna solo raccontare le belle favole e non rovinare la festa.

C’è anche un desiderio di maggiore partecipazione e coinvolgimento, non basta sentire un paio di commerciati o imprenditori se poi non si da seguito ai loro suggerimenti.

I cittadini vogliono essere ascoltati, non solo in campagna elettorale, ma in modo continuativo e soprattutto che si risponda con i fatti alle domande poste che continuano a non ricevere risposte chiare ed esaustive.

Domande sulla Piscina, sulla situazione degli sfollati, sul perché non si interviene per cercare di diminuire il degrado e migliorare il decoro urbano, Fontana del Tritone ad esempio, come anche le pensiline di palazzi storici, vedi Palazzo Barile, che furono oggetto di un’ordinanza di demolizione, ma che da circa nove mesi, al momento non di sa seguito.

Sono tutte domande che non trovano risposte concrete, una lunga lista che si aggiorna e che mai si accorgia fino ad azzerarsi.

In vista dei prossimi anni, il messaggio dei cittadini è chiaro, l’amministrazione non potrà limitarsi a gestire l’ordinario, driblando i problemi più spinosi e urgenti, deve dimostrare una visione strategica e una capacità di ascolto che trasformi le criticità attuali in opportunità di crescita.

Non servono neanche nuove idee, basterebbe mettere in pratica il programma elettorale, abbastanza ricco di suo che, se messo in pratica anche all’80%, darebbe una decisa svolta alla città.

Solo così Caltanissetta potrà riscattare a pieno titolo il suo ruolo di capoluogo di provincia, non solo sulla carta, ma nella qualità della vita dei suoi abitanti e nelle prospettive future. Ad Maiora

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