A metà giugno nell’aula del consigio comunale, l’assessore Del Popolo ha parlato di un “Disavanzo da 2,2 milioni ereditato” , precisando che il “bilancio 2025 è tutelato”.
Un bilancio che ha definito “non nostro” ma che l’attuale amministrazione ha dovuto approvare per senso di responsabilità e trasparenza. Lo ha detto intervenendo in Consiglio comunale per illustrare le due proposte di deliberazione, l’approvazione del rendiconto della gestione 2024 e la presa d’atto del disavanzo di amministrazione emerso in seguito a una verifica della Corte dei Conti relativamente ai bilanci 2020-2021-2022.
“Il vero bilancio politico è quello di previsione”, ha poi chiarito, sottolineando come il rendiconto sia invece uno strumento tecnico che fotografa la gestione dell’esercizio passato, in questo caso un bilancio non redatto dalla Giunta in carica ma da quella precedente. “Non era un bilancio pensato da noi, non eravamo neanche candidati all’epoca”, ha tenuto a precisare.
L’assessore ha poi spiegato che il disavanzo emerso è pari a 2.277.261,48 euro, in particolare nei capitoli relativi al fondo contenzioso e al fondo crediti di dubbia esigibilità. “Si tratta di un deficit che non è figlio di nostre scelte, ma che abbiamo il dovere di ripianare”, ha detto, definendolo “un regalo amaro del passato”.
L’impegno dell’amministrazione, ha assicurato Del Popolo, è stato quello di proteggere la spesa corrente del bilancio 2025, nonostante il peso del disavanzo.
Grazie a un’attenta pianificazione da luglio 2024 a febbraio 2025, l’assessorato è riuscito a garantire che nessuna voce utile alla cittadinanza venisse toccata “Non andremo a sottrarre neanche un centesimo alla spesa per i servizi”, ha detto con fermezza granitica
“Il disavanzo sarà ripianato in quattro anni, dal 2025 al 2028“.
Del Popolo ha infine annunciato che le stesse incongruenze rilevate per i bilanci 2020–2022 sono state rintracciate anche nei documenti del 2023 e 2024. Tuttavia, ha rassicurato: “Nel nostro primo bilancio di previsione 2025 queste criticità non esistono più. Abbiamo corretto la rotta”.
E ha concluso con un tono amaro ma deciso: “Due milioni e duecentomila euro li avremmo potuti investire per la città, per il verde, per le strade, per i giovani. Ma il nostro compito oggi è ricostruire fiducia e solidità, mettendo ordine nei conti. È quello che stiamo facendo”.
Un intervento lucido, che segna la volontà di voltare pagina rispetto alle opacità del passato, stando almeno a sentire le sue parole, con l’impegno di riportare ordine nei conti pubblici.
Alla luce di questa nuova strada tracciata, rigore, trasparenza e una programmazione orientata alla crescita, sorgono adesso nuove preoccupazioni, sotto l’aspetto economico per le casse comunali, alla luce di quanto potrebbe accadere dopo il 18 luglio, data prima udienza davanti al TAR, e spunta, minaccionsa, l’ombra di una questione apparentemente tecnica, ma dalle profonde implicazioni economiche.
La gestione futura dell’antenna RAI.
Mentre si attende che il Tar si pronunci sul destino dell’infrastruttura, il tempo stringe per elaborare una strategia che non faccia ricadere sull’amministrazione comunale e, di conseguenza, sui cittadini un onere economico insostenibile.
La vicenda è nota: l’antenna è oggetto di un contenzioso che si trascina da anni e, in passato, Rai Way ha più volte manifestato l’intenzione di cederla.
Antenna che come denunciato da più parti non viene manutentata almeno da 15 anni e di conseguenza necessita, come anche dimostrato dal famoso video e dalla prizia del Politecnico di Milano, urgenti e non prorogabili interventi, stimati ad oggi a oltre 2 Milioni di euro.
Un’eventualità che, in un contesto di bilancio comunale già precario, suonerebbe come una condanna.
Se da un lato l’importanza simbolica dell’antenna è da piu parti evocata, dall’altro la sua manutenzione straordinaria e la gestione ordinaria comportano costi significativi, del tutto incompatibili con la fragile situazione finanziaria di Caltanissetta.
Il punto non è solo la gestione futura, di quello se ne discuterà dopo, ma l’attuale, viste le condizioni della struttura.
Come detto per anni, a Rai Way è stato imputata la colpa di non aver garantito una manutenzione adeguata, portando l’antenna alle attuali condizioni che richiedono interventi ancor più onerosi di quelli fatti regolarmente e con le giuste cadenze.
Il paradosso è che il Comune di Caltanissetta non può e non deve permettersi di replicare un simile scenario, cioè non fare le urgentissime manutenzioni per mancanza di soldi.
Se l’antenna dovesse rimanere in piedi e, in un futuro non troppo lontano, Rai Way dovesse riproporre la cessione, l’amministrazione si troverebbe di fronte a un vicolo cieco.
Dove attingere immediatamente le risorse necessarie per la manutenzione che, per anni, non sono state fatte?
Leggiamo che si offre massima disponibililà al Comune per fare di tutto per salvare l’antenna, si chiede una controperizia, per chiarire le sue reali condizione, ma nello stempo tempo si è consapevoli che da adesso la responsabilità e gli oneri sono non più a carico della Rai ma del comune, cioè tutti noi, e si continua a parlare di idee e progetti, ma nulla concretamente si spiega.
A questo punto è però di primaria importanza che questi progetti, idee o soluzioni per la gestione dell’antenna RAI vengano illustrati alla città al più presto, magari prima del 18 luglio.
Questa data non è infatti casuale: è un termine entro cui l’amministrazione, consapevole del proprio quadro economico precario, deve poter valutare in tempo per non farsi trovare impreparata ad ogni possibile scenario e predisporre di conseguenza un piano d’azione immediato.
Non si può di certo attendere la sentenza del Tar senza comprendere bene l’aspetto economico, per poi non saper come e dove reperire i fondi di fronte a un’eventuale esito positivo e magari la riproposizione della cessione.
Sono anni che le idee e progetti vengono enunciati ma, neanche fossero un segreto di Stato, sono stati gelosamente tenuti “segreti” e della loro validità e concretezza, in termini puramente economici, forse solo chi li ha redatti ne conosce dettagliatamente i contenuti.
Abbiamo sentito anche nell’assemblea cittadina e nelle interviste fatte al sit in, dalla voce di coloro che si battono per salvarla, parlare di tanti progetti, ma mai si è andato oltre il sentir dire che esistono.
La trasparenza e la condivisione sono cruciali in questo preciso momento.
L’appello è rivolto a chi da anni su questi progetti ci studia e lavora, citandoli ad ogni occasione, ma senza mai mostrali e dimostrandoli con argomenti di fattibilità e cifre alla mano.
Non c’è più tempo, presentate i vostri progetti. Cosa aspettate?
Solo una presa di conoscenza potrebbe convincere anche i più scettici che, non sono contro l’antenna per principio, ma che temono che, oltre a rappresentare un costo non sostenibile per le casse comunali, possa nel frattempo marcire e, ammalorandosi sempre più, non sia mai, venir giù da sola con tutte le conseguenze che ciò comporterebbe e, oltre ai cittadini coinvolti dal crollo, a pagarne le conseguenze saremmo tutti, conseguenze morali, civile e penali.
Non c’ più tempo per gli annunci, il tempo per renderli pubblici è adesso. Ad Maiora

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