Contattati da una residente, pubblichiamo quanto riferitoci
Caltaqua, la società che gestisce il servizio idrico, ha interrotto l’erogazione dell’acqua al condominio a causa di morosità pregresse. Una situazione complessa, in cui la responsabilità di pochi ricade su tutti, trasformando la quotidianità in una lotta per la sopravvivenza.
“Ogni anno, finisce giugno e ci tagliano l’acqua”, è quello che ci riferiscono nella comunicazione telefonica avuta con una residente nel palazzo.
Una sitiuazione che si ripete puntuale ogni estate in un palazzo di via Niscemi, dove l’età avanzata di molti residenti, la presenza di una persona allettata che necessita di continue cure e di quattro bambini disabili, rende la mancanza d’acqua non solo un disagio, ma un vero e proprio dramma.
Le alte temperature di questi giorni non fanno che aggravare la situazione, rendendo impossibile il ricorso a soluzioni di fortuna come il trasporto di bidoni.
Le famiglie del palazzo, pur riconoscendo la morosità complessiva del condominio, chiedono da tempo una soluzione che permetta a chi è in regola con i pagamenti di essere scollegato dalla fornitura condominiale e di assumersi una responsabilità individuale.
Una richiesta di contatore autonomo che, inspiegabilmente, non si riesce ad ottenere “non si capisce perché ciò non avvenga”, sottolineano la signora, evidenziando come questa separazione potrebbe mettere fine a una situazione in cui i virtuosi sono costretti a soffrire a causa dei morosi.
La disperazione ha spinto una famiglia con bambini disabili a presentare una denuncia ai Carabinieri pochi giorni fa.
Non sono neanche mancati i solleciti dell’amministratore del palazzo per convincere i morosi a versare le somme dovute.

La signora riferisce che si sono rivolti anche al Comune, ma “la risposta è stata sconfortante, non è di loro competenza e non possono far nulla, ci siamo sentiti rispondere”. Un’affermazione che se anche in parte vera, lascia comunque l’amaro in bocca, soprattutto considerando che i servizi sociali avrebbero il dovere di intervenire, almeno per tutelare i soggetti più fragili come anziani e disabili.
Le 36 famiglie di via Niscemi intendono lanciare un accorato e disperato appello a chiunque possa offrire un aiuto concreto.
Chiedono l’intervento di associazioni, protezione civile, Croce Rossa, servizi sociali, o qualsiasi ente che li possa aiutare sia nel velocizzare lo staccarsi dal condominio di chi paga regolarmente e, con urgenza ancora maggiore, garantire almeno un minimo di acqua per la sopravvivenza in questi giorni di calura insopportabile.
La nostra testata, che cerca di dare voce ai cittadini cercando di aiutarli nelle loro difficoltà, si unisce a questo grido di aiuto, sperando che le istituzioni e gli enti preposti non restino indifferenti di fronte a una situazione così grave.
Rimaniamo a disposizione per fornire a chi di competenza o a chi possa concretamente far qualcosa il contatto di chi ci ha chiesto di intervenire.
Foto dal Web

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