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Nuovo piano sanitario, chi ci guadagna e chi ci perde, ma a Caltanissetta si parla di altro

Last updated: 12/07/2025 11:31
By Redazione 244 Views 8 Min Read
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La nuova rete ospedaliera, presentata alla conferenza dei sindaci ha scatenato le proteste della politica nissena, intesa come provincia.

A Gela si è insediato il tavolo tecnico permanente con le forze politiche dopo la proposta della riduzione dei posti letto all’ospedale “Vittorio Emanuele”.

Aperto alle associazioni di volontariato e le organizzazioni sindacali, mentre è in programma la trasferta a Palermo di Giunta e Consiglio comunale, aperto anche ai cittadini, in occasione dell’incontro della Commissione alla Sanità dell’Ars che deve rilasciare parere alla proposta avanzata dall’assessorato regionale alla Salute.

Sempre a Gela ieri mattina tutte forze politiche, anche quelle non presenti in Consiglio comunale, sono state convocate per illustrare l’incontro che si è tenuto giovedì pomeriggio a Caltanissetta alla presenza dell’assessore regionale alla Salute Daniela Faraoni e del dirigente Salvatore Iacolino.

La proposta che, come già detto, è stata bocciata dalla maggioranza dei sindaci della provincia di Caltanissetta che ora si apprestano a redigerne un’altra da trasmettere a Palermo.

La vertenza a Gela vogliono spostarla a Palermo e il sindaco Di Stefano sta cercando di fare di tutto per trovare il sostegno dei deputati del Mpa, M5S e Pd visto che ha degli assessori nella sua Giunta.

Dovranno essere i deputati regionali, alcuni dei quali sono all’opposizione, a far valere le ragioni del territorio.

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La critiva punta nel dire che saltano posti letto negli ospedali di Comuni dove non ci sono amici di partito o dove ci sono avversari politici, mentre aumentano laddove vi sono sponsor politici.

Il primo ad attaccare frontalmente il governo regionale è Nuccio Di Paola, del Movimento 5 stelle e lo fa dalla sua Gela, 70mila abitanti con un ospedale da sempre in difficoltà che verrebbe ulteriormente depotenziato, perdendo sei posti letto.
Mentre sostiene che a 70 chilometri distanza, a Caltanissetta, città del potente deputato regionale di Forza Italia Michele Mancuso, si registra un incremento di 22 posti letto. Ricorda che a Mancuso si rivolgeva pure Ninni Sciacchitano, il commercialista palermitano che secondo la Procura di Palermo era il regista della cricca che pilotava gli appalti della sanità siciliana, che il presidente Schifani aveva messo a capo dell’Organismo indipendente di valutazione della performance regionale. Diceva Sciacchitano intercettato: «Ho chiamato il mio deputato di riferimento di Caltanissetta (Mancuso Michele, scrive la Guardia di finanza) che è un mio amico e spiegai: “Incontriamoci””.

All’ospedale di Gela ha sede anche una delle 17 Brest unit regionali, che si occupano dell’assistenza
e della cura dei tumori al seno, dalle bozze della nuova rete sanitaria anche questa unità di eccellenza rischia di essere trasferita altrove.

Se sul Nisseno sventola la bandiera azzurra di Forza Italia, ormai da tempo Fratelli d’Italia ha fatto di Paternò la capitale degli incarichi di sottogoverno, grazie all’influenza dei suoi due illustri cittadini: il presidente del Senato Ignazio La Russa e quello dell’Ars Gaetano Galvagno.
Infatti anche la nuova rete sanitaria premia Paternò, con un eclatante raddoppio dei posti letto: da 28 a 63, mentre altri ospedali della provincia di Catania insorgono. A Giarre rischia di sparire l’intero reparto di Ortopedia, per essere trasferito ad Acireale, feudo di un altro deputato di Forza Italia, Nicola D’Agostino. Tra le due città va avanti da nni una battaglia politica e sanitaria sulla pelle dei cittadini. L’ospedale di Giarre era stato depauperato, fino a quando l’ex presidente della Regione Nello Musumeci decise la riapertura del pronto soccorso e di alcuni reparti. Ora la dinamica potrebbe essersi nuovamente invertita.

Un altro feudo azzurro, Marsala, terra del capogruppo di Forza Italia all’Ars Stefano Pellegrino, registra un incremento di 18 posti letto, mentre la vicina Trapani ha una riduzione di pari livello. A farlo notare è lo stesso sindaco del capoluogo Giacomo Tranchida, del Pd.

Si rafforza anche l’ospedale Umberto I di Enna, grazie all’università Kore, che ha avuto il via libera
per il corso di laurea in Medicina: 20 posti letto acuti in più e la creazione dei nuovi reparti di oncologia, chirurgia toracica, chirurgia vascolare, pneumologia, ematologia, endocrinologia e reumatologia. Negli organi di rappresentanza dell’ateneo privato è rappresentato buona parte dell’arco parlamentare, con l’ex ministro Salvatore Cardinale ultimo arrivato, nominato da
Schifani nel collegio dei garanti. A farne le spese sono altre due strutture sanitarie della provincia: Piazza Armerina (-12 posti letto) e Leonforte (-10 posti in Medicina).

L’assessorato alla Salute ha chiesto ai sindaci di presentare le loro proposte entro il 15 luglio. Una settimana dopo la commissione Salute dovrà dare il via libera alla riforma.

Una corsa contro il tempo che secondo Di Paola (M5s) è figlia di una strategia politica: “Mentre Fratelli d’Italia va in frantumi, Schifani approfitta per proporre una rete ospedaliera che sembra rispondere a logiche di spartizione politica per una sua ricandidatura”.

Anche la Cgil e la Funzione pubblica Sicilia chiedono di sospendere l’iter. “È un piano, dicono, che non risponde agli interessi dei cittadini e che contiene norme che da sole potrebbero determinare l’impugnativa da parte dello Stato”.

Ma mentre a Gela ci si riunisce, si parla, si cerca di mobilitarsi, a Caltanissetta sembra che il problema non esista.

Il nostro sindaco Tesauro, come da sua nota di ieri, ha preferito spostare l’attenzione sul problema dello staff alla provincia, mentre neanche un rigo ha scritto sull’incontro avuto con l’ass.Daniela Faroni e il dirigente Salvatore Iacolino sul nuovo piano sanitario, a differenza di altri sindaci, Catania di Mussomeli e Conti di Niscemi, centrodestra, come anche lo stesso Terenziano di Gela, che si sono espressi, negativamente, sul piano presentato alla conferenza dei sindaci.

Sarebbe invece interessante saper cosa ne pensa e soprattutto se è vero che a discapito della sanità provinciale, il Sant’Elia ne esca avvantaggiato, come invece sostiene il deputato Di Paola, precisando i numeri esatti avendo letto precedentemente che il nostro ospedale venga così a perdere tra i 6 e i 9 posti letto, e che iniziative intenda intraprendere per difendere la sanità in città, in qualità di sindaco, e di tutto il territorio, in qualità di presedente del Libero consorzio.

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