Le carte. Per i finanzieri il burocrate sarebbe la chiave per scoprire il sistema dei fondi regionali
Per gli investigatori l’uomo chiave che può dipanare la matassa dei fondi del turismo a gestione Fratelli d’Italia è Nicola Tarantino, che al di là del cognome di chiara ispirazione cinematografica,
è il dirigente della Sicilia Film Commission, creatura che fa capo all’assessorato regionale al Turismo.
Ma Tarantino è anche il Rup della procedura Cannes: il primo ciak di questo lungometraggio giudiziario che ha portato, seguendo la voce della “califfa” Sabrina De Capitani, fino al fascicolo per corruzione che ha investito il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno (e di sponda anche Elvira Amata, l’ultimo anello del feudo FdI della corrente turistica).
I finanzieri, in una delle informative, annotano: Tarantino «potrebbe essere a conoscenza delle presunte tangenti legate alla vicenda Cannes» e «potrebbe effettuare conversazioni rilevanti». Anche perché, quando scoppiò la vicenda dell’affidamento alla società lussemburghese Absolute Blue della partecipazione della Regione Siciliana alla croisette, qualcuno voleva mettere a tacere tutto portando la sua testa su un piatto d’argento a Renato Schifani. Assieme a quella del deputato nnazionale Manlio Messina (identità rivelata di Uomo6).
Quando il Tar conferma la delibera di annullamento in autotutela dell’incarico alla Aboslute Blu di Patrick Nassogne, ai Palazzi dei Normanni e D’Orleans gira un solo tormentone.
«Il problema è di chi ha firmato le carte», sussurrano tutti. Sabrina De Capitani per prima, che
per cercare di restarne fuori ha fatto anche eliminare foto e scatti sui social. Anche quelle in cui è ritratta con Nicola Tarantino.
L’ormai ex portavoce di Galvagno, mentre parla con una persona, ipotizza che possano finire «nei guai Manlio Messina (ex Assessore regionale al Turismo) e tutta la sua banda». La comunicatrice in qualche modo cerca di sminuire il suo ruolo.
E se qualcosa di illecito ci fosse stato nell’operazione franco-lussemburghese, allora «chi… eventualmente… può aver sbagliato lì è Nicola Tarantino, la Lucia Di Fatta (dirigente regionale) e Manlio Messina, cioè loro tre sono le persone, sono i protagonisti di queste cose».
Per gli investigatori però sarebbe stata De Capitani il «collante» di un ipotetico (ancora tutto da
provare) accordo corruttivo, le cui presunti tangenti sarebbero state mascherate da sovrafatturazioni e consulenze.
Uno dei filoni di Cannes, secondo fonti de La Sicilia, sarebbe già stato stralciato e archiviato.
Mentre un altro sarebbe fermo in attesa delle rogatorie internazionali.
La guardia di finanza ha intercettato diverse conversazioni fra Tarantino e Nassogne per organizzare una «mangiata » a Palermo. Ma questo prima che il caso Absolute Blu finisse davanti al Tar.
Tarantino comunque pare aver resistito alla tempesta Cannes. Le microspie registrano una conversazione che riguarda il Bellini International Context: la project manager Giovanna Fratta racconta a Tarantino di avere avuto un colloquio con il dirigente del dipartimento turismo, Antonio Catrini, per delle «gravi anomalie correlate all’acquisto di spazi pubblicitari non utilizzati» con un «evidente sperpero di risorse pubbliche (due milioni di euro, ndr)». Fratta non nasconde le preoccupazioni di uno scandalo: sui giornali finirebbe il suo nome visto il ruolo che riveste nel festival dedicato all’artista catanese.
E poi la conversazione si sposta verso Elvira Amata, la quale sarebbe «completamente prigioniera e non libera di agire». E poi spunta il nome di Bernardo Campo, funzionario direttivo dell’Amministrazione regionale, che sarebbe «l’anima nera di questo gabinetto».
Ma per delineare il modus operandi di Tarantino, ritenuto «poco trasparente e improprio rispetto agli obblighi di imparzialità e equa concorrenza», i finanzieri citano delle conversazioni da cui emerge come nel suo ruolo di vertice alla Film Commission fosse solito avere delle interlocuzioni
preliminari con alcuni imprenditori «prima ancora che il bando fosse stato definito e pubblicato».
Tarantino, nel 2023, avrebbe fornito delle «dritte» tecniche per l’ottenimento di incentivi a un tale che si presenta come appartenente alla Indiana Production e portatore di interessi per conto di Netflix. «Penso che il bando comincerò a lavorarci lunedì perché finché non incontro lei», dice al contatto americano riferendosi all’assessore regionale al Turismo, Amata.
Ma il burocrate offre suggerimenti anticipati non solo oltre oceano, ma anche ai vicini di casa del Taormina Film Festival. È tutta una questione di lobby. De Capitani docet.
Da La Sicilia di Laura Distefano

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