Motori accesi, come da programma, per fare i dovuti test e passare poi all’ultima fase, cioè all’effettivo pompaggio dei volumi idrici nelle reti domestiche: sono partite tra ieri e lunedì scorso
le prove tecniche per i dissalatori di Gela e Porto Empedocle, che entro questo mese dovrebbero
portare ulteriori 200 litri d’acqua potabile al secondo (100 per ciascun modulo) nelle case di
una quarantina di Comuni tra la provincia di Agrigento e il versante sud del Nisseno.
Dopo l’aspirazione dal mare, il filtraggio nelle membrane a osmosi e la desalinizzazione, l’acqua verrà raccolta dalle vasche dei due impianti e analizzata, poi sarà avviato il processo di mineralizzazione, quindi l’immissione nelle condutture, con data che dovrebbe essere comunicata
dalla Regione nelle prossime ore.
Mentre per il dissalatore di Trapani bisognerà aspettare almeno fino alla prima settima d’agosto.
Intanto, dopo le proteste delle aziende per le irrigazioni di soccorso partite tardi e a singhiozzo
o in certe aree nemmeno iniziate per alcune colture, l’assessore regionale all’Agricoltura, Salvatore
Barbagallo, ha incontrato ad Agrigento gli imprenditori della provincia e i sindacati per fare il punto, rimarcando che «il quadro del settore occidentale dell’Isola resta critico, ma non drammatico come quello dello scorso anno», e che «l’acqua per le colture è già partita».
Coldiretti Sicilia, però, registra nell’Agrigentino una «situazione tragica: gli ortaggi non vengono irrigati e come sempre gli agricoltori sono i primi a pagare il pessimo stato delle condutture.
Chi non può irrigare deve avere un indennizzo adeguato, ma anche per il comparto zootecnico
devono essere previsti aiuti».
Dal Giornale di Sicilia

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