L’apertura al traffico del nuovo ponte San Giuliano, sulla SS640 “Strada degli Scrittori”, doveva essere un momento di festa e di riscatto per un’infrastruttura attesa da anni.
Una cerimonia ufficiale con taglio del nastro, presenze istituzionali di alto profilo e le immancabili dichiarazioni di rito che hanno esaltano il risultato raggiunto ed ovviamente rivendicandone i meriti.
Tuttavia, la realtà virtuale dei social media ha bruscamente girato oltre, trasformando quello che doveva essere un evento celebrativo in un’esplosione di rabbia, insulti e indignazione contro la classe politica.
A poche ore dalla diffusione delle prime foto, dei video e degli articoli di stampa, che ritraevano sindaco, ministro, presidente della Regione e altri esponenti presenti per l’inaugurazione, in qualche pagina social si sono letti commenti feroci e alcuni francamente un tantino esagerati.
Il tradizionale “taglio del nastro” è stato ridotto a un gesto vuoto, una sceneggiata per raccogliere consensi su un’opera che, secondo molti, avrebbe dovuto essere completata molto prima e che i presenti non avevano alcun merito.
I toni sono subito diventati roventi. Al di là delle critiche costruttive, che facevano notare i lunghi ritardi e i disagi subiti dalla popolazione per anni a causa del cantiere, la maggior parte dei messaggi si è focalizzata sull’attacco personale.
Insulti diretti ai politici presenti, tacciati di approfittare di un lavoro altrui e di “mettere il cappello” su un’opera che ha visto avvicendarsi diverse amministrazioni e diverse gestioni dei lavori.
L’ironia, spesso tagliente, ha fatto da contraltare agli insulti. “Ci hanno messo vent’anni, ora si fanno anche la foto”, “Hanno scoperto che i ponti si inaugurano quando sono finiti”, “Eccoli qui, pronti a tagliare un nastro, ma dov’erano quando c’erano da fare i lavori?”. Sono solo alcune delle frasi più “eleganti” che si possono leggere tra i commenti.
Molti utenti hanno poi rincarato la dose, prendendosela anche con i giornalisti che hanno riportato la notizia, considerati “complici” o “leccapiedi” del potere.
Forse su questo si è un tantino andato oltre, ma a molti non sono piaciuti certe frasi trionfalistiche, anche se il dovere di un giornalista è quello di riportare quanto detto e successo.
La reazione del web, apparentemente esagerata per un evento di routine, non è un fatto isolato, ma lo specchio di un malessere più profondo.
I cittadini hanno perso la pazienza di fronte a infrastrutture incomplete, ritardi cronici e promesse mancate.
Il ponte San Giuliano è diventato un simbolo di questa frustrazione. Un’opera fondamentale, ma che ha richiesto tempi biblici per essere completata, alimentando il sospetto che l’efficienza non sia una priorità per la classe politica.
Il “caso” del ponte San Giuliano dimostra ancora una volta come i social media siano un termometro fedele dell’umore collettivo, capace di trasformare un’occasione di celebrazione in una vera e propria tribuna di pubblica accusa.
In un mondo sempre più disilluso, il taglio di un nastro non basta più a nascondere le mancanze e i ritardi che i cittadini percepiscono sulla propria pelle.
La rabbia online, per quanto a volte sregolata o esagerata, è un segnale che i politici non possono più ignorare e che devono rendersi conto che essere apprezzati dovono fare fatti concreti, non ripetere parole secondo copione.
A margine di questo fenomeno e a conclusione del nostro articolo, ci scusiamo con i lettori se abbiamo scelto di non pubblicare foto o video, o aggiungere particolari dei discorsi pronunciati e ulteriori dettagli sull’evento al di là del dare la notizia, tra le altre cosa notoria a tutti.
Riteniamo, infatti, che a certe ostentazioni e a certi palcoscenici preferiamo non partecipare, preferiamo dare voce a un sentimento di indignazione, ovviamento a quello giusto, educato e non esagerato, che merita di essere ascoltato senza l’ausilio di ulteriori effetti scenografici.
La poltica locale si occupi dei cittadini e dei loro problemi, evitandogli quanto più possibile disagi, il mettersi in mostra in situazioni di cui loro non hammo merito alcuno, quando la città e nel caos e molte problematiche più urgenti ed impellenti sono lontane dal risolversi, scatena poi certe reazioni alcune lecite altre meno. Ad Maiora

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